CHIARImenti - Colossi Arte Contemporanea
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luce-arte-industria, una storia ancora da<br />
raccontare.<br />
“…Chiediamo a tutti gli uomini di scienza<br />
del mondo, i quali sanno che l’arte è una<br />
necessità vitale della specie, che orientino<br />
una parte delle loro investigazioni verso la<br />
scoperta di questa sostanza luminosa e<br />
malleabile…”. (1)<br />
Un appello. Una richiesta. Una speranza<br />
carica di promesse e di premonizioni. Con<br />
queste parole Lucio Fontana si esprimeva<br />
nel “Manifi esto Blanco”. Era il 1946: forte<br />
delle esperienze e dei linguaggi artistici<br />
legati e indotti dalle scoperte scientifi che<br />
del Novecento, l’artista chiedeva a scienziati,<br />
tecnici, esperti di settore, industriali, di donare<br />
una parte del loro sapere e dei loro strumenti<br />
ad una “…arte spaziale, per ora, neon, luce<br />
di Wood, televisione, la quarta dimensione<br />
ideale dell’architettura…si va formando una<br />
nuova estetica, forme luminose attraversano<br />
gli spazi”. (2)<br />
È con queste parole che ritengo possano<br />
condensarsi lo spirito e le tensioni che<br />
animano e si ritrovano in questa mostra,<br />
dedicata, in primo luogo, alla luce, da oltre<br />
un secolo medium espressivo dell’arte<br />
contemporanea: strumento e insieme<br />
linguaggio, forma e dimensione, materiale<br />
costruttivo e fonte d’ispirazione sempre<br />
diversa anche per le oltre trenta opere<br />
esposte, alcune delle quali, ci tengo a dirlo<br />
fi n da ora, site-specifi c. Tutte chiamate<br />
a confrontarsi con gli spazi di una sede<br />
espositiva abbastanza “impegnativa”, carica<br />
di storia, e “fi sicamente” ricca di arredi,<br />
elementi decorativi e presenze architettoniche<br />
che volutamente abbiamo lasciato interagire<br />
con le opere stesse, chiedendo agli artisti<br />
di metterle in relazione il più strettamente<br />
possibile con gli ambienti e le strutture<br />
esistenti. Una liaison riuscita, credo, come<br />
testimoniano le immagini riprodotte in<br />
catalogo.<br />
Neon, luce di Wood, luce elettrica. Prismi<br />
luminosi, light box, ombre di luce. Sinestesie<br />
e contrasti. Environments e lettering. Insegne<br />
e scritture di luce. Luci polarizzate, pulsanti,<br />
soffuse. Dichiarate e sottintese. Accennate<br />
ed esaltate.<br />
Procediamo con ordine.<br />
Se è vero che la storia dell’arte è – anche –<br />
una delle possibili storie della luce, naturale<br />
e artifi ciale, spontanea o progettata, (3) le<br />
relazioni fra luce, arte e industria, il legame<br />
con le scienze, con l’architettura e con la<br />
tecnologia, ed il ruolo giocato dalle aziende<br />
produttrici di luce nei confronti delle richieste<br />
degli artisti, si evidenziano soprattutto agli<br />
albori della Modernità, fra la fi ne del XIX e<br />
l’inizio del XX secolo: quando la creazione<br />
artistica si confronta e relaziona con le<br />
forme e le dimensioni delle nuove metropoli<br />
illuminate, fonti di choc visivo e di suggestioni;<br />
dove le luci a gas prima, elettriche poi, ad<br />
arco, a incandescenza, stimolano racconti,<br />
suscitano tensioni creative, eccitano nuove<br />
iconografi e, provocano ora sotterranei<br />
smarrimenti ora esaltanti illuminazioni. Fra<br />
deliri da Notti bianche e stupori di Passages,<br />
occhi sorveglianti di vigili lanterne ed effi mere<br />
trasparenze di padiglioni da Esposizioni<br />
Universali, splendori di Gallerie Umbertine e<br />
sospiri di Ville Lumiere, la ricerca artistica ora<br />
s’accecava, ora si rischiarava di fronte alle<br />
nuove scoperte scientifi che e tecnologiche<br />
nel campo della luce. (4)<br />
Una storia che, volendo tenere saldi i tre<br />
riferimenti del titolo della mostra, potrebbe<br />
essere raccontata in due scenari paralleli,<br />
eppure tangenti, sui quali s’incrociano<br />
esperienze diverse: dove la luce si traduce<br />
in segno e forma di un rapporto irrazionale<br />
con l’arte, innescando un cortocircuito