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La voce del destino - InMondadori

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dava loro le spalle, ma Michele udì distintamente le ultime parole<br />

che questi stava rivolgendo al colonnello Perón: « <strong>La</strong> soluzione di<br />

schierarsi, eccellenza, porterà grandi vantaggi all’Argentina ».<br />

« Ma ecco che sono arrivati i cari amici <strong>del</strong>la mia adorata Eva »,<br />

disse il padrone di casa facendo cenno di tacere al suo interlocutore<br />

e andando incontro ai nuovi arrivati. « Eva ci raggiungerà a<br />

momenti. Nel frattempo lasciate che mi presenti, sono il colonnello<br />

Juan Domingo Perón. »<br />

« Credo che voi non abbiate bisogno di presentazioni, eccellenza<br />

», disse Luce rispondendo con un inchino al galante baciamano<br />

<strong>del</strong>l’ufficiale. Poi, volgendosi verso l’ospite con cui Perón<br />

stava parlando, continuò: « Sono davvero felice di incontrarvi di<br />

nuovo, signor Fuldner ».<br />

Fu allora che Eva entrò nel salone. « Vedo che tu e il signor<br />

Fuldner vi conoscete già, Luce », disse. Quindi indicò a Perón i<br />

due gemelli. « Questi invece sono i due fratelli Soriano, Juan. »<br />

Perón era alto e atletico. Non dimostrava affatto i suoi quarantanove<br />

anni. Aveva un’aria gioviale e sorridente, che avrebbe potuto<br />

ingannare chiunque. Dietro ai suoi modi cordiali si nascondevano<br />

infatti un carattere determinato e una volontà di ferro.<br />

« E quale di voi è lo sfidante al titolo dei massimi? » chiese il<br />

colonnello.<br />

« Sono io, eccellenza », rispose pronto Michele.<br />

Un cameriere offrì agli ospiti alcune coppe di champagne.<br />

Eva non staccava gli occhi da quelli <strong>del</strong> suo fidanzato, che la<br />

ricambiava con sguardi carichi d’affetto e di ammirazione.<br />

Poco prima che fosse annunciata la cena arrivò l’ultimo ospite.<br />

Il nuovo venuto era molto giovane, dimostrava poco più di<br />

vent’anni. Era alto e magro, e le spalle strette gli conferivano<br />

un aspetto quasi <strong>del</strong>icato. Un paio di baffetti sottili incorniciavano<br />

le sue labbra. I capelli erano chiari e radi; sotto l’abbronzatura<br />

<strong>del</strong>l’estate argentina si intuiva una carnagione lattea. Si chiamava<br />

Rodolfo Freude e proveniva da una facoltosa famiglia di origini<br />

tedesche.<br />

Durante il pranzo Perón si dimostrò un perfetto padrone di<br />

casa e un buon conversatore. Ogni tanto cedeva all’autocelebra-

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