La voce del destino - InMondadori
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disse il più alto dei due uomini, mostrando a Soriano un tesserino<br />
di riconoscimento dei servizi segreti militari. « Vorrei chiedervi<br />
alcuni minuti <strong>del</strong> vostro tempo, signore. »<br />
Michele indossò un accappatoio e fece accomodare in salotto i<br />
due ufficiali.<br />
« In che cosa posso esservi utile? »<br />
Il capitano <strong>del</strong>l’intelligence militare aveva modi gentili e sicuri<br />
al tempo stesso. <strong>La</strong>sciò scivolare un volantino sul tavolo <strong>del</strong> salotto.<br />
Vi erano raffigurate le caricature di Hitler, Mussolini e Hiro<br />
Hito; ogni figura era sovrastata da un fumetto scritto nella lingua<br />
madre di ognuno dei tre alleati <strong>del</strong>l’Asse. Sotto troneggiava la<br />
scritta: Don’t speak the enemy’s language. Speak American!<br />
Michele Soriano lo osservò senza capire.<br />
« Questi sono i toni retorici <strong>del</strong>la propaganda bellica. Ma è un<br />
fatto che il presidente Roosevelt abbia promulgato una legge che<br />
definisce ’stranieri nemici’ i cittadini italiani, tedeschi e giapponesi<br />
residenti negli Stati Uniti che non abbiano regolarizzato, entro<br />
il dicembre 1941, la loro cittadinanza assumendo quella statunitense...<br />
»<br />
«Èanche vero », rispose Soriano, « che nel corso <strong>del</strong>la ricorrenza<br />
<strong>del</strong> Columbus Day 1942, lo stesso presidente ha revocato lo<br />
status di ’nemici’ agli italoamericani. »<br />
« Ma il problema non si pone, dato che voi avete regolarizzato<br />
la vostra nazionalità. E poi siete argentino-americano: le vostre<br />
origini italiane sono ormai lontane. »<br />
«Già. Il problema non si pone. E quindi, sareste così gentile<br />
da rivelarmi il motivo <strong>del</strong>la vostra visita, capitano? »<br />
« Sapete che cos’è questa, signor Soriano? » disse l’ufficiale tirando<br />
fuori un altro documento. « Si tratta di una cartolina di<br />
precetto. Quelle che migliaia di giovani americani come voi ricevono<br />
ogni giorno, per andare a difendere la nostra nazione dal<br />
nemico. Su questa cartolina è scritto il vostro nome. »<br />
«Seèrichiesta la mia presenza al fronte, sono pronto a partire,<br />
capitano Kinsley », disse Michele senza esitazione. « Questo paese<br />
mi ha dato molto e ho tutta l’intenzione di sdebitarmi. E poi fascisti<br />
e nazisti non mi sono simpatici... Fatemi sapere quando devo<br />
partire e partirò.»