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Area Soci - SIEOG

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gnosi dell’anomalia cerebellare. Steinlin et al. (2007) hanno<br />

riportato una casistica di 24 bambini con PCH di tipo<br />

2, caratterizzata da progressiva microcefalia e disordine<br />

della cinesi. Quattordici di questi feti sono stati esaminati<br />

nel secondo trimestre ed erano stati considerati normali;<br />

la circonferenza cranica era normale alla nascita in<br />

tutti e 24 nonostante successivamente abbiano sviluppato<br />

microcefalia. Questo studio evidenzia la problematica<br />

della diagnosi prenatale di PCH; in questi pazienti,<br />

l’unica possibilità di diagnosi prenatale è il riscontro di un<br />

piccolo cervelletto durante gli ultimi mesi della gravidanza<br />

ad un’ecografia di routine del terzo trimestre per la<br />

valutazione della crescita fetale. Poichè la valutazione del<br />

cervello in questo tipo di ecografia di solito non viene<br />

eseguita, la probabilità di una diagnosi corretta è molto<br />

bassa. Pazienti con anamnesi familiare positiva per ipoplasia<br />

cerebellare e forse anche i feti con misurazioni borderline<br />

del TCD, dovrebbero essere sottoposti ad esame<br />

del cervello fetale ad intervalli regolari di tempo<br />

durante la gravidanza con particolare attenzione allo sviluppo<br />

non solo del cervelletto ma anche del ponte. I genitori<br />

dovrebbero essere informati che anche nei casi di<br />

un normale sviluppo del cervelletto e del ponte la diagnosi<br />

prenatale di queste anomalie non è sempre possibile<br />

a causa dei diversi fenotipi patologici.<br />

DIAGNOSI DIFFERENZIALE<br />

NELL’AMBITO DELLE ANOMALIE<br />

CEREBELLARI MONOLATERALI<br />

Anomalie di un solo emisfero cerebellare caratterizzate<br />

da una diversa ecogenicità possono essere individuati a<br />

qualsiasi epoca gestazionale e solitamente sono riferibili<br />

ad un danno focale (Fig. 7) dovuto ad emorragia od<br />

infarto del tessuto cerebellare o dei tessuti circostanti<br />

oppure può essere il risultato finale di un’infezione intrauterina.<br />

Il principale problema diagnostico è che questo<br />

danno può insorgere in qualsiasi epoca gestazionale e<br />

quindi sfuggire alla diagnosi prenatale. L’emorragia cerebellare<br />

è rara ma un certo numero di casi è stato recentemente<br />

riportato (Ranzini et al., 1998; Goricour et al.,<br />

2006; Malinger et al., 2006). La lesione è inizialmente iperecogena<br />

in caso di emorragia o di infarto emorragico.<br />

Esami successivi dimostrano una graduale riduzione delle<br />

dimensioni dell’emisfero interessato con o senza una<br />

degenerazione cistica (Ranzini et al., 1998; Malinger et al.,<br />

2006). Raramente anche l’emisfero controlaterale può<br />

esserne interessato, così come il ponte e il midollo allungato.<br />

La prognosi è difficile da formulare ma in alcuni casi<br />

riportati ed anche in accordo con la nostra esperienza,<br />

questi bambini possono avere un normale sviluppo se<br />

la lesione non ha coinvolto il verme. L’infezione da citomegalovirus<br />

può colpire il cervelletto in diversi modi: calcificazioni<br />

cerebellari, disgenesia cerebellare e/o vermiana<br />

e cisti cerebellari sono state riportate (Malinger et<br />

al., 2003). La diagnosi differenziale in pazienti con iperecogenicità<br />

intracerebellare dovrebbe includere un’eventuale<br />

malformazione vascolare non emorragica. In que-<br />

36<br />

A<br />

B<br />

Figura 7. Emorragia cerebellare a 18 (A) e 21 (B) settimane<br />

gestazionali con atrofia emisferica quasi completa.<br />

La gravidanza è stata interrotta a 23 settimane; l’autopsia<br />

non è riuscita a dimostrare l’esistenza di una lesione cerebellare<br />

o vermiana.<br />

sti casi la lesione rimarrà invariata durante la gravidanza.<br />

La RM può essere utile per escludere la presenza o<br />

meno di emorragia (Guibaud et al., 2003). In alcuni casi<br />

può essere difficile differenziare tra lesione cerebellare<br />

e trombosi durale adiacente al cervelletto (Laurichesse<br />

Delmas et al., 2008); l’uso di RM è stato proposto anche<br />

in questo caso come supporto nella diagnosi differenziale.<br />

La diagnosi differenziale è molto importante ai fini<br />

prognostici.<br />

CONCLUSIONE<br />

L’introduzione di tecniche avanzate di imaging ha enormemente<br />

migliorato la capacità diagnostica riguardante<br />

l’anatomia e la patologia del cervelletto fetale. Nonostante<br />

questo, l’esame del cervelletto fetale rimane problematico.<br />

Sono consigliabili esami seriati ed invio della<br />

paziente in Centri di riferimento sia in caso di anomalie

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