81 pagina
CUOGHI CORSELLO Monica Cuoghi, Sermide, Mantova 1965 Claudio Corsello, Bologna 1964 Cuoghi Corsello hanno occupato la loro prima fabbrica l’11-11-1994. Si trovava al numero civico n°11 e all’uscita 11 bis della tangenziale. Per 11 anni hanno preso possesso di fabbricati industriali abbandonati in giro per Bologna. La magia dei numeri è all’ordine del giorno per questi artisti. Oggi i tempi sono cambiati e così anche la loro vita. Ora è la città il territorio d’azione, lo spazio da “occupare” con il benestare dei proprietari, così come d’altronde è sempre accaduto. Paradossalmente, infatti, la conquista dei vari territori è sempre avvenuta pacifi camente, trovando il consenso di chi quelle fabbriche le aveva dismesse, scoprendo nell’avvento dei due artisti una risorsa più che un disturbo. Al posto di spaccio e violenza, che da sempre abita questi luoghi in disuso, Cuoghi Corsello hanno portato la loro arte, quella che li unisce fi n dai tempi dell’Accademia. La prima fabbrica occupata è stata il “Giardino dei Bucintori”, gli ex Magazzini Generali Raccordati della Banca Del Monte, lungo la ferrovia di Bologna, nei quali hanno vissuto dal 1994 al 1996. Senza acqua e privi dei normali comfort, gli artisti hanno così iniziato il loro particolare stile di vita e d’arte. Il lavoro artistico diventa il ripristino di questi luoghi abbandonati, donandogli vitalità, riempiendoli di nuove energie e personaggi di fantasia. Le fabbriche non solo diventano l’abitazione e lo studio di Cuoghi Corsello, ma anche un museo delle loro opere, piuttosto che luogo d’incontro di giovani creativi d’ogni estrazione e provenienza. Il 1996 è l’anno del primo trasloco, dopo un breve periodo trascorso in un garage, i due artisti si trasferiscono fi no al 2001 nell’ex fabbrica di materassi Silma, da loro chiamata “Cime tempestose”. L’arredo improvvisato della nuova casa diventa una sorta d’installazione, non si distingue cosa è arte e cosa è vita. Poi arriva il momento della “Fiat”, l’ex concessionaria, forse l’occupazione più memorabile (2001-2005). Una superfi cie vastissima concepita come opera unica, con grandi installazioni ambientali e animata dalla presenza stessa degli artisti, dal loro cantare tutte le notti o dal percorrere con amore questi grandi spazi semi vuoti, amandoli in tutti i particolari. Il più esteso atelier mai visto, con una stanza per la pittura, una per la musica, per non parlare della sala conferenze. La pluralità linguistica da sempre li caratterizza: attività di writer, performance, video, animazioni, suoni, sculture, fotografi e e light box. Quest’ultimi, realizzati negli exspazi industriali occupati, mantengono vivi i personaggi da loro creati sui muri delle città, come “Pea Brain”, “CaneK8”, “Petronill”a, “Bello”, “Cocaina”, “Kit”, “Schifi o” e “Suf.” Le loro sculture di luce hanno la particolarità di cambiare colore illuminando suggestivamente una grande stanza, oppure, come in questo caso, di ipnotizzare il visitatore grazie l’accensione e lo spegnimento degli occhi del personaggio rappresentato. La grande sensibilità che contraddistingue Cuoghi Corsello gli permette di far risaltare in termini emozionali i più piccoli dettagli che percepiscono dalle esperienze quotidiane. Il luogo, la vita e le opere di Cuoghi Corsello sono una cosa sola, come i loro cognomi, privi della «e» di congiunzione. L.P.
- Page 2:
CHIARImenti luce arte industria Art
- Page 6 and 7:
Artisti & Percorsi Le ricerche stor
- Page 8 and 9:
Terzo appuntamento espositivo in Vi
- Page 10 and 11:
uolo del fare, non condizionato dag
- Page 12 and 13:
semantico; dove la luce si piega a
- Page 14:
cronologica” nella storia dell’
- Page 17 and 18:
ALBERTO BIASI, Padova 1937 Fra i pr
- Page 20:
Alberto Biasi Light Prisms, Macchin
- Page 24 and 25:
23 pagina Alberto Biasi Luce…e la
- Page 26:
NOTE 1) Achille Bonito Oliva, Fluxu
- Page 29 and 30:
JOSEPH KOSUTH, Toledo, Ohio 1945
- Page 32 and 33: 31 pagina
- Page 34: scrisse in una sua autobiografi a,
- Page 37 and 38: BEN PATTERSON, Pittsburgh 1934 Moto
- Page 40: 39 pagina
- Page 43 and 44: CARLO BERNARDINI, Viterbo 1966 “O
- Page 46 and 47: 45 pagina
- Page 48: NOTE 1) L’artista è stato invita
- Page 51 and 52: BEPPE BONETTI, Rovato, Brescia 1951
- Page 54 and 55: 53 pagina
- Page 56: pagina seguente Bonomo Faita Bandie
- Page 59 and 60: GIORGIO LAVERI, Savona 1954 Fondato
- Page 63 and 64: MASSIMO LIOTTI, Roma 1965 La ricerc
- Page 66 and 67: 65 pagina
- Page 68: ifl ettere, insieme al suo artefi c
- Page 72: 71 pagina
- Page 75 and 76: LAURA AMBROSI, Soave, Verona 1959 C
- Page 78 and 79: 77 pagina
- Page 80: C. Cullinan + J. Richards (ART-LAB)
- Page 86 and 87: 85 pagina
- Page 88: Marco De Luca Non tutti gli incante
- Page 91 and 92: FRANCESCO DE MOLFETTA (Milano 1979)
- Page 94 and 95: Francesco De Molfetta Il Tassì 200
- Page 96: NOTE 1) Questa l’immagine della c
- Page 99 and 100: CHRISTIAN EISENBERGER, Graz, 1978 L
- Page 102 and 103: 101 pagina
- Page 104: Giorgio Lupattelli E=mc 2 2004 - 20
- Page 107 and 108: VINCENZO MARSIGLIA, Belvedere Marit
- Page 110 and 111: 109 pagina
- Page 112: Marco Samorè Storia di uno che se
- Page 116: VILLA MAZZOTTI Commissionata dal co
- Page 121 and 122: CHIARImenti luce arte industria - A