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ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)

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<strong>ATTI</strong> <strong>3°</strong> <strong>SEMINARIO</strong> CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/<strong>1998</strong> 97<br />

midale, capitouncinato, capitotrapezico, capitotrapezoide, piramidouncinato,<br />

piramidopisiforme, pisouncinato, pisometacarpale). Sono considerati come<br />

legamenti extracapsulari il retinacolo dei tendini estensori e quello dei flessori.<br />

In particolare, il legamento scafolunato è un legamento intrinseco del<br />

carpo; presenta una parte interossea, una porzione volare ed una dorsale ed è<br />

strettamente connesso a quello lunopiramidale: entrambi sono a forma di «c»<br />

e sono attaccati alla superficie volare, dorsale e prossimale delle tre ossa,<br />

essendo aperti distalmente verso l’articolazione mediocarpica. Dorsalmente e<br />

volarmente sono più spessi, mentre sono più sottili nella parte centrale, che<br />

risulta anche meccanicamente meno resistente. Le connessioni tra scafoide,<br />

trapezio e trapezoide sono costituite da legamenti interossei, legamenti volari<br />

e legamenti dorsali, rinforzati da un complesso fibroso che decorre dalla metà<br />

distale dello scafoide al secondo metacarpo, attaccandosi a trapezio e trapezoide<br />

e che è costituito dalla guaina fibrosa del tendine del muscolo flessore<br />

radiale del carpo.<br />

Gerard (70), distingue sostanzialmente i legamenti del carpo secondo la<br />

loro funzione in:<br />

- legamento frondiforme, costituito da tutti gli elementi legamentosi che congiungono<br />

il radio al piramidale sia volarmente che dorsalmente; questo<br />

legamento si oppone alle traslazioni laterali;<br />

- una porzione palmare che aderisce intimamente ai legamenti sopramenzionati,<br />

costituita da più legamenti tra i quali si distinguono in particolar modo<br />

gli elementi radiolunopiramidali e quelli partenti dalla prima filiera diretti<br />

verso il capitato (legamento a «v»), che si oppone alle spinte distali;<br />

- un complesso legamentario scafoideo distale (11) che unisce lo scafoide al<br />

trapezio, al trapezoide e al capitato e che, con lo scafoide come chiave di<br />

volta, stabilizza l’intero carpo.<br />

Ruby (71) distingue: legamenti interossei della filiera distale, legamenti<br />

interossei della filiera prossimale (legamento scafolunato interosseo, legamento<br />

interosseo lunopiramidale), legamenti capsulari (68) dorsali e volari<br />

(radiocarpale dorsale, dorsale intercarpale e sul lato volare, radioscafocapitato,<br />

radiolunato, radioscafolunato, ulnolunato, ulnopiramidale).<br />

Alcuni studi sembrano attribuire una maggiore funzione stabilizzatrice ai<br />

legamenti radiocarpali palmari rispetto ai dorsali e allo scafolunato interosseo<br />

(16, 18).<br />

Altri attribuiscono a quest’ultimo la sola funzione di portare vasi e nervi ed<br />

un modesto valore dal punto di vista meccanico, ritenendo più importanti il<br />

legamento scafotrapezico (che sembra in grado di prevenire la sub-lussazione<br />

rotatoria dello scafoide su sé stesso) o il complesso legamentoso distale<br />

scafoideo (10, 11), che sembra avere maggiori resistenza (circa il doppio) e<br />

blocca l’orizzontalizzazione dello scafoide; altri non concordano su tale<br />

punto di vista, ritenendo fondamentale la funzione del legamento scafolunato<br />

interosseo attribuendogli una struttura di un certo spessore e resistente alla<br />

trazione, (mentre meno importanti sarebbero il radioscafolunato di Testut ed<br />

il radiolunato) che permetterebbe la conservazione della stabilità laterale del

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