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IL RUOLO DELLA RISONANZA<br />

MAGNETICA<br />

V. D’Addario<br />

Dipartimento di Ginecologia, Ostetricia e Neonatologia,<br />

Università di Bari<br />

Se si esamina la Letteratura scientifica degli ultimi anni si<br />

può notare una crescita esponenziale di pubblicazioni sull’uso<br />

della RM fetale, in particolare nella valutazione delle<br />

patologie cerebrali. A parte l’interesse scientifico e di<br />

ricerca, è necessario chiedersi quanto effettivamente serva<br />

tale procedura, in quali patologie il suo ruolo è determinante<br />

per il raggiungimento di una corretta diagnosi<br />

prenatale e se l’intervento della RM porta ad una modifica<br />

del management del caso.<br />

La RM è senza dubbio una tecnica estremamente valida<br />

Esistono anche dei limiti della RM fetale:<br />

• I movimenti del feto per anni hanno rappresentato<br />

un problema: l’avvento di sequenze rapide T2<br />

pesate (SS-FSE = single shot fast spin echo;<br />

HASTE = half Fourier aquired single shot turbo<br />

spin echo) che consentono acquisizioni in meno<br />

Opinion<br />

41<br />

e “impressionante” per la visualizzazione dell’encefalo fetale.<br />

Essa ha numerosi vantaggi rispetto all’ecografia:<br />

• ha una elevata risoluzione di contrasto che consente<br />

una dettagliata valutazione dei tessuti cerebrali;<br />

• permette la corretta visualizzazione di entrambi<br />

gli emisferi cerebrali a differenza dell’ecografia nella<br />

quale l’emisfero prossimale è mal valutabile per<br />

gli artefatti da riverbero;<br />

• non è limitata dall’eventuale oligoidramnios, da<br />

posizioni “ostili” del feto e dai coni d’ombra delle<br />

strutture craniche che invece impoveriscono le<br />

immagini ecografiche.<br />

Per questi motivi la RM consente una valutazione più dettagliata<br />

del cervello nelle sue diverse fasi di sviluppo, inclusa<br />

una visualizzazione diretta della corteccia e della sua girazione,<br />

cosa estremamente difficile e spesso impossibile con<br />

l’ecografia, ma la cui valutazione è critica per l’identificazione<br />

di alcune patologie cerebrali congenite (Fig. 1).<br />

A B C<br />

Figura 1. Scansioni assiali e coronali dell’encefalo fetale a 22 (A), 28 (B) e 32 settimane (C). Evidente la progressione dei<br />

processi di girazione.<br />

di un secondo, ha fatto sì che la RM, da esame di<br />

nicchia limitato quasi esclusivamente alla ricerca,<br />

sia diventato un esame clinico a tutti gli effetti.<br />

• Le piccole dimensioni delle strutture da esaminare<br />

e la loro distanza dal magnete ne limitano l’uso<br />

nella prima metà della gravidanza.

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