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CHIARImenti - Colossi Arte Contemporanea

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spaziali, ma suggerisce all’immaginazione<br />

dello spettatore ambigue compenetrazioni<br />

dimensionali. (3)<br />

La versione presentata di “Eco”, esposta<br />

per la prima volta al Padiglione d’<strong>Arte</strong><br />

<strong>Contemporanea</strong> di Ferrara nel 1976, consiste<br />

in una tela rettangolare che, essendo stata<br />

trattata con materiali fotosensibili, assume<br />

la peculiarità di poter essere impressionata<br />

per breve tempo, quasi si trattasse di un<br />

procedimento fotografi co; l’opera indaga<br />

soprattutto il ruolo del fruitore, chiamato<br />

a completarla attraverso la presenza del<br />

proprio corpo o di parte di esso: il risultato<br />

consiste nella traccia lasciata, per un tempo<br />

di circa trenta secondi, sulla tela stessa.<br />

L’artista, concedendo allo spettatore la<br />

discrezionalità del gesto, non ne vincola<br />

NOTE<br />

1) Completata da una attenta bibliografi a è la pubblicazione<br />

“Alberto Biasi – Antologica”, a cura di G. C. Argan, D.<br />

Banzato et al., catalogo della mostra, Padova, Museo Civico<br />

agli Eremitani, 25 giugno-30 ottobre 1988, Padova 1988.<br />

2) Cito solo il pionieristico saggio di Umberto Eco,<br />

“<strong>Arte</strong> programmata, arte cinetica, opere moltiplicate,<br />

opera aperta” pubblicato per la prima volta in occasione<br />

della mostra “<strong>Arte</strong> Programmata” la cui prima sede<br />

espositiva fu il Negozio Olivetti a Milano, organizzata<br />

da Bruno Munari e Giorgio Soavi cui partecipavano:<br />

Giovanni Anceschi (Percorsi fl uidi orizzontali); Davide<br />

Boriani (Superfi cie magnetica); Gianni Colombo<br />

(Strutturazione fl uida); Gabriele De Vecchi (e.r.m.n.t. 1961);<br />

Enzo Mari (Opera n. 649); Bruno Munari (Nove sfere in<br />

le forme d’intervento, e permette così una<br />

continua variabilità e casualità d’immagini:<br />

l’opera e l’individuo, mediante la loro<br />

interazione, generano quindi un processo di<br />

continuo divenire soggetto-oggetto.<br />

Infi ne, “Luce…e la sua ombra”, pare quasi<br />

essere la visualizzazione concettuale e<br />

ridotta ai minimi termini delle sue ricerche<br />

con la luce: l’opera consiste infatti in una<br />

superfi ce bianca, illuminata da una lampada<br />

che, pur essendo essa stessa fonte di luce<br />

e non potendo dunque avere ombra, qui la<br />

“ritrova”. “In altre parole – racconta Biasi<br />

– ecco che anche la luce…possiede la sua<br />

ombra. E l’ombra diventa il doppio della<br />

luce. Qualcuno sostiene che l’ombra sia<br />

l’occultamento della verità…in questo caso<br />

occulta o svela la vera luce?”<br />

I. B.<br />

colonna); Gruppo N (Rilievo ottico-dinamico, Visione<br />

dinamica, Interferenza geometrica, Bispazio Instabile) e<br />

Grazia Varisco (Ox9xX). Ampliata con il G R A V e Alviani,<br />

la stessa mostra passava a Venezia e a Roma nello stesso<br />

anno.<br />

3) Per ulteriori approfondimenti rimando alle ricerche ed<br />

alla conferenza tenuta da Alberto Biasi a Parma, Ridotto<br />

del Teatro Regio, giovedì 13 dicembre 2007 in occasione<br />

di “Città e luce. Fenomenologia del paesaggio illuminato”:<br />

ricerche, conferenze, interventi, mostra e pubblicazioni<br />

coordinati e curati da Francesca Zanella con I. Bignotti,<br />

M. Scotti, V. Strukelj et al., in occasione del Festival<br />

dell’Architettura di Parma, Modena e Reggio Emilia, 2007-<br />

2008, pubblicati sul sito www.festivalarchitettura.it.<br />

17 pagina

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