DOTT. ROVAI lineeguidascrapie.pdf - Medicina Veterinaria
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A differenza della BSE del bovino la Scrapie può essere trasmessa naturalmente<br />
per via orizzontale da animale malato ad animale sano.<br />
È nota una via di trasmissione della malattia da madre a feto nel periodo perinatale<br />
nonché la presenza di meccanismi di trasmissione orizzontale mediante l’assunzione<br />
per via orale di materiale infetto. La maggior fonte di contaminazione “su<br />
campo” è costituita dalle placente e dai residui del parto.<br />
I tessuti infetti si localizzano non solo nel sistema nervoso centrale ma anche<br />
negli organi del sistema reticolo-endoteliale e linfatico degli ovini e dei caprini (tonsille,<br />
linfonodi, milza ecc.).<br />
Recenti acquisizioni scientifiche hanno evidenziato la diffusione dei depositi<br />
di proteina prionica Scrapie associata - PrPsc, nelle fibre muscolari, nel parenchima<br />
renale e nelle ghiandole salivari degli animali malati.<br />
Tali informazioni sulla distribuzione della proteina prionica, sono di fondamentale<br />
importanza ai fini dell’epidemiologia della malattia e delle conseguenti strategie<br />
di diagnosi ed eradicazione.<br />
La Variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob nell’uomo è stata correlata<br />
all’epidemia di BSE nei bovini. Prove sperimentali hanno dimostrato che gli ovini<br />
possono essere infettati anche dalla BSE. Il primo caso di BSE “naturale” in una capra<br />
è stato confermato ufficialmente il 28 gennaio 2005 in Francia.<br />
Negli ovini colpiti da BSE sperimentale le caratteristiche della malattia, la sintomatologia,<br />
la trasmissibilità e la distribuzione dell’agente infettante nell’organismo<br />
sono identiche a quelle della Scrapie.<br />
La sovrapponibilità del quadro anatomo patologico della Scrapie e della BSE<br />
negli ovini, nonchè la diffusione della BSE ovina anche nei tessuti degli ovicaprini impedirebbe<br />
la possibilità di poter garantire l’allontanamento delle parti infette al macello e,<br />
quindi di consentire la commercializzazione delle residue parti indenni della carcassa.<br />
Le frequenti reifezioni osservate in allevamenti colpiti da Scrapie, sottoposti a<br />
stamping-out, alla eliminazione e distruzione delle attrezzature potenzialmente infette<br />
nonché alla disinfezione profonda delle strutture d’allevamento, rendono verosimile<br />
l’ipotesi di una elevata resistenza ambientale dell’infettività.<br />
Numerosi studi motivano la teoria di persistenza del prione nel terreno, la sua<br />
resistenza offre un potenziale ruolo di reservoire ambientale di infezione persistente<br />
per anni e sembra contribuire alla trasmissione orizzontale delle malattie da prione. E’<br />
pertanto oggetto di preoccupazione della Comunità Europea e ciò motiva il vivissimo<br />
interesse nel campo della ricerca<br />
L’agente della Scrapie (Prione) non è rilevabile nei soggetti colpiti dalla malattia.<br />
L’infezione viene confermata mediante l’evidenziazione della forma patologica<br />
della proteina prionica cellulare nei tessuti dell’ospite infetto (Western Blot).<br />
Tale diagnosi viene attualmente effettuata post-mortem su tessuto nervoso centrale<br />
(obex e cervelletto). Non è possibile effettuare una diagnosi rapida e precoce in<br />
vivo (ad esempio con test su sangue), quindi la profilassi classica basata sulla diagnosi<br />
precoce non è attuabile per il controllo della malattia.<br />
L’impossibilità di effettuare una diagnosi precoce in vivo, le caratteristiche di<br />
trasmissibilità della Scrapie e l’esistenza di un’associazione tra agente infettante e sensibilità<br />
genetica degli ovini rendono assai problematico il controllo della Scrapie negli<br />
ovini e nei caprini.<br />
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