ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)
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82 <strong>ATTI</strong> <strong>3°</strong> <strong>SEMINARIO</strong> CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/<strong>1998</strong><br />
scafo-lunata (instabilità statica) oppure essere evidenziata solo dopo proiezioni<br />
radiografiche sotto stress (Instabilità dinamica) (6.7).<br />
Soggettivamente tale alterazione biomeccanica si manifesta con dolore e<br />
presenza di scatti o "clic" articolari. La presenza di questi segni impone un<br />
approfondimento clinico e strumentale. Dal punto di vista semeiologico può<br />
essere utile la ricerca del cosiddetto "Scaphoid shift test", che si ottiene palpando<br />
il tubercolo scafoideo durante i movimenti di lateralizzazione del polso<br />
alla ricerca di uno "scatto" articolare (7).<br />
Allo studio clinico seguono indagini strumentali mediante studio radiografico<br />
dinamico nelle varie posizioni del polso. A questo proposito segnaliamo<br />
il fatto che in qualche caso dubbio, siamo ricorsi anche ad un esame tomografico<br />
seriato per ovviare ad eventuali artifici dovuti alla sovrapposizione fra i<br />
capi ossei che potrebbe mascherare una vera e propria diastasi.<br />
Lo studio radiografico va eseguito, come detto, oltreché in proiezione anteroposteriore,<br />
anche in proiezione laterale per lo studio dell'angolo scafolunato,<br />
fisiologicamente inferiore ai 20° (5).<br />
In caso di immagini radiografiche non dirimenti si ricorre ad esame artrografico<br />
(8,9,10): è patologica la presenza di stria radio-opaca nello spazio<br />
scafolunato. Da alcuni autori è preconizzato l'uso della Tomografia<br />
Computerizzata e, più di recente, della Risonanza Magnetica (11, 12). In<br />
tempi più recenti anche noi ci siamo rivolti a quest’ultima metodica, che ci ha<br />
sempre dato conforto artroscopico, prima, e operatorio, poi. Non abbiamo<br />
invece esperienza della Cine RMN, ma pensiamo che tale metodica abbia un<br />
ruolo importante nello studio della instabilità del carpo.<br />
Per quel che riguarda l'artroscopia di polso (13, 14, 15), questa consente<br />
una visualizzazione diretta della lesione ligamentosa anche nei casi non vi<br />
siano chiare indicazioni strumentali. L'esame, eseguito sia in posizione statica,<br />
sia con manovre di stress articolare, è dirimente e, a nostro avviso, deve<br />
precedere l'atto chirurgico di stabilizzazione.<br />
TECNICHE RIPARATIVE CHIRURGICHE<br />
Gli orientamenti terapeutici atti a correggere una instabilità scafolunata<br />
cronica sono due: le ligamentoplastiche e le artrodesi selettive del carpo.<br />
Nel primo gruppo ricordiamo le tecniche che prevedono l'uso di bendellette<br />
tendinee ricavate dal Flessore Radiale del Carpo o scolpendo un tratto dell'estensore<br />
radiale (3, 16, 17, 18, 19). Altra metodica è quella che prevede<br />
l'impiego di un lembo scolpito dal retinacolo degli estensori unito al ligamento<br />
dorsale del carpo (20) e fissato con pull-out volare allo scafoide. Agli<br />
interventi, che prevedono l'uso di fili di Kierschner di stabilizzazione, segue<br />
un lungo periodo di immobilizzazione (sei-otto settimane) seguito da tutela<br />
con splint per altre quattro-sei settimane.<br />
Diffuso l'uso di artrodesi parziali del carpo: fra queste le più usate sono la<br />
fusione tra Scafoide Trapezio e Trapezoide (STT) e quella fra Scafoide e<br />
Semilunare (SL).