La voce del destino - InMondadori
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guadagnato l’ambito titolo di Re <strong>del</strong>le gole tagliate si era servito<br />
<strong>del</strong>lo srbosjek, l’arma bianca preferita dagli ustascia: un coltello a<br />
lama ricurva inserito in un apposito guanto in pelle.<br />
Soriano indossava l’uniforme <strong>del</strong>la milizia fascista. Nel rapido<br />
giro d’ispezione visionò le grandi camerate, dove le donne potevano<br />
restare in compagnia dei propri figli. Molte di loro erano<br />
ormai ridotte a pelle e ossa, ma la cosa non parve turbarlo in alcun<br />
modo.<br />
Soriano si fermò davanti a una madre, le cui forme ancora rotonde<br />
ne tradivano il recente arrivo. Un bambinetto non più in<br />
fasce le era attaccato al seno.<br />
« Tuo figlio non mi sembra più in età da latte, donna: a occhio<br />
e croce avrà un paio d’anni », disse Soriano in lingua croata.<br />
« L’unico modo che ho per nutrirlo, signore, è dargli quel poco<br />
di latte che ho », rispose la donna con aria impaurita.<br />
« Seguitemi! » ordinò l’ufficiale fascista e fece cenno alla guardia<br />
di aiutare la donna e il bambino ad alzarsi.<br />
I prigionieri andarono dietro a Soriano sino al suo alloggio. <strong>La</strong><br />
donna sperava di aver fatto leva sui sentimenti <strong>del</strong>l’italiano. Ancora<br />
non poteva immaginare quello che la aspettava.<br />
Non appena furono soli, l’uomo mise seduto il bambino in<br />
maniera che potesse vedere ogni cosa, quindi si allentò la cintura<br />
dei pantaloni. Prese la donna per i capelli e la tirò verso il proprio<br />
ventre. <strong>La</strong> poveretta, terrorizzata, lo assecondò.<br />
Quando si sentì prossimo all’orgasmo, Glauco premette la<br />
canna <strong>del</strong>la pistola alla tempia <strong>del</strong>la prigioniera e tirò il grilletto,<br />
mentre la nebbia gli offuscava la mente. Appena si fu ricomposto<br />
consegnò il bambino urlante a una guardia e chiamò un inserviente<br />
per sbarazzarsi <strong>del</strong> cadavere e per fare ripulire la stanza.<br />
Nessun’altra parola.<br />
Nei giorni che seguirono Glauco Soriano fece condurre molte<br />
giovani donne nella sua stanza. Le violenze cui sottoponeva le vittime<br />
erano inenarrabili, ma l’epilogo era sempre lo stesso: per<br />
quelle povere ragazze la morte era il coronamento di una serie<br />
di indescrivibili sofferenze.