Ring 003 - Parliamo di Videogiochi
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:INDEPTH: <strong>Ring</strong>#3<br />
la storia. In altre parole, una<br />
delle regole implicite della narrazione<br />
è che ciò che si vede è<br />
importante, il resto no. I miti<br />
sovvertono queste regole con<br />
un continuo gioco <strong>di</strong> assenza e<br />
presenza, con un continuo ri-<br />
baltamento <strong>di</strong> causa ed effetto.<br />
Si <strong>di</strong>venta leggenda non quando<br />
la gente ti vede fare qualcosa<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong>oso, ma quando la<br />
gente comincia a raccontare<br />
che hai fatto qualcosa <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>oso.<br />
Sephiroth è <strong>di</strong>ventato un<br />
18<br />
mito proprio grazie a questo.<br />
Forse un’altra volta ci chiederemo<br />
perché questo personaggio<br />
risulti un antagonista atipico,<br />
per ora restiamo a contemplarne<br />
affascinati la grandezza<br />
del mito.<br />
In bilICO: La favola moderna tra fiaba e anti-fiaba__<br />
[Ico e Shrek a confronto]<br />
<strong>di</strong> Cristiano Bonora<br />
È un paragone stucchevole, impreve<strong>di</strong>bile,<br />
quello che vi propongo.<br />
Ico, il videogioco assurto<br />
allo status <strong>di</strong> poesia per acclamazione<br />
popolare, abbinato<br />
all’irriverente, ironico film <strong>di</strong><br />
Shrek.<br />
Che cosa può legare due produzioni<br />
in apparenza così antitetiche?<br />
Non il me<strong>di</strong>um che le<br />
ospita, non il taglio stilistico che<br />
le contrad<strong>di</strong>stingue, né tanto<br />
meno gli emisferi creativi che le<br />
hanno generate: la carica estroversa<br />
dell’animazione stelle<br />
e strisce e l’estro composto <strong>di</strong><br />
uno sparuto manipolo <strong>di</strong> coder<br />
del Sol Levante. Ico e Shrek<br />
agli antipo<strong>di</strong>. No, Ico e Shrek<br />
a braccetto. Fidatevi. E che<br />
Yorda non ne abbia <strong>di</strong> che ingelosirsi…<br />
DarknessHeir nel suo Indepth<br />
ha parlato <strong>di</strong> archetipi, illustrando<br />
le potenzialità espressive<br />
della classicità <strong>di</strong> certe figure,<br />
qualora collocate all’interno<br />
<strong>di</strong> un contesto espressivo<br />
idoneo e <strong>di</strong>sposte alla trasmissione<br />
<strong>di</strong> un messaggio. La tesi<br />
che si propone in questa sede<br />
punta piuttosto a riconsiderare<br />
tali archetipi, in virtù della loro<br />
collocazione e del loro utilizzo,<br />
in or<strong>di</strong>ne alla trasgressione <strong>di</strong><br />
un ulteriore archetipo, l’archetipo<br />
favolistico.<br />
Il bambino coraggioso, la<br />
fanciulla eterea, l’orco brutto e<br />
la principessa bellissima. Tutti<br />
archetipi, non si scappa. Ma<br />
dove sono stati inseriti questi<br />
personaggi? Nell’archetipico<br />
contesto favolistico cui generalmente<br />
li associamo? Forse,<br />
ma se esiste una collocazione<br />
“esatta” ove inserire queste figure,<br />
una volta identificato un<br />
modello <strong>di</strong> narrazione favolistica<br />
a loro idoneo, <strong>di</strong> certo non è<br />
lì che sono stati incasellati. Perché<br />
Ico e Shrek, così come i<br />
loro partner, sono stati inseriti<br />
all’interno <strong>di</strong> un modello narrativo<br />
che sbugiarda imme<strong>di</strong>atamente<br />
se stesso, sviluppando la<br />
propria identità artistico-narrativa<br />
nella costante tensione tra<br />
fiaba e anti-fiaba.<br />
La Bella Addormentata nel Bosco<br />
(Disney, cinema, animazione, 1987)<br />
Celebre pellicola Disney ispirata alla favola <strong>di</strong> Charles<br />
Perrault. Una donna bellissima che non fa altro<br />
che dormire viene risvegliata dal bacio <strong>di</strong> un bellissimo<br />
principe, che dopo aver sconfitto ogni genere<br />
<strong>di</strong> mostruosità la farà vivere per sempre felice e<br />
contenta.<br />
Ha ancora senso proporre questi racconti alle già<br />
sufficientemente imbambolate bambine <strong>di</strong> oggi, che<br />
già a <strong>di</strong>eci anni se la tirano come prime donne e si<br />
fanno desiderare come droghe da ragazzini preadolescenti<br />
già asserviti alla religione del triangolo?<br />
E soprattutto, dopo anni <strong>di</strong> sonno profondo, alla<br />
principessa non sarà puzzato l'alito in maniera oltretombale?<br />
La fiaba de La Bella Addormentata<br />
nel Bosco la conosciamo<br />
tutti. Questo è l’archetipo favolistico<br />
cui faremo riferimento<br />
per smascherare la natura sovversiva<br />
(o meglio, sovvertita,<br />
come vedremo più avanti) del<br />
percorso narrativo <strong>di</strong> Ico e<br />
Shrek.<br />
Partiamo dalla cosa più facile:<br />
la fanciulla da salvare. No problem,<br />
ce l’abbiamo. Yorda e<br />
Fiona, entrambe bellissime,<br />
rapite a se stesse e tenute prigioniere<br />
all’interno <strong>di</strong> un castello.<br />
Ora occorre un eroe che si<br />
rimbocchi le maniche e che in<br />
un’overdose <strong>di</strong> coraggio poggi<br />
le palle sul suo fido destriero e<br />
faccia rotta verso il castello per<br />
trarre in salvo la sua bella. La<br />
sequenza introduttiva <strong>di</strong> Ico<br />
però parla chiaro: qualcuno si<br />
sta <strong>di</strong>rigendo verso il castello. E<br />
quel qualcuno è in sella a un<br />
cavallo ed è ad<strong>di</strong>rittura la stessa<br />
persona che cercherà <strong>di</strong> liberare<br />
Yorda. Archetipo rispettato?<br />
Macchè. Ico viene portato<br />
al castello contro la sua volon-