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Fig. 17, coppa attica a figure rosse,<br />

pittore della testa di Orfeo, 400 a.C.,<br />

la testa oracolare di Orfeo<br />

(Cambrige, Corpus Christi College)<br />

Fig. 18, oinochoe attica a figure<br />

rosse, 450 a. C., Atena butta l’aulos<br />

di fronte a un satiro (Berlino, F 2418)<br />

acquistano senso tramite un’interpretazione<br />

specifica. È proprio ciò che si vede su questo<br />

vaso [fig. 17] della fine del V secolo, sul quale<br />

vediamo la testa “viva”, con occhi e bocca aperti<br />

e un giovane seduto che scrive le parole dell’oracolo;<br />

a destra <strong>il</strong> dio Apollo, con un ramo<br />

d’alloro, indica la testa e lo scrittore. Il potere<br />

della musica di Orfeo diventa, in questo episodio,<br />

<strong>il</strong> potere oracolare della parola, sotto <strong>il</strong> controllo<br />

di Apollo.<br />

Un’altra storia importante nell’iconografia musicale<br />

e mitologica è quella di Marsia e dell’aulos.<br />

L’aulos è uno strumento inventato da Atena al<br />

momento della morte di Medusa: quando la<br />

Gorgone viene decapitata da Perseo, le sorelle<br />

piangono, emettendo grida stridenti che Atena<br />

cerca di imitare usando una canna e inventando<br />

così uno strumento sim<strong>il</strong>e all’aulos. Suonando<br />

questo strumento mimetico, che imita un grido<br />

naturale - o quasi naturale - si accorge però che<br />

<strong>il</strong> suo viso ne viene deformato e quindi lo getta<br />

via, perché, ovviamente, vuole essere una dea<br />

con un bel viso - capite adesso perché in precedenza<br />

avevo insistito sull’importanza del significato<br />

del nome della musa Calliope. Gettato da<br />

Atena, lo strumento viene raccolto da Marsia <strong>il</strong><br />

satiro, già brutto di viso e che quindi non si<br />

preoccupa della propria bellezza ma solo del suono<br />

dell’aulos. Qui [fig. 18] abbiamo una delle<br />

poche immagini con Atena che ha da poco gettato<br />

via l’aulos: si vedono i due tubi e <strong>il</strong> satiro che<br />

sembra accorgersi in questo stesso momento di<br />

questo bellissimo strumento.<br />

La storia prosegue: Marsia suona l’aulos, diventa<br />

un suonatore perfetto, eccezionale, e si vanta<br />

di poter suonare meglio di Apollo, commettendo<br />

<strong>il</strong> peccato di hybris, d’orgoglio, nel paragonarsi<br />

alla divinità: atto insopportab<strong>il</strong>e, poiché<br />

non si deve gareggiare con gli dei (e credo proprio<br />

che Apollo sia una delle divinità più suscettib<strong>il</strong>i).<br />

Abbiamo una iconografia specifica sulla<br />

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