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Iusletter 48 – mag 2008

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formulati attraverso una interpretazione della<br />

lettura del contenuto del motivo ( o della censura),<br />

che riesca agevole per la chiarezza del<br />

dato testuale e che non faccia sorgere, quindi,<br />

dubbi o perplessità. Fattispecie ben distinta da<br />

quella di un motivo complesso - in cui uno<br />

stesso motivo include le stesse censure aventi<br />

un proprio, specifico e ben delimitato oggetto a<br />

fronte della quale la Corte di cassazione è tenuta,<br />

nel caso di operata enunciazione di un<br />

unico quesito, a scindere lo stesso alla luce<br />

della pluralità delle censure. Nel caso previsto<br />

dall’art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c., l’illustrazione<br />

del motivo di ricorso per cassazione deve contenere<br />

ai sensi dell’art. 366 - bis. c.p.c. “la chiara<br />

indicazione del fatto controverso” e la “dedotta<br />

insufficienza” della motivazione che rende idonea<br />

a giustificare la decisione, dovendosi ravvisare<br />

la ratio dell’art. 6 d.lgs. 2 febbraio 2006 n.<br />

40 nella codificazione del principio dell’autosufficienza<br />

del ricorso per cassazione, come regola<br />

funzionalizata a rafforzare la nomofilachia<br />

e, nello stesso tempo, ad agevolare, in<br />

applicazione dell’art. 113, comma 2, cost., una<br />

ragionevole durata del processo. Il rapporto richiesto<br />

ai sensi dell’art 366 - bis c.p.c. tra motivo<br />

(o censura) del ricorso e quesito del diritto<br />

- cui deve corrispondere l’enunciazione da parte<br />

della Corte di un corrispondente principio - è<br />

ammissibile, seppure con qualche approssimazione,<br />

per la diversità della materia, al rapporto<br />

corrente tra motivazione e dispositivo della sentenza<br />

almeno per quanto attiene all’approccio<br />

interpretativo imposto dalla Corte di cassazione<br />

per decidere sull’ammissibilità del quesito, dovendosi<br />

la decisione al riguardo parametrarsi<br />

sulla compatibilità e corrispondenza di esso<br />

con il motivo che lo sorregge, in termini analoghi<br />

a quelli che segnano la corrispondenza tra<br />

motivazione e dispositivo della sentenza.<br />

Cass., 3 agosto 2007, Sez. trib., n. 17108.<br />

- in Il Massimario del Foro Italiano,<br />

n. 10/07, pag. 1838.<br />

In tema di ricorso per cassazione, secondo la<br />

nuova disciplina introdotta dall’art. 366 bis<br />

c.p.c., il quesito di diritto con il quale deve concludersi<br />

a pena di inammissibilità ciascuno dei<br />

motivi con i quali il ricorrente denunzia alla<br />

IUSLETTER n°<strong>48</strong>.08 | Giurisprudenza | 29<br />

corta un vizio riconducibile ad una o più fattispecie<br />

regolate nei primi quattro numeri dell’art.<br />

360, comma 1°, c.p.c. deve essere risolutivo<br />

del punto della controversia e non può<br />

definirsi nella richiesta di declaratoria di<br />

un’astratta affermazione di principio da parte<br />

del giudice di legittimità (in applicazione di tale<br />

principio, la suprema corte ha dichiarato inammissibile<br />

il motivo di ricorso con cui, in tema<br />

di imposte di registro, si chiedeva di stabilire se<br />

l’atto di classamento dell’immobile venduto in<br />

base al quale ere stato redatto l’avviso di liquidazione<br />

ai sensi dall’art. 12 d.l. 14 marzo 1988<br />

n. 70, conv. in l. 13 <strong>mag</strong>gio 1988 n. 154, dovesse<br />

essere notificato anche al venditore, senza indicare<br />

l’ente preposto obbligato a tale notifica<br />

né i contraenti destinatari della stessa).<br />

Cass., 20 luglio 2007, Sez. I, n. 16163.<br />

- in Int’l Lis, n. 1/07-08, pag. 21.<br />

Poiché ai fini dell’individuazione del mezzo di<br />

impugnazione esperibile occorre fare riferimento<br />

alla qualificazione adottata dal giudice<br />

che ha emesso il provvedimento, qualora la<br />

Corte di appello abbia accolto l’istanza di exequatur<br />

di una sentenza condannatoria tedesca<br />

in materia civile e commerciale ai sensi di cui<br />

all’art. 1 conv. Bruxelles secondo le forme dell’art.<br />

67 l. 218/1995, l’unica impugnazione proponibile<br />

è il ricorso per cassazione e non già<br />

l’opposizione ex art. 36 conv. Bruxelles.<br />

Cass., 28 febbraio 2007, Sez. III, n. 4640.<br />

- in Il Foro Italiano, n. 1/08, pag. 115, con<br />

nota di Franco Cipriani.<br />

Il ricorso per revocazione delle sentenze della<br />

Cassazione deve concludersi, a pena di inammissibilità,<br />

con la formulazione del quesito di<br />

diritto. Le conclusioni del motivo di ricorso per<br />

revocazione possono ben rappresentare il quesito<br />

di diritto richiesto dall’art. 366 bis c.p.c..<br />

Cass., 6 giugno 2006, Sez. III, n. 13252.<br />

- in Giustizia Civile, n. 12/07, pag. 2869, con<br />

nota di Raffaella Di Iorio.<br />

L’ordinanza - ingiunzione emessa, ai sensi dell’art.<br />

186 - ter c.p.c., nei confronti della parte<br />

contumace e regolarmente ad essa notificata,<br />

ove il contumace non si costituisca nel termine<br />

di venti giorni dalla notifica, diventa inoppugna-

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