20.06.2013 Views

LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education

LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education

LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L’Odissea è la nostra fonte principale per la figura del cantore dell’epoca creativa e orale.<br />

Femio, l’aedo degli Itacesi, e Demòdoco, l’aedo dei Feaci, sono i primi che conosciamo;<br />

lo stesso Odisseo, che racconta i suoi viaggi, riceve dal re Alcinoo il complimento di aver<br />

narrato «come un aedo» (Odissea 11,368).<br />

Gli aedi di cui parlano i poemi omerici operano inizialmente nell’ambiente di una corte<br />

nobiliare e trovano nel ristretto pubblico dell’‘aristocrazia di palazzo’ il loro destinatario<br />

privilegiato. Questo spiega perché la figura del cantore professionista, pressoché assente<br />

nell’Iliade, che è un poema ambientato in uno scenario di guerra, sia invece ben rappresentata<br />

in un epos come quello odissiaco, così ricco di momenti tratti dalla vita delle corti.<br />

Presso la corte l’aedo svolge anche un ruolo politico, come dimostra l’anonimo aedo di<br />

Agamennone (Odissea 3,267-272) lasciato in patria con funzioni quasi di sovrintendente<br />

e di sorvegliante della regina: una specie di ministro.<br />

L’attività dell’aedo, ossia la sua capacità di conoscere le oi[ma~ pantoiva~, «le molteplici vie<br />

del canto», si configura come una dote di origine divina, una capacità che un dio o, più<br />

specificamente, le Muse possono instillare nel cantore. L’aedo dunque, non diversamente<br />

dal profhvth~, l’«indovino» con cui non a caso (come Demodoco e lo stesso Omero) condivide<br />

l’emblematica caratteristica fisica della cecità, è un prescelto e un ispirato (qevspi~),<br />

il possessore di un’arte che non si impara e di un sapere che non è frutto di apprendimento.<br />

L’aedo è pertanto autodidatta, aujtodivdakto~, come Femio dice di se stesso, in quanto<br />

la sua sofiva e la sua capacità creativa gli derivano spontaneamente dalla sfera divina; e<br />

inoltre è qeiò~, «divino», proprio perché esercita una funzione di tramite tra mondo degli<br />

dèi e mondo degli uomini.<br />

Ma gli aedi costituiscono anche la memoria culturale della società di cui fanno parte e, in<br />

particolare, del gruppo nobiliare a cui sono legati: loro è infatti il compito di ricordare e<br />

rievocare quel passato eroico nel quale il pubblico che li ascolta vede rispecchiato, confermato<br />

e codificato tutto il proprio sistema di valori. La materia privilegiata del canto aedico<br />

sono infatti i kleva ajndrw`n, le «glorie d’eroi», a cui si affianca, come nel caso dei tre<br />

canti di Demodoco nell’VIII libro dell’Odissea, il racconto di episodi mitici legati al<br />

mondo divino, quali gli «amori di Ares e Afrodite» (8,266-369): il quadro tematico che se<br />

ne deduce mostra così una perfetta coincidenza con il tessuto narrativo degli stessi poemi<br />

omerici, in special modo dell’Iliade, in cui il racconto delle imprese eroiche è intervallato<br />

da ampie scene che hanno come protagonisti gli dèi.<br />

In ambito tematico, comunque, il cantore epico opera una selezione: la materia che sceglie<br />

di trattare ha la funzione di celebrare un’aristocrazia guerriera, conferendole legittimità<br />

politica e presentandola come modello di comportamento. È proprio grazie a questa<br />

scelta che l’eros è assente dalle tematiche accolte nell’epos, che l’amore è un sentimento<br />

manifestato soprattutto dai personaggi femminili e che il pianto di un eroe è ammesso solo<br />

in determinate circostanze (vedi p. 42).<br />

Quanto alla capacità compositiva degli aedi, abbiamo visto come le formule, l’esametro e<br />

persino le scene tipiche costituiscano un preziosissimo ausilio alla memoria del cantore,<br />

che compone e recita i suoi versi oralmente. Ebbene, se la memoria dell’aedo è importante,<br />

anche quella di chi ascolta va tenuta in conto. Chi ascolta (e quindi non legge) ha infatti<br />

bisogno di punti di riferimento in un flusso comunicativo che si svolge nel tempo della<br />

recitazione (e non nello spazio della pagina), ed è più che mai condizionato, nel suo ascoltare,<br />

da quello che viene chiamato l’orizzonte di attesa, e cioè dalle aspettative che il canto<br />

induce a concepire. Il susseguirsi delle azioni, e la loro ordinata scansione nelle formule,<br />

sono i fattori di orientamento in un ascolto che si svolge nel tempo (funzione analoga svolge<br />

in campo musicale la ripetizione dei motivi-guida).<br />

L’intimo rapporto che si stabilisce fra il cantore epico e il suo pubblico presuppone quindi<br />

lo stabilirsi di quella che viene definita empatia, ovvero lo stato emozionale di partecipazione<br />

che lega l’autore-cantore e il pubblico.<br />

Omero 55<br />

L’aedo<br />

nell’Odissea:<br />

un poeta di corte<br />

T37<br />

Le doti divine<br />

dell’aedo<br />

L’aedo come<br />

memoria<br />

di una società<br />

T26<br />

La selezione<br />

epica<br />

T1-T10<br />

L’importanza<br />

della memoria<br />

L’empatia

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!