ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)
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<strong>ATTI</strong> <strong>3°</strong> <strong>SEMINARIO</strong> CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/<strong>1998</strong> 85<br />
In questi pazienti il dolore era presente a riposo in nessun caso; in quattro<br />
casi era risvegliato dalla dorsalizzazione forzata del carpo e dalla deviazione<br />
radiale nei gradi estremi.<br />
Il range articolare presentava una riduzione della flessione e dell'estensione<br />
mediamente negli ultimi quaranta gradi in tutti i pazienti; la deviazione radiale<br />
presentava una riduzione media di quindici gradi; la inclinazione ulnare e<br />
la pronosupinazione erano normali in tutti i pazienti. La presa di forza della<br />
mano, valutata al dinamometro presentava una riduzione di circa il 30%<br />
rispetto al lato controlaterale.<br />
In nessun caso abbiamo rilevato positività allo "Schaphoid shift test".<br />
Nei tre pazienti sottoposti a ligamentoplastica sec. Brunelli, e in quelli operati<br />
con sospensione mediante retinacolo degli estensori, il recupero articolare<br />
è stato migliore (residuava una diminuzione media dell'estensione e della<br />
flessione in pochi casi e solo nei gradi estremi, buona la lateralizzazione) con<br />
un ritorno allo sport o lavoro attivo entro sei mesi. Complessivamente migliore<br />
il range articolare nei pazienti sottoposti ad intervento sec. Brunelli.<br />
CONCLUSIONI<br />
Pur con i limiti legati alla esiguità delle serie dei pazienti operati e alla brevità<br />
del follow-up in qualche caso di solo un anno, possiamo affermare che la<br />
artrodesi scafolunata è una tecnica di difficile esecuzione dovuta alla scarsa<br />
superficie di contatto fra le due ossa carpali che rende difficoltosa la loro<br />
fusione ed un fisiologico ripristino dell'asse scafolunato. La scarsa vascolarizzazione<br />
è responsabile della problematica fusione ossea, anche nel caso di<br />
impiego di mezzi di sintesi "robusti" (Vite di Herbert e minicambre) e lasciati<br />
in sede, contrariamente ai fili di Kierschner, che vanno rimossi prima dell'avvio<br />
all'importante periodo della rieducazione funzionale (38).<br />
Alla mancata fusione radiografica corrisponde però un buon recupero clinico<br />
sul dolore e, minore, sui movimenti. Inoltre nella nostra casistica i<br />
pazienti si sono dimostrati soddisfatti dell'intervento eseguito.<br />
Il contrasto dunque fra il risultato radiografico (mancata fusione, ma con<br />
abolizione della diastasi scafolunata) e quello clinico, in assenza di manifestazioni<br />
artrosiche secondarie a carico della radiocarpica e con mantenimento<br />
della fisiologica altezza carpale, consente di affermare che il ripristino, anche<br />
con tessuto fibroso, della stabilità scafolunata, consente un soddisfacente<br />
recupero funzionale.<br />
Le difficoltà di ricostruzione del fisiologico angolo scafolunato, confermato<br />
da un modesto permanere della posizione in DISI del semilunare, è responsabile<br />
del deficit funzionale residuo, peraltro tale da non provocare dolore a<br />
riposo e da non invalidare la maggior parte dei pazienti operati nella loro attività<br />
anche sportiva.<br />
Dopo quanto pubblicato da Brunelli e alla luce della nuova valutazione<br />
biomeccanica del carpo, che supera il vecchio concetto delle due filiere carpali,<br />
e rivisitate le vecchie ligamentoplastiche che pur presentavano difficoltà