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Fig. 2, cratere attico a figure nere,<br />

firmato da Kleitias, 570 a. C., la Musa<br />

Calliope (Firenze, Museo<br />

archeologico 4209)<br />

Fig. 3, anfora attica a figure rosse,<br />

pittore di Berlino, 490 a. C.,<br />

suonatore di kitara<br />

(New York MMA 56. 171.38)<br />

Fig. 4, cratere attico a figure rosse,<br />

firmato da Euphronios, 510 a. C.,<br />

concorso musicale<br />

(Parigi, Louvre G 103)<br />

strati con i più vari argomenti, comprese le raffigurazioni<br />

della pratica musicale, della didattica,<br />

come abbiamo visto, ma anche dei grandi<br />

miti e delle divinità legate alla musica, tra le quali<br />

Apollo, chiaramente, è la figura più cospicua.<br />

Faccio un brevissimo elenco di questi casi.<br />

Su questo particolare del vaso François a Firenze<br />

[fig. 2] c’è una lunga processione di divinità tra<br />

le quali le Muse. Calliope è vista di fronte, sta<br />

suonando la syrinx inventata da Pan, uno strumento<br />

che nella pratica musicale trasforma <strong>il</strong><br />

viso, deformandolo. La Musa, invece, ha un<br />

nome molto preciso “colei che ha un bel viso”,<br />

che non viene deformata e che quindi controlla<br />

lo strumento. Altro è la cetra ovvero la kithara -<br />

non ne parlerò a lungo perché lo farò in seguito<br />

- che è lo strumento del concertista, del vero<br />

virtuoso. Qui [fig. 3] abbiamo un bellissimo<br />

disegno del Pittore di Berlino, siamo intorno al<br />

500 a. C., che fa vedere la vivacità, la forza della<br />

musica dalla quale <strong>il</strong> suonatore è preso. Ultimo<br />

in questa brevissima lista di strumenti è<br />

l’aulos, di cui si è già parlato. Alla figura 4 abbiamo<br />

l’esempio di un cratere per mescolare <strong>il</strong><br />

vino, su cui si vede un giovane suonatore che sta<br />

salendo su una piccola tribuna, forse una piccola<br />

scena, per un concorso. Queste raffigurazioni,<br />

dunque, non sono da parte dei Greci frutto<br />

di un interesse da musicologi, ma da bevitori al<br />

simposio, che amano <strong>il</strong> connubio della musica<br />

col vino. Un secondo scopo delle rappresentazioni<br />

può essere <strong>il</strong> voler tramandare <strong>il</strong> ricordo<br />

della vittoria ad un bel concorso, un successo:<br />

pertanto è questo che abbiamo, non “documenti”<br />

ma “monumenti”, che mantengono in circolo<br />

la memoria di un evento tra i bevitori.<br />

Non posso prendere in esame tutte le storie<br />

mitiche che circolano sulla musica, poiché ce ne<br />

sono moltissime; ne ho scelte due: quella di<br />

Orfeo e quella di Marsia, giacché tutte e due<br />

mettono in questione, problematizzano lo sta-<br />

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