LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education
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68<br />
Antologia<br />
dai molti echi. Te abbiamo seguito, uomo senza vergogna, per tua soddisfazione, per l’onore<br />
di Menelao, ma anche per il tuo, bastardo, nei confronti dei Teucri. Non pensi a<br />
questo, non te ne curi; e minacci di togliere a me il dono, quello per cui tanto ho penato,<br />
quello che mi hanno donato i figli dei Danai. Mai che ottenga un premio uguale al<br />
tuo, quando gli Achei distruggono una popolosa città dei Troiani; eppure sono le mie<br />
braccia a reggere il peso maggiore della guerra violenta; ma quando è il momento di<br />
spartire il bottino, a te tocca il dono più grande mentre io torno alle navi con il mio,<br />
piccolo e caro, dopo la fatica della battaglia. Ora però me ne vado a Ftia, perché è molto<br />
meglio ritornare a casa sulle concave navi piuttosto che rimanere qui senza onore e raccogliere<br />
tesori e ricchezze per te».<br />
Gli rispose a sua volta Agamennone, signore di popoli:<br />
«Vattene, se lo desideri, non sarò io a pregarti di rimanere; altri ho con me che mi faranno<br />
onore, e soprattutto Zeus, saggio e prudente. Fra i re di stirpe divina tu mi sei il più<br />
odioso: ami le risse, lo scontro, la guerra; sei molto forte, sì, ma questo è dono divino.<br />
Torna in patria con le tue navi e con i tuoi uomini, regna sui tuoi Mirmidoni 4 , di te non<br />
mi importa, la tua ira non mi turba. Anzi, ti dirò questo: poiché Febo Apollo mi toglie<br />
Criseide, la rimanderò indietro sulla mia nave, con i miei uomini. Ma verrò io stesso<br />
alla tua tenda e mi prenderò la bella Briseide, il tuo dono, perché tu sappia che sono più<br />
forte di te, e anche gli altri abbiano paura di tenermi testa e di parlarmi alla pari».<br />
Disse così. E il dolore colpì il figlio di Peleo; nel suo forte petto si divise il cuore, egli<br />
non sapeva se levare dal fianco la spada affilata, incitare gli altri alla rivolta e uccidere<br />
lui stesso l’Atride, o frenare l’impulso e calmare la collera.<br />
[...] Arriva poi Atena, mandata da Era, ed esorta Achille a placare la propria ira. L’eroe riesce<br />
così a frenare il proprio proposito di uccidere Agamennone, anche se non smette di rivolgersi<br />
all’Atride con parole minacciose e piene di sdegno.<br />
Allora di nuovo il figlio di Peleo si rivolse all’Atride con dure parole, senza frenare la<br />
collera:<br />
«Ubriaco, faccia di cane, cuore di cervo, che non osi combattere in armi con il tuo esercito,<br />
né prendere parte agli agguati con gli Achei valorosi: lo temi come la morte. Certo è<br />
molto più facile, nel vasto campo acheo, strappare i doni di guerra a chi osa contraddirti;<br />
re che divori il tuo popolo, che regni su gente da nulla: altrimenti, figlio di Atreo, avresti<br />
offeso per l’ultima volta. Ma ora io dico e pronuncio un gran giuramento. Per questo scettro,<br />
che non metterà più fronde né rami da quando ha lasciato il tronco tagliato sui monti,<br />
che non fiorirà più perché la scure gli ha tolto fogliame e corteccia tutt’intorno, ed ora lo<br />
portano in mano i figli degli Achei, coloro che fanno giustizia e vegliano sulle leggi in<br />
nome di Zeus: questo sarà davvero un gran giuramento. Verrà un giorno in cui i figli degli<br />
Achei, tutti, rimpiangeranno Achille; e allora tu soffrirai e non potrai aiutarli, quando<br />
molti di loro cadranno colpiti da Ettore, uccisore di uomini; e l’animo ti roderai per la<br />
rabbia di non aver onorato il più forte di tutti gli Achei».<br />
Così disse il figlio di Peleo e scagliò a terra lo scettro, ornato di borchie d’oro. Poi si sedette.<br />
(trad. di M.G. Ciani)<br />
4. I Mirmidoni sono un’antica popolazione greca che dall’isola di Egina si spostò in Tessaglia sotto la guida di Peleo. Al tempo<br />
della guerra di Troia su di loro regnava Achille.