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La TOSCANA - Dicembre 2013

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mediterraneo degli occhi, della bocca, tenace come chi viene dal<br />

Sud nel raggiungere obbiettivi e stabilire contatti, spinta da un irrefrenabile<br />

desiderio di umanizzazione e di realizzazione con il mondo<br />

che la circonda e nell’ambiente che frequenta, sia nella vita quotidiana<br />

che nella sua arte, saggia per preziose, consolidate esperienze<br />

e matura consapevolezza della vita.<br />

Ester è un apprezzato personaggio a Firenze, gradevole amica di tutti<br />

gli artisti che contano da Roberta Degl’Innocenti a Lia Bronzi, da<br />

Anna Balsamo a Duccia Camiciotti, tanto per fare qualche esempio<br />

anche se l’elenco potrebbe essere molto più lungo.<br />

Le sue frequentazioni artistiche ci portano ai luoghi simbolo della<br />

cultura fiorentina, dalle già citate Camerata dei Poeti e Giubbe Rosse<br />

alle sale letterarie del Consiglio Regionale e del Comune, compreso<br />

lo storico Palagio di Parte Guelfa.<br />

Ma la sua fama ha travalicato i confini della Toscana e della sua<br />

Puglia, per estendersi in campo nazionale e coinvolgere moltissimi<br />

personaggi della cultura italiana che si sono interessati di lei a vario<br />

titolo nella critica delle sue opere o semplicemente in contatti di<br />

amicizia e stima. Da queste frequentazioni sono nati i suoi legami<br />

L’autrice con la poetessa e critico letterario Paola Lucarini a Palazzo Panciatichi a<br />

Firenze per la presentazione di “Come foglie in autunno” nell’ambito degli incontri<br />

dell’associazione culturale “Sguardo e Sogno”<br />

con molteplici associazioni nazionali, dal Porticciolo di <strong>La</strong> Spezia a<br />

Insieme per la Cultura (I.P.LA.C) di Abano, e internazionali in qualità<br />

di Accademica della Università della Svizzera Italiana, passando ovviamente<br />

per la realtà letteraria fiorentina. Un transito ideale da<br />

Nord a Sud e viceversa nel ricevere premi e stabilire contatti.<br />

Insomma, un vero personaggio umano e letterario che non passa<br />

inosservato nel panorama culturale nazionale, vuoi per la preziosità<br />

della sua arte, vuoi per l’empatia calda e dirompente che emana sin<br />

dal primo contatto e a cui non si può resistere.<br />

Una donna che viene, come ama dire, dalla Terronia intendendo con<br />

questo termine un Sud talora sottostimato ma che al contrario apporta<br />

valori ed elementi di arricchimento vitale ed una carica di simpatia<br />

ad iniziare dalla cadenza tipica della sua parlata meridionale.<br />

Ester Cecere è autrice di due pubblicazioni di poesia: la prima dal<br />

titolo Burrasche e Brezze edita dalle edizioni Gruppo Albatros-Il Filo<br />

di Roma e la seconda intitolata Come foglie in autunno delle Edizioni<br />

Tracce di Pescara con la prefazione della grande poetessa e critico<br />

letterario Ninnj di Stefano Busà.<br />

<strong>La</strong> sua poesia è testimonianza artistica della sua umanità, travaglio<br />

d’anima, coinvolgimento emotivo negli eventi della vita. Una lirica<br />

dal tono forte, talora lapidario sempre alla ricerca di luminosità e<br />

certezze, espressa sia nelle modalità dei dialoghi interiori che attraverso<br />

proiezioni esteriori, verifiche, nostalgie, stupori, smarrimenti.<br />

Prima di copertina della seconda silloge<br />

di Ester Cecere<br />

In questo contesto il mare è<br />

l’utero materno atto alla rigenerazione<br />

vitale. Una poesia<br />

che all’apparenza può apparire<br />

velata di pessimismo ma dove<br />

le ombre ed i chiaro scuri sono<br />

terra fertile per la rinascita.<br />

Ed in fondo il dolore, il mistero,<br />

lo sconforto sono travalicati attraverso<br />

l’amore, la meraviglia<br />

per la natura, la consapevolezza<br />

di un “Oltre” salvifico.<br />

Soprattutto l’amore è l’arma<br />

vincente della sua poetica, un<br />

abbandono fresco ed incantato<br />

alle purezze, alle gioie minute,<br />

agli stupori naturali, alla fede. Alcune sue poesie appaiono come<br />

inni alla vita. Sul piano lessicale e della stesura metrica la poesia<br />

di Ester ci appare come un distillato di visioni, sempre teso ad<br />

esaltare la singola parola, il suo contenuto, l’immagine, il senso<br />

ed il fine. Una poesia che si presenta talora inizialmente come una<br />

visione diretta, apparentemente lontana dagli eventi narrati da<br />

cui poi il verso discende velocemente, estremamente scarno, contenuto,<br />

ma prezioso ed incisivo nel significato. E ancora una volta<br />

poesia e poeta si saldano in una unica ricerca: quella della luce,<br />

della certezza che la vita è meraviglia e a cui bisogna partecipare<br />

con il cuore e con l’anima.<br />

Ed Ester approdata nella nostra meravigliosa città di Firenze continua<br />

a stupirci con la sua carica di umanità, il suo ottimismo, la<br />

sua solida e coinvolgente testimonianza poetica.<br />

Ed ogni volta dal Sud viene a noi ambasciatrice di colori e fragranze<br />

e nel Sud ritorna carica di esperienze ed emozioni, nuove amicizie<br />

e immagini sempre più belle del nostro territorio.<br />

<strong>La</strong> riaccompagno alla stazione di Santa Maria Novella. Da via Cavour<br />

a via Panzani ed ecco alla fine le pensiline della stazione, la<br />

folla dei treni, i binari che si perderanno nella notte dei campi.<br />

Ester ci lascia, elegante nel suo tailleur blu, in sintonia con il mare<br />

della sua Taranto che l’aspetta, affacciata sulle onde.<br />

Domani e poi ancora sarà altrove, forse a rilasciare interviste, a<br />

ritirare premi o a trovare altri amici sparsi ovunque.<br />

Il suo sorriso nel voltarsi, prima di partire, è la certezza che tornerà<br />

presto tra noi a Firenze.<br />

Ester Cecere ritira la targa per il I° posto al Premio Europa <strong>2013</strong> a Lugano<br />

Ester Cecere<br />

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