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CHIARImenti - Colossi Arte Contemporanea

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MARCO DE LUCA, Torino, 1964<br />

La ricerca artistica di Marco De Luca indaga il<br />

rapporto tra l’individuo e l’ambiente, in termini<br />

sia mentali, che fi sici o sociali, toccando i<br />

temi del desiderio, del gioco, della memoria<br />

personale e collettiva. Si esprime con la<br />

scultura e l’installazione, il video, il disegno e<br />

la pittura.<br />

«Parte della mia ricerca» scrive De Luca, «è<br />

rivolta alla progettazione di oggetti e ambienti<br />

che interrogano la sfera del comportamento.<br />

Mi interessa rifl ettere sul rapporto di reciproco<br />

condizionamento – e quindi di adattamento e<br />

trasformazione - che si stabilisce, attraverso<br />

l’uso, tra un oggetto, un ambiente, un luogo e<br />

la persona che vi si relaziona».<br />

“Sistemi di adattamento”, titolo di un suo ciclo<br />

di lavori avviato nel 1999, sintetizza molto bene<br />

la fi losofi a che guida queste opere, intese come<br />

dispositivi destinati a sovvertire l’accezione<br />

funzionale e normata di “adatto” attraverso<br />

l’adattamento al piacere, alla condivisione, al<br />

gesto “liberato”. Sculture dai rigorosi volumi<br />

geometrici quando chiuse, i “Mobili da uffi cio”<br />

(1999-2001) una volta aperti consentono<br />

di spostarsi altrove, di inceppare il ritmo<br />

lavorativo quotidiano, assecondando, ciascuno<br />

in modo specifi co, attività quali la lettura, il<br />

fumo, la preparazione del caffè. Tra le opere<br />

di questo ciclo uno zaino multifunzionale,<br />

realizzato e accessoriato dall’artista con<br />

elementi destinati a fare fronte a situazioni<br />

di emergenza, quali l’air-bag e le cinture di<br />

sicurezza, diviene, nel video che ne mostra le<br />

possibilità d’uso, un’altalena, un cuscino, uno<br />

strumento apparentemente paradossale, ideale<br />

per lasciarsi andare (“Zainetto”, 2000-2001).<br />

Tra i suoi progetti più recenti ha realizzato,<br />

nel parco giochi di Settimo Rottaro, un<br />

Comune della provincia di Torino, una grande<br />

scultura ludica progettata come uno spazio<br />

trasformabile sui desideri di quei bambini che<br />

ne saranno i principali fruitori, e destinata<br />

all’intera comunità degli abitanti. In perfetto<br />

equilibrio tra arte e design, questo progetto<br />

permette una moltiplicazione esponenziale<br />

di possibilità d’uso e di invenzioni, così come<br />

suggerito dal titolo dell’opera: “Al cubo”<br />

(2006).<br />

Per Villa Mazzotti, De Luca realizza<br />

l’installazione “Non tutti gli incantesimi volano”,<br />

titolo tratto da una poesia di John Keats. Si<br />

tratta di sette scritte al neon a luce bianca<br />

che riproducono in corsivo il nome dei colori<br />

che compongono l’arcobaleno: violetto, rosso,<br />

blu, arancione, giallo, indaco, verde. Installate<br />

a terra in ordine sparso, come disperse dopo<br />

una caduta, queste parole luminose rifl ettono<br />

su un fenomeno fi sico che si manifesta nella<br />

meraviglia di un incantesimo, di un miraggio,<br />

e che nei tempi ha assunto diversi signifi cati:<br />

in passato metafora del passaggio dal terreno<br />

al divino, oggi utilizzato come simbolo di<br />

associazioni umanitarie e della rivendicazione<br />

dei diritti umani. Con l’arcobaleno scomposto<br />

nelle sue singole unità, l’artista allude a<br />

una situazione contemporanea sempre più<br />

contrassegnata dalla sfi ducia nel presente e<br />

dalla diffi cile proiezione nel futuro, lasciando<br />

al tempo stesso al visitatore la possibilità di<br />

ricomporre il miraggio e la sua carica utopica.<br />

I colori, resi invisibili, restano infatti presenti<br />

all’interno delle sette parole al neon, illuminate<br />

da una luce volutamente senza colore che<br />

racchiude in sé l’intero spettro dei colori<br />

reali. Se la somma dei colori genera il bianco,<br />

signifi ca che all’interno di quelle parole senza<br />

pigmento sono ancora contenuti, seppure in<br />

forma potenziale, tutti i colori dell’arcobaleno,<br />

pronti per generare nuove combinazioni,<br />

nuovi linguaggi. L’opera diventa così un punto<br />

di partenza, una serie di parole consegnate<br />

all’immaginazione.<br />

L.P.

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