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ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)

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Concetto del meccanismo a CATENA<br />

Proposta per la prima volta da Gilford nel 1943, questa teoria paragona il<br />

polso ad un meccanismo a catena, i cui anelli sono costituiti in senso prossimo-distale<br />

rispettivamente dall’epifisi radiale, dalla filiera carpica prossimale<br />

e da quella distale (fig. 7). Il concetto cardine è che il meccanismo di questo<br />

tipo è assai stabile in tensione, meno in compressione.<br />

Nel 1972 il modello di Linscheid e Dobyns sviluppava questo concetto<br />

basilare, partendo dall’assunto che in questo sistema a tre vincoli la filiera<br />

carpale prossimale si comporti come un segmento intercalato, ed in particolare<br />

lo scafoide sia un ponte tra le due filiere carpali, con il duplice ruolo di<br />

impedire il collasso intracarpale e di controllarne la motilità reciproca agendo<br />

in modo simile a quello con cui un «cursore a gomito» (slider crank) controlla<br />

il movimento tra il pistone e l’albero di trasmissione in un motore a scoppio<br />

(3) (fig. 8). Questa teoria è alla base della descrizione, fatta per la prima<br />

volta dagli stessi autori, di quadri di collasso intracarpale con conseguente<br />

osservazione di instabilità Dorsale o Volare del Segmento carpale intermedio<br />

(DISI e VISI) (3).<br />

Concetto dell’ANELLO<br />

<strong>ATTI</strong> <strong>3°</strong> <strong>SEMINARIO</strong> CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/<strong>1998</strong> 23<br />

Fig. 7. Teoria del movimento a catena.<br />

Più recentemente, dopo valutazione di lavori sperimentali e la descrizione<br />

di quadri di instabilità perilunare, trasversa mediocarpica e prossimale, nella<br />

prima metà degli anni 80 Lichtman e coll. hanno proposto una nuova visione<br />

della cinematica carpale, allo scopo di comprendere anche questi quadri anatomo-patologici.<br />

Si assume che la filiera carpale prossimale si muova, nel<br />

complesso, come un’unità, e che vi siano due «cardini» che consentono i<br />

movimenti reciproci a livello dell’articolazione intercarpica: la mobile artico-

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