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La voce del destino - InMondadori

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« Vedete, comandante », Dinko S ˇ akić non avrebbe mai smesso<br />

di chiamare « comandante » il suo istruttore ai tempi <strong>del</strong>la scuola<br />

militare in Italia. « Questa è la feccia <strong>del</strong>l’umanità: si tratta di<br />

ebrei, serbi, zingari. Un’accozzaglia di miscredenti che campano<br />

alle nostre spalle. Non meritano di vivere. »<br />

Dinko S ˇ akić era una sorta di imperatore con diritto di vita, ma<br />

soprattutto di morte, sulle decine di migliaia di internati a Jasenovac.<br />

Se fosse esistita una classifica <strong>del</strong>le fabbriche di morte per<br />

popolazioni innocenti, Jasenovac avrebbe occupato il terzo posto<br />

assoluto. Poco importava se i metodi utilizzati dagli ustascia per<br />

rendere operativa la pulizia etnica fossero tali da far rabbrividire<br />

gli stessi aguzzini <strong>del</strong>le SS: quello era il fine ultimo a cui la civiltà<br />

ariana doveva tendere.<br />

« Vedete quelle donne, colonnello Soriano? » disse ancora il<br />

comandante <strong>del</strong> campo di sterminio, indicando un gruppo di<br />

giovani appena sbarcate da un convoglio ferroviario. « Se nutriste<br />

desideri... di qualsiasi genere... potete approfittarne quando e come<br />

vorrete. »<br />

Glauco Soriano sentì il sangue ribollire nelle vene. L’eccitazione<br />

malvagia che ormai aveva imparato a conoscere si impadronì<br />

<strong>del</strong>la sua mente e <strong>del</strong> suo corpo.<br />

S ˇ akić si accorse di aver colto nel segno.<br />

Il campo di Stara Gradisˇka, uno dei cinque dislocamenti sotto<br />

la giurisdizione di S ˇ akić, sorgeva su una collina poco distante dal<br />

corso <strong>del</strong>la Sava. <strong>La</strong> prigione era stata ricavata all’interno di una<br />

ex fortezza asburgica. Si trovava nella parte sudorientale <strong>del</strong> vasto<br />

appezzamento di terra, circa duecentoquaranta chilometri quadrati,<br />

occupati dal complesso carcerario di Jasenovac. A Stara<br />

Gradisˇka, guardate a vista dagli ustascia, da qualche militare tedesco<br />

e dalle soldatesse croate, venivano condotte prevalentemente<br />

le donne, spesso accompagnate dai loro piccoli. Lì le attendeva il<br />

più atroce dei destini: le più fortunate sarebbero andate incontro<br />

alla morte con un colpo di pistola; le altre l’avrebbero invocata<br />

dopo aver subito le più atroci torture e violenze inimmaginabili.<br />

Si raccontava che in una sola notte, nell’agosto 1942, uno studente<br />

di legge di nome Petar Brzica avesse sgozzato per scommessa<br />

milletrecentosessanta prigionieri. Per farlo, colui che si sarebbe

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