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CONFUSIONE ESISTENTE<br />

NELLA DESCRIZIONE DELLE<br />

DIVERSE PATOLOGIE VERMIANE<br />

(DANDY-WALKER VARIANT,<br />

IPOPLASIA DEL VERME,<br />

AGENESIA DEL VERME)<br />

La confusione riscontrata in Letteratura riguardo le patologie<br />

del verme deriva da due problemi basilari: l’uso del<br />

termine Dandy-Walker variant (DWV) che include un<br />

gruppo eterogeneo di anomalie e l’uso scorretto dei termini<br />

ipoplasia ed agenesia del verme. Parisi e Dobyns<br />

(2003) nel loro articolo sulle anomalie del tronco cerebrale<br />

e del cervelletto affrontano la confusione creata dal<br />

termine DWV relativa alla descrizione dei diversi gradi<br />

di ipoplasia vermiana con modica rotazione verso l’alto<br />

del verme associata a differenti entità di raccolta liquida<br />

in fossa cranica posteriore. Raccomandano di abbandonare<br />

questo termine data la sua variabile definizione, l’assenza<br />

di specificità e la possibile confusione con la classica<br />

DWM.<br />

Dalla revisione della Letteratura si evidenzia che il termine<br />

DWV viene usato come sinonimo di ipoplasia vermiana<br />

isolata, di ipoplasia della parte inferiore del verme<br />

ed infine di disgenesia/agenesia vermiana associata a sindromi<br />

caratterizzate dal segno del dente molare (MTRS).<br />

L’uso di questo termine non specifico ha portato inoltre<br />

a correlarlo con outcome differenti nei diversi studi<br />

pubblicati. Estroff et al. (1992) hanno studiato 17 casi di<br />

DWV: 4 associate con ventricolomegalia lieve; 8 con anomalie<br />

extra SNC; in 5 casi il cariotipo era patologico; 6<br />

feti morirono in utero o durante il periodo neonatale, 2<br />

erano portatori di severo handicap ed i restanti 9 presentavano<br />

un normale sviluppo postnatale. Otto anni<br />

dopo, Ecker et al. (2000) hanno rilevato risultati differenti<br />

in uno studio più ampio su 49 feti con DWV: nell’85%<br />

dei casi erano riscontrate all’esame ecografico anomalie<br />

associate, delle quali la ventricolomegalia e i difetti cardiaci<br />

erano le più frequenti; il 36% dei cariotipi valutati<br />

era patologico. I sopravissuti al periodo neonatale erano<br />

13 dei quali 7 normali ed includevano 6 casi di DWV<br />

isolata. Nel recente articolo riguardante la diagnosi prenatale<br />

di malformazioni della fossa cranica posteriore,<br />

Limperopoulos et al. (2008) hanno abbandonato l’uso del<br />

termine DWV, ma sorprendentemente in questo articolo<br />

vengono distinte soltanto 2 patologie del verme: la<br />

DWM e l’ipoplasia della parte inferiore del verme mentre<br />

l’agenesia del verme non viene menzionata. L’ipoplasia<br />

della parte inferiore del verme veniva diagnosticata<br />

quando lo sviluppo del verme inferiore non copriva completamente<br />

il quarto ventricolo dopo le 18-20 settimane<br />

gestazionali. L’outcome in 19 di questi casi con ipoplasia<br />

vermiana inferiore individuata con RM prenatale<br />

era normale. Solo 3 bambini (con diagnosi postnatale<br />

confermata) presentavano ritardo motorio, del linguaggio<br />

e difficoltà funzionali, 6 avevano una RM postnatale<br />

normale e normale sviluppo (Limperopoulos et al., 2006).<br />

Ci permettiamo di ipotizzare che almeno alcuni di questi<br />

feti avevano solo un ritardo della rotazione o della<br />

31<br />

chiusura del verme anziché una vera ipoplasia della parte<br />

inferiore del verme e sono simili ai casi descritti da<br />

Zalel et al. (2006). Suggeriamo che la definizione di ipoplasia<br />

della parte inferiore del verme non dovrebbe essere<br />

basata solo su criteri morfologici ma dovrebbe essere<br />

integrata da un’anomala biometria del verme. Questo<br />

concetto viene rinforzato dal fatto che anche in bambini<br />

o adulti, l’ipoplasia isolata del verme inferiore non<br />

viene considerata da alcuni Autori come una condizione<br />

patologica (Patel, Barkovich, 2002). I termini di ipoplasia<br />

ed agenesia vermiana sono interscambiabili nella<br />

letteratura sulle anomalie del verme ma in realtà si tratta<br />

di due entità patologiche diverse, come viene chiaramente<br />

spiegato da Guibaud e des Portes (2006):<br />

Si definisce come “agenesia” la completa o la parziale assenza<br />

di una struttura anatomica. Nell’agenesia completa del<br />

verme, il verme è assente in toto, mentre nell’agenesia parziale,<br />

parte del verme è assente e la parte restante è anatomicamente<br />

di normale volume.A causa dello sviluppo del<br />

verme in senso cranio-caudale, l’agenesia parziale coinvolge<br />

la sua parte inferiore (caudale).<br />

Contrariamente, ipoplasia significa: “struttura anatomica<br />

completa ma piccola con una riduzione congenita del suo<br />

volume”. Di conseguenza, il termine ipoplasia del verme<br />

inferiore usato da Limperopoulos et al. (2006, 2008)<br />

dovrebbe essere in realtà un’agenesia parziale del verme.<br />

Quando emerge il sospetto di un’anomalia del verme, è<br />

importante conoscere le diverse entità patologiche e cercare<br />

di differenziarle in: DWM, ipoplasia del verme, agenesia<br />

del verme ed agenesia del verme con associata<br />

malformazione del tronco encefalico (MTRS e lissencefalia<br />

di tipo 2). Utilizzando l’approccio multiplanare descritto<br />

in precedenza (Fig. 1), è possibile differenziare la maggior<br />

parte di queste anomalie, ma non tutte (Tab. 2):<br />

1. quando tutte le misurazioni sono corrispondenti<br />

all’età gestazionale, due scissure vermiane vengono<br />

visualizzate con un rapporto 1:2 tra la parte superiore<br />

e quella inferiore ed il ponte appare normale<br />

ma si evidenzia una comunicazione tra IV ventricolo<br />

e cisterna magna, dovrebbe essere diagnosticata una<br />

ritardata chiusura del verme con prognosi buona;<br />

2. le patologie cerebrali possono essere associate ad<br />

aneuploidie (Ecker et al., 2000) e rappresentare un’indicazione<br />

alla diagnosi invasiva;<br />

3. quando il verme appare piccolo, interamente o una<br />

sua parte, ma tutti i suoi lobuli sono presenti e non<br />

ci sono altre anomalie associate, dovrebbe essere diagnosticata<br />

ipoplasia del verme. La prognosi non è<br />

ancora chiara in quanto può essere un trait dominante<br />

benigno oppure parte di una sindrome genetica.<br />

L’ipoplasia vermiana posteriore è stata descritta nella<br />

X fragile (Guerreiro et al., 1998; Mostofsky et al.,<br />

1998), per cui in questi casi suggeriamo il test diagnostico<br />

materno;<br />

4. in assenza del verme o della sua parte inferiore, la<br />

diagnosi è quella di agenesia vermiana, totale o parziale<br />

rispettivamente, e la prognosi dipende dalla pre-

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