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Iusletter 48 – mag 2008

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Diritto Tributario<br />

La transazione fiscale nel concordato preventivo.<br />

IUSLETTER n°<strong>48</strong>.08 | Osservatori | 44<br />

A seguito dell’introduzione nella l.f. dell’art. 182-bis che disciplina gli accordi di ristrutturazione<br />

dei debiti, meritano particolare attenzione le disposizioni relative alla transazione fiscale (previste<br />

all’art.182-ter L.F.). L’istituto della transazione fiscale costituisce una particolare procedura<br />

“transattiva” tra il fisco ed il contribuente, esperibile in sede di concordato preventivo, potendo<br />

essere parte integrante del piano di risanamento di cui all’articolo 160 della l.f. e della domanda<br />

per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, nonché delle trattative che precedono<br />

la stipula degli accordi di ristrutturazione dei debiti di cui all’articolo 182-bis della l.f.. I presupposti<br />

soggettivi per beneficiare della transazione fiscale sono gli stessi richiesti dalla l.f. per<br />

l’accesso alla procedura del concordato preventivo e degli accordi di ristrutturazione dei debiti.<br />

Con riferimento ai presupposti oggettivi l’articolo 182-ter, primo comma, della l.f. <strong>–</strong> prevede che<br />

“il debitore può proporre il pagamento, anche parziale, dei tributi amministrati dalle agenzie fiscali<br />

e dei relativi accessori,., ad eccezione dei tributi costituenti risorse proprie dell’Unione europea”.<br />

Ne consegue che restano esclusi dall’ambito applicativo della disposizione in commento<br />

i tributi locali quali ad esempio, ICI, TARSU, TOSAP, imposta sulle pubblicità e diritto sulle pubbliche<br />

affissioni. Deve essere invece ricompresa nell’ambito applicativo l’IRAP, in quanto pur<br />

dando luogo ad un gettito non erariale, è amministrata dall’Agenzia delle entrate. Quanto al trattamento<br />

da riservare all’IVA, l’articolo 182-ter esclude espressamente dalla transazione fiscale i<br />

“tributi costituenti risorse proprie dell’Unione europea”. Per quanto concerne l’IVA, nella Direttiva<br />

CEE del 28 novembre 2006, n. 112 (relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto)<br />

è affermato che “il bilancio delle Comunità europee, salvo altre entrate, è integralmente finanziato<br />

da risorse proprie delle Comunità. Dette risorse comprendono, tra l’altro, quelle provenienti<br />

dall’IVA,.”. In attesa di eventuali diversi orientamenti della giurisprudenza, l’Agenzia delle Entrate<br />

ha invitato gli Uffici a escludere l’IVA dalle transazioni fiscali. Gli stessi Uffici nel certificare<br />

il debito complessivo tributario, dovranno indicare anche il debito tributario relativo all’IVA,<br />

il quale, non formando oggetto di transazione fiscale, non potrà essere falcidiato ma dovrà essere<br />

interamente assolto dal contribuente. L’esclusione dell’IVA dalla transazione fiscale riguarda tuttavia<br />

il solo tributo. Gli accessori relativi all’IVA, vale a dire gli interessi e le sanzioni - come previsto<br />

dalla norma <strong>–</strong> possono, invece, formare oggetto di transazione fiscale. Quanto all’interpretazione<br />

del contenuto dell’articolo 182-ter, è stato chiarito che rientrano nell’ambito della<br />

transazione fiscale sia i crediti tributari chirografari sia quelli assistiti da privilegio, indipendentemente<br />

dalla circostanza che vi sia stata l’iscrizione a ruolo. Quanto alla locuzione “credito tributario<br />

assistito da privilegio” la stessa si dovrebbe intendere, in senso atecnico, comprensiva di<br />

tutti i crediti tributari muniti di prelazione (compresi quelli muniti di ipoteca).<br />

ANGELO CARLO COLOMBO (a.colombo@lascalaw.com)<br />

ALBERTO DE CANDIA (a.decandia@lascalaw.com)<br />

MARILENA BIELLA (ma.biella@lascalaw.com)<br />

CRISTINA FONTANA (c.fontana@lascalaw.com)<br />

LUCA NICOLETTI (l.nicoletti@lascalaw.com)<br />

ENRICO TOSI (e.tosi@lascalaw.com)<br />

FILIPPO DI NICOLÒ (f.dinicolo@lascalaw.com)

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