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tervallo di quarta, diviso in un primo momento<br />

da una sola nota, più tardi da due. Ma c’è chi<br />

sostiene, che le quattro corde della phorminx<br />

non si limitassero all’intervallo di quarta, ma<br />

fossero accordate in re-la-fa-mi; altri ancora<br />

ritengono che l’accordatura fosse estremamente<br />

variab<strong>il</strong>e. In verità non ne sappiamo nulla. A<br />

Terpandro (VIII - VII sec. a. C.) viene attribuito<br />

<strong>il</strong> merito di aver riportato le corde a sette.<br />

Siamo nel periodo di transizione dalla musica<br />

pentatonica a quella eptatonica.<br />

Terpandro viene considerato <strong>il</strong> padre della citarodia,<br />

del canto accompagnato dalla kithara. Si<br />

ritiene che i termini kitharis o kithara appartenessero<br />

ad una lingua diversa dal greco, ma non<br />

sappiamo a quale. La kithara [fig. 2a, p. 50], la<br />

lyra più grande e pesante dell’antichità, era lo<br />

strumento del virtuoso che si esibiva durante i<br />

giochi panellenici. I bracci dello strumento erano<br />

formati da un prolungamento della cassa di<br />

legno. Le volute ed i meccanismi a zig-zag [fig.<br />

2], sim<strong>il</strong>i a quelli degli strumenti egiziani e<br />

minoici, fanno supporre che lo strumento avesse<br />

un sistema di accordatura molto sofisticato. Il<br />

loro funzionamento tuttavia non è tuttora noto.<br />

Il dorso della kithara non era piatto, ma alquanto<br />

convesso, come evidenziano alcune raffigurazioni<br />

che mostrano lo strumento di lato. Il fondo<br />

invece era piatto.<br />

Vi era anche una lyra più piccola con una cassa<br />

armonica <strong>il</strong> cui fondo era sim<strong>il</strong>e ad una culla<br />

vista di lato, che viene perciò chiamata dagli<br />

organologi tedeschi ‘Wiegen-Kithara’. Era lo<br />

strumento delle Muse e delle donne.<br />

La kithara, contrariamente al più leggero barbitos<br />

ed alla chelys, veniva tenuta in posizione retta,<br />

parallela al corpo. La corda più vicina al corpo<br />

era quella più grave, chiamata hypate: ‘la più<br />

alta’. Le corde successive - salendo la scala - erano<br />

denominate:<br />

Parhypate: ‘la corda accanto alla più alta’<br />

57<br />

Fig. 2, Kithara.<br />

Anfora a collo distinto a figure nere<br />

Produzione attica (510-500 a.C.)<br />

Museo Archeologico di Firenze

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