18.10.2013 Views

Situazione e tendenze della comunicazione istituzionale in Italia

Situazione e tendenze della comunicazione istituzionale in Italia

Situazione e tendenze della comunicazione istituzionale in Italia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

modelli organizzativi; c’è chi ha istituito, secondo noi,<br />

giustamente, una Direzione <strong>comunicazione</strong> di coord<strong>in</strong>amento<br />

dell’<strong>in</strong>sieme delle funzioni e uffici dedicati alla<br />

<strong>comunicazione</strong> pubblica, e chi non l’ha fatto. Negli uffici<br />

stampa regionali, a parità di mansioni, le situazioni sono<br />

diverse, convivono giornalisti a contratto professionale,<br />

giornalisti con il contratto dell’impiego pubblico e<br />

personale avventizio. I criteri d’accesso non appaiono<br />

sempre trasparenti. Una non uniformità di <strong>in</strong>dirizzi che<br />

non sempre aderisce a specifiche esigenze territoriali.<br />

D’altronde chiamati ad applicare la legge sono cent<strong>in</strong>aia di<br />

migliaia di amm<strong>in</strong>istratori, dirigenti, funzionari,<br />

dipendenti, al centro e <strong>in</strong> periferia. Fanno il loro dovere,<br />

ma non tutti sanno misurarsi <strong>in</strong> modo corretto con il<br />

proprio ancoraggio al territorio, con una professionalità<br />

sostanzialmente nuova, con risorse adeguate e competenze<br />

certe, con un approccio adeguato all’esigenze del<br />

territorio. Se <strong>in</strong>terrogati, nessuno nega il diritto/dovere<br />

<strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> pubblica ma appropriarsi dei livelli di<br />

conoscenza base e <strong>in</strong>sieme operativi non è facile. La<br />

pianificazione – solo il 20 per cento redige piani di<br />

<strong>comunicazione</strong> - non è praticata e gli strumenti di<br />

valutazione dei risultati di ciò e di come si comunica non<br />

sono previsti, neppure nella 150. Più che la ferrea legge<br />

delle clientele e corporazioni, <strong>della</strong> frammentazione e<br />

separatezza burocratica, i motivi per cui l’applicazione<br />

pratica <strong>della</strong> legge registra ritardi rispetto all’acquisizione<br />

consapevole del pr<strong>in</strong>cipio e <strong>della</strong> volontà di fare, possono<br />

essere così riassunti:<br />

<strong>in</strong>sufficiente convergenza dell’azione legislativa statale e<br />

di quella regionale, mentre soluzioni organizzative e<br />

modelli funzionali dovrebbero, nell’autonomia, poter<br />

contare su standard validi per l’<strong>in</strong>tero paese, il confuso<br />

sistema delle deleghe <strong>in</strong> materia agli Enti Locali, la<br />

mancata semplificazione delle istituzioni e dei poteri<br />

secondo l’elementare pr<strong>in</strong>cipio “un territorio un governo”,<br />

con l’<strong>in</strong>evitabile confusione nella percezione del cittad<strong>in</strong>o<br />

su chi fa cosa la professionalità <strong>in</strong> materia di <strong>comunicazione</strong>.<br />

È necessario fare un passo <strong>in</strong> avanti nel ridef<strong>in</strong>ire il<br />

rapporto tra Stato e territorio, sapendo quale valore<br />

strategico per la nostra democrazia, per la società<br />

dell’<strong>in</strong>formazione e per una veloce e efficace amm<strong>in</strong>istrazione<br />

pubblica esso abbia. Senza nascondersi la<br />

complessità del passaggio. È proprio questa complessità<br />

nell’applicazione coerente e piena dello spirito e degli<br />

obiettivi <strong>della</strong> 150 che ci fa dire che la 150 non è un<br />

punto di arrivo ma un punto di partenza per una P.A. che<br />

voglia raggiungere gli obiettivi che dichiara.<br />

Cosa fare, allora: una nuova legge? Sicuramente occorre<br />

una nuova riflessione sul “come rendere più efficace la<br />

150”. Probabilmente serve, <strong>in</strong>nanzitutto, rivedere il<br />

Regolamento di attuazione del 2001. Ma prima del come,<br />

che altri decideranno, vediamo dove: a) i profili – portavoce,<br />

capoufficio stampa, sommati ad Urp - necessitano<br />

di un figura di coord<strong>in</strong>amento, funzionale e gerarchica,<br />

<strong>Situazione</strong> e <strong>tendenze</strong> <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>istituzionale</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> (2000-2004) - Rapporto al M<strong>in</strong>istro per la Funzione Pubblica<br />

Temi di base<br />

che la legge non ha previsto, mettendo anche ord<strong>in</strong>e nei<br />

requisiti richiesti negli artt. 2 e 3 – requisiti per lo<br />

svolgimento delle attività di <strong>in</strong>formazione e<br />

<strong>comunicazione</strong> - spesso disattesi; b) le strutture previste<br />

sono lasciate all’<strong>in</strong>traprendenza e all’<strong>in</strong>terpretazione<br />

delle s<strong>in</strong>gole amm<strong>in</strong>istrazioni, tuttavia prive di una<br />

cab<strong>in</strong>a di regia; c) la formazione attuata è spesso vista<br />

come un atto dovuto.<br />

In tal modo, la crescita <strong>della</strong> cultura comunicazionale<br />

all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> P.A. è talvolta <strong>in</strong>certa e comunque si<br />

segnala per livelli qualitativi assai diversi da amm<strong>in</strong>istrazione<br />

ad amm<strong>in</strong>istrazione. Lo si ev<strong>in</strong>ce dalla formulazione<br />

dei bandi di gara <strong>in</strong> materia di <strong>comunicazione</strong><br />

pubblica, <strong>in</strong> molti casi confusa, e da <strong>in</strong>tranet utilizzato <strong>in</strong><br />

meno <strong>della</strong> metà delle amm<strong>in</strong>istrazioni, laddove scambio di<br />

<strong>in</strong>formazioni e lavoro comune tra uffici e messa <strong>in</strong> rete<br />

sono condizioni organizzative essenziali, e, ripetiamo,<br />

dall’esiguo numero di piani di <strong>comunicazione</strong> annui<br />

elaborati.<br />

Mi sento di aggiungere, come un’ impellente esigenza<br />

funzionale e migliorativa, il monitoraggio su quella che <strong>in</strong><br />

pubblicità si chiama “la promessa e il suo mantenimento”.<br />

Nella P.A. che cambia <strong>in</strong> meglio, la <strong>comunicazione</strong> pubblica<br />

non può permettersi sacche di burocratizzazione<br />

dell’<strong>in</strong>formazione e <strong>della</strong> formazione e, ancor meno, cadute<br />

propagandistiche. Esempi? Ci sono, <strong>in</strong>confutabilmente, Urp<br />

che rispondono e altri che non danno segni di vita benché<br />

formalmente esistenti e propagandati. Come quei numeri<br />

verdi che, chiamati, ti lasciano <strong>in</strong> attesa e amen. Quando<br />

l’Informazione abbonda ma scarseggiano i fatti, a lungo<br />

andare si sa cosa succede, ma questo è un altro discorso,<br />

che ci porterebbe fuori tema. Nella formazione, come<br />

dicevamo, ci sono corsi di formazione fatti tanto per farli,<br />

perché così chiede la legge e la direttiva del M<strong>in</strong>istro <strong>della</strong><br />

Funzione Pubblica, che dopo aver prorogato di un anno il<br />

term<strong>in</strong>e si troverà a breve e di nuovo il problema sul<br />

tavolo.<br />

Insomma, la promessa va mantenuta. Il salto di qualità<br />

richiesto deve partire dalla rilevazione qualitativa<br />

dell’offerta reale dei servizi di ascolto e <strong>in</strong>formazione al<br />

cittad<strong>in</strong>o. Abbiamo sicuramente “Buoni esempi”, ma non<br />

mancano di certo quelli cattivi. Se non si segnalano, non<br />

si fa un buon servizio pubblico. Il salto di qualità nella<br />

diffusa mappa dei servizi suggerisce meno autoreferenzialità,<br />

meno performance teoriche e sem<strong>in</strong>ariali, più<br />

verifiche e cultura operative.<br />

Per concludere: la norma, si sa, segue il fatto e a sua volta<br />

ne <strong>in</strong>fluenza l’evolversi. La legge 150 non sfugge a questa<br />

regola. Nella reciproca <strong>in</strong>fluenza tra norma e fatto, anche,<br />

e diremmo soprattutto, nel settore <strong>della</strong> <strong>comunicazione</strong>,<br />

dove tutto scorre con la velocità di un torrente <strong>in</strong> piena,<br />

la legge 150 va monitorata con la logica del work <strong>in</strong><br />

progress. Il futuro <strong>della</strong> legge sta nella revisione di taluni<br />

meccanismi attuativi, che a mio modesto avviso, sono: gli<br />

standard di qualità professionale, il coord<strong>in</strong>amento e la<br />

logica di pianificazione dell’attività di <strong>comunicazione</strong>,<br />

61

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!