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La voce del destino - InMondadori

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« Ne sono convinto. E come me la pensano in molti, in Europa.<br />

Per questo ogni manifestazione disfattista è giustamente scoraggiata.<br />

»<br />

« Permettetemi di dissentire, signore, ma sembra che il Reich<br />

stia perdendo fior di posizioni proprio in quell’Europa che a vostro<br />

dire è sotto la sua egida. Quanto ai disfattisti e alle punizioni<br />

in cui incorrerebbero, qui ci troviamo in un paese neutrale, dove<br />

ciascuno può esporre le proprie opinioni... »<br />

Antonio si era espresso con astio: quel galletto tronfio aveva<br />

subito suscitato la sua antipatia.<br />

« Non incominciamo a parlare di politica! » intervenne Amparo,<br />

preoccupato per la piega che stava prendendo la discussione.<br />

« Pensiamo alla musica. E alla nostra Luce... una luce che brilla<br />

come una stella. »<br />

« Avete ragione, Matías », disse Fuldner. « Torniamo al motivo<br />

di questo nostro incontro... » Così dicendo la guardò negli occhi<br />

prima di continuare. « Ho già contattato alcuni amici <strong>del</strong> ministero<br />

<strong>del</strong>la Cultura in Germania: si dicono pronti a ricevere la signorina<br />

Luce con gli onori che merita. Sono ancora in attesa <strong>del</strong>le<br />

date definitive per le esibizioni in Italia, ma per i prossimi mesi<br />

sono già confermate le serate a Berlino e a Monaco. »<br />

« Non vorrai davvero andare in Europa, Luce? » sbottò il giovane<br />

quando i due furono soli sul taxi che li portava all’Alvear<br />

Palace Hotel.<br />

« Perché non dovrei? Ne va <strong>del</strong>la mia carriera, Antonio. So bene<br />

che mi recherò in un paese in guerra, ma non sarò certo al<br />

fronte. Non correrò alcun rischio. »<br />

« Possibile che tu abbia creduto a tutto quello che ti ha detto<br />

quel Fuldner? Cosa ne sappiamo di lui? Chi ci dice che sia l’onesto<br />

imprenditore dalla doppia nazionalità che ci ha detto di essere?<br />

» continuò Antonio, che a stento teneva a freno la rabbia.<br />

« E cosa mai dovrebbe essere, sennò?»<br />

« Una spia nazista. Null’altro che una spia nazista. E di alto livello,<br />

a giudicare dalle sue conoscenze. » Quindi Antonio si chiuse<br />

in un irritato mutismo.<br />

All’albergo il concierge li accolse con deferente cortesia.<br />

« Buongiorno, signor Soriano. Suo fratello vi aspetta al sedice-

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