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LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education

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Anche all’interno dello stesso<br />

esercito compaiono scudi delle<br />

forme più variegate, e si vedono<br />

persino scudi oplitici, che sono di<br />

epoca molto successiva; durante lo<br />

sbarco, i Mirmidoni si dispongono<br />

con gli scudi a testuggine, una<br />

formazione usata solo molto più<br />

tardi dai Romani; Aiace usa un<br />

martello da guerra, arma di<br />

invenzione medievale; i duelli sono<br />

condotti con improbabili colpi<br />

acrobatici a metà tra videogame<br />

e arti marziali (per i duelli sono<br />

stati ingaggiati allenatori<br />

thailandesi, chissà perché…).<br />

Nel film ricorre inoltre la ‘spada<br />

di Troia’, un’arma-talismano che<br />

rappresenta la discendenza regale<br />

troiana e che Priamo affida a<br />

Paride, che dapprima mostra di<br />

non meritarla coprendosi di<br />

ridicolo nel duello con Menelao,<br />

e poi nel finale la affida a Enea. Le<br />

armi-talismano sono estranee alla<br />

cultura greca, mentre sono un<br />

elemento ricorrente del genere<br />

fantasy: probabilmente gli<br />

sceneggiatori si sono ispirati al<br />

fortunatissimo Il signore degli Anelli,<br />

dove la spada Andúril è il simbolo<br />

della regalità di Gondor.<br />

È infine curioso che tanto Sparta,<br />

capitale del regno di Menelao,<br />

quanto Larissa, dove risiede Achille,<br />

siano raffigurate sul mare, mentre<br />

Sparta dista dal mare poco meno<br />

di 30 km e Larissa più di 50.<br />

Le tematiche principali: la<br />

guerra… Nel film come nell’opera,<br />

la guerra è il fulcro narrativo.<br />

Tuttavia, il film ha tentato<br />

un’attualizzazione del conflitto: ha<br />

eliminato l’antefatto mitologico<br />

della contesa tra le dee e del<br />

giudizio di Paride e ha attribuito la<br />

colpa della guerra ad Agamennone,<br />

raffigurato come un generale<br />

imperialista. È evidente, da parte<br />

degli sceneggiatori, un tentativo di<br />

attualizzazione: lo sbarco dei Greci<br />

è ispirato allo sbarco in Normandia<br />

degli alleati nella seconda guerra<br />

mondiale, e l’avido espansionismo<br />

di Agamennone verso Oriente<br />

potrebbe essere una critica<br />

all’invasione statunitense dell’Iraq;<br />

ma non si può certo definire Troy<br />

un film di protesta o impegnato<br />

politicamente, essendo interessato<br />

solo alla spettacolarità.<br />

Quanto alla durata del conflitto,<br />

i nove anni della guerra di Troia<br />

sono stati ridotti per esigenze<br />

narrative, anche se la<br />

concentrazione degli eventi in<br />

pochi giorni operata dal film<br />

sembra francamente eccessiva<br />

(soprattutto il finale, troppo<br />

concentrato e convulso).<br />

…e la ‘civiltà di vergogna’ Il<br />

concetto antropologico di ‘civiltà<br />

di vergogna’ è stato nettamente<br />

semplificato e di fatto identificato<br />

con la ricerca di gloria in guerra da<br />

parte di Achille. All’inizio del film<br />

l’eroe sta per affrontare un<br />

avversario gigantesco e temibile,<br />

e quando un bambino gli dice che<br />

al posto suo si sarebbe sottratto al<br />

duello, Achille gli risponde : «Ecco<br />

perché nessuno ricorderà mai il tuo<br />

nome». Achille si decide inoltre<br />

a partire per Troia solo dopo che<br />

l’astuto Ulisse gli ha detto «Questa<br />

guerra non sarà mai dimenticata,<br />

né gli eroi che la combatteranno»:<br />

a seguito di questo colloquio, va<br />

infatti a salutare sua madre Teti,<br />

che gli preannuncia una vita breve<br />

ma piena di gloria.<br />

L’entrata del cavallo a Troia in una scena del film.<br />

La funzione della poesia come<br />

garante di gloria e di eternità,<br />

invece, è molto fedele a quanto<br />

vediamo nei poemi omerici,<br />

soprattutto nell’Odissea, dove gli<br />

aedi cantano la guerra di Troia<br />

appena conclusa. All’inizio del film<br />

una voce narrante anonima (forse<br />

Omero?) recita: «L’uomo è<br />

ossessionato dalla dimensione<br />

dell’eternità. Per questo si chiede:<br />

“Le mie azioni riecheggeranno nei<br />

secoli a venire?”». Alla fine, la stessa<br />

voce proclama: «Così si racconterà<br />

la mia storia; si dica che ho<br />

camminato con i giganti. Gli<br />

uomini sorgono e cadono come se<br />

fossero grano invernale, ma questi<br />

nomi non periranno mai: si dica<br />

che ho vissuto al tempo di Ettore,<br />

domatore di cavalli; si dica che<br />

ho vissuto al tempo di Achille».<br />

Altri aspetti della ‘civiltà di<br />

vergogna’ sono stati eliminati per<br />

vari motivi. La considerazione della<br />

donna come ‘premio’ di guerra da<br />

mostrare alla collettività di guerrieri<br />

è eliminata in favore di una<br />

concezione dell’amore più<br />

romantica e più adatta a un film.<br />

Quanto alla responsabilità delle<br />

azioni umane, che in una ‘civiltà di<br />

vergogna’ è interamente ricondotta<br />

agli dèi, il film la attribuisce agli<br />

uomini stessi, in quanto gli dèi<br />

sono stati completamente eliminati<br />

dalla sceneggiatura.<br />

63<br />

I Greci al cinema

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