LEZIONI DI LETTERATURA GRECA - Mondadori Education
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I luoghi della letteratura I luoghi della letteratura I luoghi della letteratura I luoghi<br />
I luoghi<br />
della letteratura<br />
Femio e Demòdoco: due poeti di<br />
corte Nell’Odissea compaiono due<br />
personaggi minori, ma di grande<br />
interesse per lo storico della<br />
letteratura: gli aedi Femio<br />
e Demodoco. Il primo canta<br />
nel palazzo di Odisseo a Itaca,<br />
il secondo alla corte di Alcinoo<br />
a Scheria. Sono due cantori<br />
di professione, e già i loro nomi<br />
rivelano l’alta considerazione<br />
sociale in cui sono tenuti: Femio è<br />
«colui che dà la fama», Demodoco<br />
«il nutrito dal popolo», in quanto<br />
mantenuto a spese della collettività<br />
perché cieco.<br />
Nel poema, la cornice in cui<br />
compaiono i due aedi è la stessa:<br />
Femio e Demodoco cantano per<br />
il sovrano e per la corte durante<br />
i banchetti, che si tengono<br />
nella grande sala della reggia.<br />
Omero ci mostra, dunque,<br />
la modalità di esecuzione della<br />
poesia epica attorno al 1200 a.C.,<br />
data in cui si svolsero la guerra<br />
di Troia e gli eventi successivi:<br />
il luogo in cui avvenivano<br />
le recitazioni epiche era il mégaron<br />
(mevgaron), l’ambiente che<br />
costituiva il cuore e il fulcro<br />
del palazzo miceneo. Ma come era<br />
fatto un mégaron? E quali funzioni<br />
aveva? Per ricostruirne i contorni,<br />
sono fondamentali tanto<br />
i ritrovamenti archeologici quanto<br />
la testimonianza fornita, appunto,<br />
dall’Odissea.<br />
Il mégaron omerico: le sue<br />
funzioni… Omero descrive sia<br />
il mégaron del palazzo di Odisseo<br />
a Itaca sia quello del palazzo<br />
di Alcinoo a Scheria, e la sua<br />
descrizione è stata confermata<br />
dai ritrovamenti archeologici a<br />
Pilo, Micene e Tirinto.<br />
Il mégaron era la sala in cui era<br />
custodito il fuoco, mantenuto vivo<br />
in un grande focolare circolare<br />
che spiccava al centro della sala.<br />
In quanto sala del fuoco, era<br />
l’ambiente più importante del<br />
Il luogo dell’epica:<br />
il mégaron<br />
Ricostruzione del mégaron di Nestore a Pilo.<br />
palazzo; per questo era anche la<br />
sala del trono, delle riunioni, delle<br />
udienze e dei banchetti. È naturale,<br />
dunque, che questo fosse anche<br />
il luogo in cui cantavano gli aedi,<br />
che allietavano i banchetti del re<br />
e della sua corte.<br />
…e il suo aspetto Il mégaron era<br />
una grande sala rettangolare:<br />
attorno al grande focolare centrale<br />
erano disposte simmetricamente<br />
delle colonne, in numero pari,<br />
che sostenevano il tetto, aperto in<br />
corrispondenza del focolare per far<br />
uscire il fumo. Nel punto mediano<br />
di una delle pareti lunghe si<br />
trovava il trono del sovrano; lungo<br />
i muri si allineavano i sedili<br />
destinati ai dignitari. L’ambiente<br />
era abbellito da affreschi,<br />
decorazioni, tavole per banchetti<br />
con vasellame prezioso e tessuti; il<br />
pavimento del mégaron della reggia<br />
di Odisseo non doveva essere<br />
lastricato, visto che nel libro XXI la<br />
terra viene scavata senza difficoltà<br />
per preparare la gara di tiro con<br />
l’arco.<br />
Al mégaron si accedeva da un<br />
portale posto su un lato corto,<br />
passando per un ingresso chiamato<br />
provdomo~, decorato e delimitato<br />
da quattro colonne; davanti<br />
all’ingresso si apriva un ampio<br />
cortile (ai[qousa) circondato<br />
da un porticato. Questo complesso<br />
tripartito è notevolmente diverso<br />
dal corpo centrale dei palazzi<br />
minoici: mentre questi<br />
presentavano ambienti bassi, ariosi,<br />
aperti e luminosi, il mégaron è alto,<br />
chiuso, isolato dagli altri ambienti<br />
e buio (in Omero il suo epiteto<br />
fisso è skioven, «ombroso»).<br />
Il mégaron è probabilmente<br />
un’innovazione architettonica<br />
portata da popoli settentrionali,<br />
abituati al freddo e al buio; la sua