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La voce del destino - InMondadori

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89<br />

« No, vi prego, signore », supplicò la ragazza. « No! » Quel grido<br />

risuonò tra le mura <strong>del</strong>la casa per tutta la durata <strong>del</strong>la violenza.<br />

Il medico condotto varcò la soglia nell’istante in cui Soriano si<br />

stava abbottonando la camicia sul petto: qualcuno doveva averlo<br />

avvertito <strong>del</strong>l’irruzione <strong>del</strong>la milizia. Con uno sguardo sgomento<br />

l’uomo osservò la scena: il trambusto nella sala, la figlia accovacciata<br />

in terra e scossa da silenziosi singhiozzi. Non gli ci volle<br />

molto a capire che cosa fosse successo.<br />

Folle di rabbia, il medico si scagliò contro l’ufficiale.<br />

« Che cosa le hai fatto, maledetto figlio di puttana? »<br />

Soriano scartò di lato, estraendo simultaneamente la pistola<br />

dalla fondina. Non ebbe esitazioni nel premere il grilletto. <strong>La</strong> testa<br />

<strong>del</strong>l’uomo ebbe un sussulto all’indietro ed esplose colorando<br />

di rosso i muri <strong>del</strong> salotto.<br />

Poi si volse verso la ragazza. Negli occhi una luce sinistra, puntò<br />

l’arma e fece fuoco anche su di lei.<br />

Era la prima volta che ammazzava qualcuno a sangue freddo.<br />

Un’onda di eccitazione fino ad allora sconosciuta percorse il suo<br />

corpo.<br />

« Voi, naturalmente, avete visto tutto », disse Soriano al militare<br />

accorso nella stanza appena uditi gli spari.<br />

« Non saprei, signore: mi trovavo nel corridoio, come mi avete<br />

ordinato... » rispose quello intimorito.<br />

« Hanno tentato di assalirmi e disarmarmi, questi due maledetti<br />

ribelli. Sono stato costretto a fare fuoco per difendermi. »<br />

Il rapporto che stilò suscitò la perplessità dei suoi superiori.<br />

Ma le prove addotte sembravano avvalorare la pericolosità <strong>del</strong><br />

povero medico condotto e di sua figlia: l’innocente – seppure illegale<br />

– radio a lunga portata era diventata un apparecchio militare<br />

ricetrasmittente con cui la Resistenza comunicava messaggi<br />

cifrati al nemico. Nella casa, al posto di bisturi e bende, era stato<br />

rinvenuto un arsenale di armi e granate. I due ragazzi, a cui era<br />

stata promessa l’impunità, avevano testimoniato riguardo a non<br />

meglio specificati contatti <strong>del</strong>la loro compagna di scuola con la<br />

Resistenza.<br />

Il caso era stato archiviato, ma quando la richiesta di trasferimento<br />

di Soriano arrivò al comando di zona, nessuno fece obie-

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