ATTI 3° SEMINARIO SULL'INSTABILITA' CARPALE (Aprile 1998)

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LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI NELL'INSTABILITÀ CARPALE Carlo Faletti, Guido Regis Dipartimento di Radiologia Azienda Ospedaliera CTO - CRF - Maria Adelaide - Torino INTRODUZIONE La diagnosi clinica, così come l'interpretazione radiografica dell'instabilità carpale può essere difficoltosa, soprattutto per la complessità dell'anatomia e della biomeccanica del polso. Fisk (1970), Linscheid (1972), Dobyns (1975), Taleisnik (1976), Mayfiel 1976; Kaner (1979), Palmer e Werner (1981), Berger e Landimeer (1990), Rominger (1993), Oberman (1994), Giovagnoni (1996), questi i principali studiosi che si sono dedicati alla valutazione delle patologie del polso, e che, insieme con i ben noti Gilula e Resnick, hanno individuato l'importante unità funzionale che corrisponde al nome di "catena articolare carpica" (fig. 1). Alla costituzione di questo insieme funzionale contribuiscono, oltre che gli elementi ossei e muscolo-tendinei, anche i fattori capsulo-legamentosi che esamineremo nel capitolo dell'anatomia. La conoscenza dell'anatomia, della biomeccanica e della frequenza statistica delle patologie, è il presupposto fondamentale per ridurre al minimo possibile gli errori diagnostici ed interpretativi nell'instabilità carpale, al fine di un corretto tratta- Fig. 1. RM di polso. Seguenza Spin Echo T1 pesata, orientata sul piano sagittale, lungo un asse radio-lunocapitato-III metacarpale (Catena articolare carpica). mento. Alla radiologia tradizionale, talvolta completata dall'artrografia, dall'ecografia e dalla TC, nell'ultimo decennio, si è aggiunta la RM, metodica che ha consentito in taluni casi di dimostrare la correttezza di una diagnosi clinica e radiologica, in altri di completare il quadro in modo più fine e preciso. ANATOMIA DEL POLSO Le strutture ossee che costituiscono il polso sono: – l'epifisi distale del radio e dell'ulna - otto ossa carpali divise in una filiera
32 ATTI 3° SEMINARIO CHIRURGIA POLSO MANO. ALBA 18/4/1998 prossimale (scafoide, semilunare, piramidale, pisiforme), ed una distale (trapezio, trapezoide, capitato ed uncinato) - le basi delle ossa metacarpali. Il pisiforme è in realtà il sesamoide del flessore ulnare del carpo e sebbene venga considerato parte della filiera carpale prossimale, non partecipa alla biomeccanica del polso. Oltre ai tre sistemi muscolo tendinei noti (estrinseci delle dita, flessori ed estensori), molto importante nella cinematica del polso sono i complessi capsulo-legamentosi, che intervengono nei movimenti di flessione dorsovolare, deviazione radio-ulnare, nella circomduzione e nella stabilizzazione. Questi legamenti prendono il nome dalle ossa da cui originano e sulle quali si inseriscono. Ad esempio il legamento radio-scafo-lunato, origina dall'epifisi radiale, si porta allo scafoide e termina sul margine radiale del semilunare (fig. 2). Fig. 2. RM di polso. Sequenza Gradiente Echo T2 pesata, orientata sul piano coronale, con visualizzazione del legamento radio-scafo-lunato (frecce). Fig. 3. RM di polso. Sequenza Gradiente Echo T2 pesata, orientata sul piano coronale, con visualizzazione del legamento scafo-lunato e della fibrocartilagine triangolare (TFC) (frecce). Essi si distinguono in estrinseci ed intrinseci. Gli estrinseci (volari e dorsali) sono degli elementi di rinforzo focale della capsula articolare; sono intracapsulari e decorrono tra le ossa carpali ed il radio, l'ulna, la fibrocartilagine triangolare (TFC) ed i metacarpi. Hanno la funzione fondamentale di impedire, nelle normali fasi di carico assiale del polso, che le ossa carpali si lussino, in direzione volare o dorsale. Gli estrinseci connettono invece le ossa carpali tra loro. L'anatomia non solo ossea, del polso come di tutto il corpo umano, è diventata un elemento fondamentale della radiologia, grazie alle nuove metodiche che consentono di evidenziare con estrema accuratezza anche e soprattutto le strutture muscolo tendinee, capsulo-legamentose, cartilaginee e vascolari (fig. 3).
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