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Fig. 7, cratere attico a figure rosse,<br />
pittore di Napoli, 440 a. C., Orfeo fra<br />
i Traci (Hamburgo 1968. 79)<br />
Fig. 8, stamnos attico a figure rosse,<br />
pittore della Dokimasia, 490 a. C., la<br />
morte di Orfeo (Bas<strong>il</strong>ea, ex<br />
collezione Bolla, in deposito all’<br />
Antikensammlung)<br />
Fig. 9 e 9a, id, particolare<br />
Fig. 9a.<br />
Che siano cavalieri lo si vede dal vestito: di solito<br />
<strong>il</strong> guerriero si muove, ma in queste raffigurazioni<br />
essi sono completamente immob<strong>il</strong>izzati.<br />
Osservate come <strong>il</strong> secondo a sinistra, che vediamo<br />
frontalmente, tenga gli occhi chiusi, totalmente<br />
assorbito nell’ascoltare la musica: è quasi<br />
pietrificato, immob<strong>il</strong>izzato, come se <strong>il</strong> potere<br />
della musica fosse capace di bloccare l’attività<br />
dei guerrieri. Ci sono molti altri esempi dello<br />
stesso periodo (460 a. C.), in cui vediamo alcuni<br />
guerrieri con <strong>il</strong> cavallo alla loro destra, dunque<br />
cavalieri che non si muovono.<br />
Su questa immagine [fig. 7] c’è un particolare<br />
molto interessante: vediamo Orfeo seduto, con<br />
una corona d’alloro - raffigurato in modo molto<br />
apollineo, dunque - e sotto di lui ci sono una<br />
tartaruga e una pietra. La tartaruga, l’animale<br />
che serve a creare la lyra - e sappiamo da un<br />
Inno omerico che è stato Ermes a inventare lo<br />
strumento - finché è viva non ha voce, ma<br />
appena muore suona, prende voce. L’oggetto<br />
stesso, inoltre, è duro come una pietra. Il simbolo,<br />
però, è più profondo, giacché per i Greci<br />
la pietra è simbolo della morte, e pietrificare<br />
qualcuno (come nel mito della Gorgone che<br />
pietrifica gli uomini) è un tipo di morte. Nuovamente<br />
dunque le immagini giocano sul concetto<br />
di “vivo” e sul simbolo della “pietra”, sulla<br />
capacità di immob<strong>il</strong>izzare gli uomini, su un<br />
mondo che si blocca.<br />
L’altro aspetto del mito di Orfeo compare quasi<br />
contemporaneamente nell’iconografia. Le<br />
prime immagini che abbiamo raccontano la<br />
morte di Orfeo e qui [fig. 8] lo si vede a terra<br />
ammazzato dalle donne. La forza di Orfeo è<br />
capace di bloccare tutte le attività masch<strong>il</strong>i; per<br />
questa ragione sono le donne ad ammazzarlo e<br />
in modo molto violento: a sinistra una tiene un<br />
sasso enorme, un’altra ha una pietra, altre hanno<br />
dei pestelli e nella coscia di Orfeo c’è uno<br />
spiedo. Non usano, pertanto, delle armi da<br />
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