ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)
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98 <strong>ATTI</strong> <strong>3°</strong> <strong>SEMINARIO</strong> CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/<strong>1998</strong><br />
polso e dell’articolazione tra carpo distale e prossimale, specialmente quando<br />
sottoposto a forze di tipo compressivo (11, 12, 15).<br />
Ricordiamo inoltre l’importanza dello scafoide carpale che risulta essere<br />
l’osso più mobile della filiera carpale prossimale e che rappresenta una struttura<br />
ossea cruciale nella cinematica del polso, attraversando longitudinalmente<br />
le filiere di quest’ultimo ed agendo da ponte stabilizzatore assiale; alterazioni<br />
della stabilità scafoidea sono infatti in grado di alterare le aree di maggior<br />
carico del polso con conseguente insorgenza di artrosi degenerativa<br />
secondaria (6, 15, 16, 18).<br />
EZIOLOGIA<br />
La causa più frequente di danno legamentoso è il trauma, particolarmente<br />
se di tipo sub-lussatorio-rotatorio (3, 8) o in dorsiflessione, o il trauma ripetuto<br />
nel caso di stress prolungati (67). Talvolta la DSL è associata a fratture di<br />
radio (79, 83). Sono stati segnalati casi di dissociazione scafolunata associati<br />
a gotta, pseudogotta, neuropatie, artrite reumatoide per infiammazione articolare<br />
e tenosinovitica con rottura legamentosa dello scafolunato o di altri legamenti<br />
stabilizzatori carpali (12, 24). La letteratura riferisce anche casi di dissociazione<br />
scafolunata in soggetti con immaturità dei segmenti scheletrici<br />
carpali (57, 61) o lassità congenita. Alcuni (67) riferiscono, come fattore<br />
favorente, la mancanza di supporti legamentosi tra capitato e semilunare.<br />
CLASSIFICAZIONE DELL’INSTABILITA’ DI POLSO<br />
Si definisce instabilità la perdita della coerenza spaziale di due segmenti<br />
ossei con perdita del supporto legamentoso e scheletrico che mantiene un<br />
polso stabile alla sollecitazione di forze esterne (14, 38).<br />
Fisk (69) definisce instabilità carpale un’aumentata lassità del carpo in un<br />
piano trasverso anteroposteriore con mobilizzazione dei sistemi stabilizzanti<br />
e rotazione del segmento intercalare (più spesso è coinvolto il semilunare).<br />
L’instabilità rotatoria viene distinta secondo Kleinmann (4) in statica o dinamica.<br />
L’instabilità dinamica si evidenzia sotto carico, in seguito a sollecitazioni<br />
meccaniche o durante radiografie in stress effettuate a termine di guarigione<br />
di fratture del radio associate. Talvolta è evidenziabile solo tramite una<br />
radiografia in proiezione anteroposteriore in supinazione a pugno chiuso o in<br />
inclinazione cubitale; l’angolo scafolunato è minore di 20° nella maggior<br />
parte dei casi; è presente rottura o comunque detensione dei mezzi di connessione<br />
tra scafoide carpale e semilunare, con susseguente sublussazione rotatoria<br />
del polo prossimale dello scafoide. L’evoluzione è verso l’artrosi del carpo.<br />
L’instabilità statica, che è osservabile a riposo ed è sempre associata a<br />
lesione di più di un legamento con rottura parziale del legamento scafolunato<br />
(fascio anteriore o posteriore), può essere presente subito dopo un trauma o<br />
presentarsi dopo alcune settimane (16, 14, 9). Clinicamente il test di Watson è<br />
positivo. Radiologicamente è presente il segno «dell’anello corticale» che tra-