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La voce del destino - InMondadori

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93<br />

I tre ustascia erano seduti a un tavolo davanti al quale i deportati<br />

appena sbarcati dai carri erano costretti a fermarsi per vuotare le<br />

tasche e abbandonare ogni oggetto di valore.<br />

L’uomo, un anziano prigioniero, era impegnato nel vano tentativo<br />

di togliersi l’anello nuziale. Uno dei tre militari lo invitò a<br />

poggiare il palmo aperto sul tavolo, quindi, prima che il disgraziato<br />

potesse rendersi conto di quanto stava accadendo, sfilò la<br />

baionetta dal fodero alla cintura e menò un colpo secco sul dito<br />

con il taglio <strong>del</strong>la lama. <strong>La</strong> guardia ustascia prelevò la fede dalla<br />

falange mozzata, incurante <strong>del</strong> sangue che sgorgava copioso e <strong>del</strong>le<br />

urla di dolore <strong>del</strong> prigioniero.<br />

Glauco Soriano aveva osservato la scena compiaciuto. Quei<br />

pochi giorni in quell’inferno lo avevano esaltato: il dolore <strong>del</strong>le<br />

sue innocenti vittime sembrava dargli vigore.<br />

« Credo sia giunto il momento di salutarci, amico mio », disse<br />

l’italiano a Dinko S ˇ akić.<br />

« Mi auguro che siate rimasto soddisfatto <strong>del</strong> mio lavoro, signor<br />

colonnello... » disse S ˇ akić con aria subdola.<br />

« Ma certo, comandante. Avrò modo di dire al poglavnik Ante<br />

Pavelić come siete scrupoloso nel gestire il campo. E poi... » Soriano<br />

tacque. Non era ancora tempo di dar <strong>voce</strong> ai suoi pensieri.<br />

Ante Pavelić aveva il volto allungato e il naso diritto. Le labbra<br />

erano sottili, gli zigomi alti, le guance cadenti come quelle di<br />

un cane da caccia. Era alto e aveva un fisico atletico, asciutto,<br />

malgrado avesse compiuto cinquantacinque anni.<br />

« Ditemi tutto », esordì Pavelić. « Il giuramento di fratellanza<br />

ci unisce. Potete parlare liberamente, colonnello Soriano. »<br />

« Ecco, signore... non vorrei che quanto sto per dirvi potesse<br />

urtare... »<br />

« Avanti, colonnello! » Il tono si era fatto perentorio.<br />

« Il mio entusiasmo non è più quello di un tempo, signore. »<br />

« Che intendete dire? »<br />

« Intendo dire che non sono più tanto certo <strong>del</strong>l’esito <strong>del</strong> conflitto.<br />

Dobbiamo considerare l’eventualità di una sconfitta. »<br />

« Questo è disfattismo! » disse Pavelić irritato.

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