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GIORGIO LUPATTELLI, Magione, Perugia 1958 L’opera di Giorgio Lupattelli si caratterizza per un’attenta osservazione del mondo fi ltrata dai moderni mezzi di comunicazione. L’autore s’impossessa della storia e degli usi e costumi dell’umanità, facendo una sorta di “zapping” nella moda, nel cinema, nella televisione, nella pubblicità, nella musica, nella religione e nella scienza. La sua rifl essione verte principalmente sulla tendenza dell’uomo contemporaneo alla manipolazione genetica e quindi alla resistenza della vita sulla morte. La forte curiosità scientifi ca e grafi ca di Lupattelli lo ha condotto attraverso un percorso artistico anomalo e diffi cilmente collocabile nelle situazioni oggi esistenti. La ricerca sull’immagine, il prelievo fotografi co e sonoro dal mondo della comunicazione, l’utilizzo della luce, spingono a situare il suo lavoro sotto l’etichetta di “pittura mediale”. In realtà però l’artista non ha mai utilizzato solamente il mezzo pittorico, si è servito di molte altre tecniche come la fotografi a, l’installazione, recentemente la scultura e il video. La mostra “Buildings” (2006) ha segnato un punto di svolta nel percorso dell’artista, spostando maggiormente la sua ricerca sull’aspetto scientifi co, insistendo su concetti come la manipolazione genetica, la costruzione meccanica, la ricerca medica, le teorie e le formule matematiche, chimiche, fi siche, unite alle problematiche d’ordine etico derivanti dalla volontà dell’uomo di prendere in mano le redini del suo destino. Tutto questo evitando sempre una presa di posizione sulle grandi tematiche; il compito dell’artista è sollevare i problemi non dare le soluzioni. Con la mostra “Freon” (2007), Lupattelli fa riferimento alla famiglia di gas derivati dal metano che hanno trovato largo impiego nell’industria del freddo, come fl uidi del ciclo frigorifero. Il freon abbassa la temperatura favorendo la conservazione degli alimenti, così come le vicende della vita rallentano l’inevitabilità della morte. Il freon, paradossalmente, mentre diminuisce il grado di calore dei cibi alza quello del pianeta, poiché tra i gas responsabili del buco nell’ozono. Il freon esprime perfettamente il senso del disperato tentativo dell’uomo contemporaneo di prolungare la giovinezza, allontanando il sopraggiungere della morte. Freon quindi come metafora dell’esistenza. Nel video “Delta Esse Maggiore di Zero” (2005) l’artista si ispira alla formula del 2° principio della termodinamica (∆S>0), che si fonda sull’introduzione di una nuova funzione di stato, l’entropia, in altre parole tendenza di un sistema fi sico (o più in generale dell’universo) al caos, al disordine, all’autodistruzione. Nel light box presentato qui a Chiari, invece, Lupattelli cita la teoria della relatività di Albert Einstein (E=mc 2 – l’energia è uguale alla massa per la velocità della luce al quadrato), rifl ettendo su come che la massa “m” è equivalente all’energia “E” e la velocità della luce “c” sia l’unica costante immutabile. Invitato a realizzare un lavoro sul tema della luce, l’artista lo affronta a livello concettuale da un punto di vista scientifi co, mentre come traduzione pratica si affi da alla simulazione dei moderni schermi televisivi in 16:9, dove la luce si fa veicolo di tutte le informazioni e attività riguardanti il nostro tempo. L.P.
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CHIARImenti luce arte industria Art
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Terzo appuntamento espositivo in Vi
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uolo del fare, non condizionato dag
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cronologica” nella storia dell’
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ALBERTO BIASI, Padova 1937 Fra i pr
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Alberto Biasi Light Prisms, Macchin
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NOTE 1) Achille Bonito Oliva, Fluxu
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JOSEPH KOSUTH, Toledo, Ohio 1945
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scrisse in una sua autobiografi a,
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BEN PATTERSON, Pittsburgh 1934 Moto
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CARLO BERNARDINI, Viterbo 1966 “O
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