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ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)

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<strong>ATTI</strong> <strong>3°</strong> <strong>SEMINARIO</strong> CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/<strong>1998</strong> 117<br />

que realizzabili, ad una resezione artroplastica (Watson, 1981; Saffar, 1992)<br />

(11,9); per il mantenimento dell’altezza del carpo; tuttavia in quasi tutti i casi<br />

esse richiedono una prolungata immobilizzazione post-operatoria, che, per<br />

alcuni pazienti, specie se di non giovane età, può rendere il ricorso ad una<br />

resezione-artroplastica una valida alternativa.<br />

Le artroplastiche parziali o totali di polso non possono al momento costituire<br />

un’alternativa alla resezione, se non in caso di pazienti anziani e non<br />

dediti a lavori manuali.<br />

In tutti i casi l’obiettivo è quello di ricreare una neoarticolazione tra la<br />

superficie articolare del radio e quella articolare prossimale del capitato: di<br />

conseguenza l’interessamento di queste superfici da parte di processi degenerativi<br />

o di lesioni osteocondrali controindica l’intervento di resezione-artroplastica,<br />

rendendo inevitabili per la superficie di scorrimento radio-capitata<br />

fenomeni degenerativi a medio-breve termine (10).<br />

TECNICA CHIRURGICA<br />

L’accesso chirurgico tradizionale è quello dorsale, con incisione sinuosa<br />

mediana, scollamento e ribaltamento del retinacolo degli estensori e capsulotomia<br />

a T con segmento assiale centrato sul capitato (oppure con disinserzione<br />

trasversale della capsula dall’inserzione ossea radiale).<br />

La resezione della prima filiera viene effettuata in flessione del polso e<br />

dopo resezione dei legamenti intercarpici; la resezione inizia dal piramidale,<br />

lasciando in sede il pisiforme e prosegue con la exeresi del semilunare e quindi<br />

dello scafoide. Quest’ultimo tempo è tecnicamente difficile attraverso l’accesso<br />

dorsale, facilitato in caso di pseudoartrosi di scafoide. Stainauser (6)<br />

propone di lasciare in sede la porzione distale dello scafoide anche se ciò non<br />

pare comportare reali vantaggi (10). Dopo toilette accurata dello spazio articolare<br />

da eventuali frammenti ossei o corpi liberi, la ricostruzione capsulare<br />

viene effettuata senza tensione, utilizzando una linguetta trasversale del retinacolo<br />

degli estensori, preventivamente incisa sul suo bordo cubitale, a<br />

rinforzo della capsulografia.<br />

In tutti i casi trattati per via dorsale si è associata la resezione del nervo<br />

interosseo posteriore.<br />

La via d’accesso volare può essere preferita in certi casi di lussazioni perilunari<br />

inveterate e quando è necessario compiere gesti chirurgici sul mediano.<br />

In questo caso l’exeresi dello scafoide si presenta più agevole, ma comporta<br />

la sezione del piano legamentoso palmare che, tuttavia, non pare pregiudicare,<br />

ma anzi migliorare la mobilità residua del polso (Lucchetti, 1997) (12).<br />

L’immobilizzazione in gesso viene mantenuta per 3-4 settimane, quindi è<br />

iniziata la mobilizzazione, con impiego di uno splint palmare statico in alternanza<br />

per 6 settimane. Il lavoro manuale è concesso a 10-12 settimane dall’intervento.

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