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LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education

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Profilo<br />

Roma<br />

L’età moderna<br />

9. Fortuna dei poemi omerici<br />

La fortuna di Omero nel mondo greco richiederebbe un discorso dettagliato, perché<br />

Omero non è tanto il fondatore della lingua letteraria nel senso in cui lo furono per noi i<br />

grandi autori del Trecento toscano, ma è quella lingua letteraria stessa. Non che i Greci<br />

scrivano tutto in lingua omerica, ma Omero sarà sempre, quanto alla lingua, il punto di<br />

partenza da cui misurare la maggiore o minore distanza dei singoli stili praticati nei diversi<br />

generi letterari.<br />

Per quanto riguarda l’immensa fortuna che Omero ebbe nelle altre letterature, i Romani<br />

mostrano di apprezzare Omero proprio in conseguenza del rilievo che i poemi avevano già<br />

in ambiente greco: è una fortuna in qualche modo non autonoma, bensì legata alla fortuna<br />

del genere epico in se stesso, nell’ambito del quale i due poemi omerici detengono il<br />

primato assoluto.<br />

La letteratura latina comincia nel III secolo a.C. con un traduttore dell’Odissea in verso<br />

saturnio, Livio Andronico. Dopo di lui, Nevio, Ennio e soprattutto Virgilio considerano<br />

i poemi omerici come modello da seguire. Virgilio, in particolare, arriva a concepire<br />

l’Eneide nei termini di una sintesi dei due poemi: la prima metà è un’Odissea, con i viaggi<br />

di Enea, mentre la seconda è un’Iliade, con le guerre nel Lazio.<br />

Per una fortuna di Omero che non sia semplicemente fortuna del genere epico veicolata<br />

da Virgilio bisogna aspettare l’Umanesimo e la ripresa degli studi greci: Petrarca<br />

possedeva Omero ma non poteva leggerlo; per Boccaccio Leonzio Pilato approntò una<br />

traduzione in prosa latina (e da allora si susseguirono numerose traduzioni di Omero<br />

sia in versi sia in prosa). La letteratura cavalleresca si ispira a materiale epico ripreso<br />

tanto dalle epiche medievali nazionali quanto da Omero. Il razionalismo del XVII e del<br />

XVIII secolo segna invece un periodo di lunga sfortuna del genere epico.<br />

La rinascita dell’interesse per l’epica, sentita come espressione di voce popolare e primigenia,<br />

è tipica del Romanticismo fin dalle sue fasi iniziali, specie in Inghilterra e in<br />

Germania, e da questo momento in poi non è facile separare un tale interesse dallo studio<br />

storico-filologico di Omero. Tuttavia, la fortuna di Omero nel mondo moderno<br />

non è confrontabile con quella che ebbe nel mondo antico: la funzione educativa del<br />

genere epico e la conseguente utilizzazione di modelli epici sono fatti peculiari del<br />

La lingua omerica è un amalgama molto complesso,<br />

data la compresenza di forme riconducibili a più dialetti,<br />

e cioè lo ionico, l’eolico e l’attico. Di seguito riassumiamo<br />

gli aspetti principali, senza ovviamente pretendere<br />

di fornire un’analisi completa ed esaustiva dei<br />

numerosi problemi presentati dalla lingua omerica (il<br />

richiamo all’attico ha qui il solo scopo di orientare lo<br />

studente verso la forma a lui più familiare).<br />

Fonetica Dal punto di vista fonetico:<br />

a. a lungo originario passa sempre a h, per es. Troivh<br />

(att. Troiva);<br />

b. le contrazioni spesso non sono ancora avvenute, per<br />

es. a[lgea (att. a[lgh);<br />

PER APPROFON<strong>DI</strong>RE<br />

La lingua omerica<br />

c. alcune consonanti possono apparire sia semplici sia<br />

geminate, per es. ∆Acil(l)euv~, sthvqes(s)i,<br />

tovs(s)o~;<br />

d. al posto di p iniziale si può trovare pt, per es. ptovli~<br />

(att. povli~) e ptovlemo~ (att. povlemo~).<br />

Morfologia nominale Per quanto riguarda i sostantivi<br />

delle tre declinazioni (e gli aggettivi):<br />

e. il genitivo singolare dei temi maschili in -a esce<br />

spesso (non contratto) in -ao o in -ew (att. -ou), per<br />

es. ∆Atrei?dao e Phlhi>avdew;<br />

f. il genitivo plurale dei temi in -a esce spesso in -avwn<br />

o in -evwn (att. -w`n), per es. pulavwn;<br />

g. il dativo plurale dei temi in -a esce spesso in -hÛsi o

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