La voce del destino - InMondadori
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tenuto il trasferimento qui a Buenos Aires ed è più determinato<br />
che mai a farla pagare a quel <strong>del</strong>inquente. »<br />
Mancavano una quindicina di giorni all’incontro e le feste e le<br />
manifestazioni a cui Michele e i suoi accompagnatori erano invitati<br />
si susseguivano senza sosta. Michele dovette pregare Carlo, il<br />
suo manager, di rifiutare con ferma gentilezza gli inviti meno importanti.<br />
Carlo era un colosso di uomo di origini venete, marito di una<br />
zia di Sergio. Rivestiva sia il ruolo di impresario sia quello di allenatore<br />
personale. In gioventù aveva combattuto come pugile<br />
professionista, poi, quando aveva capito che non sarebbe mai diventato<br />
un vero campione, aveva aperto una palestra a New York.<br />
<strong>La</strong> sua vita era cambiata quando Mickey the Jab era entrato dalla<br />
porta a vetri <strong>del</strong>la sua palestra.<br />
In breve Carlo era diventato l’indispensabile tuttofare <strong>del</strong> giovane<br />
pugile. I suoi modi, rozzi e bruschi, si erano andati raffinando:<br />
i tratti <strong>del</strong> volto, deformati dai colpi ricevuti in combattimento,<br />
nascondevano un animo nobile e gentile.<br />
Carlo rispose al telefono, quindi andò a chiamare Michele.<br />
«Èla tua quasi-cognata Luce de Bartolo. Dice che vuole invitarti<br />
a una cena molto importante. Non me la sono sentita di dirle<br />
di no. »<br />
« Ti ricorderai senz’altro di Eva, Michele », disse Luce. « Si è<br />
fidanzata con una persona molto influente... »<br />
« E chi sarebbe questo fidanzato? » chiese Michele.<br />
« Juan Domingo Perón, segretario alla Guerra. Dicono sia la<br />
persona più influente <strong>del</strong> governo in carica e che l’attuale presidente,<br />
il generale Eldemiro Farrell, sia lì soltanto per scaldargli la<br />
sedia. »<br />
« Ne ha fatta di strada, la nostra amica! » Michele sorrise, pensando<br />
alla ragazzetta magra che correva con loro per le strade di<br />
Junín.<br />
«Sì, molta. Ma sembra non si sia dimenticata di noi: siamo<br />
stati invitati presso la residenza <strong>del</strong> colonnello. E tu sei l’ospite<br />
d’onore. »<br />
Luce, Antonio e Michele seguirono il maggiordomo, che fece<br />
loro strada sino al salone. Non riconobbero subito l’uomo che