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mediterraneo degli occhi, della bocca, tenace come chi viene dal<br />
Sud nel raggiungere obbiettivi e stabilire contatti, spinta da un irrefrenabile<br />
desiderio di umanizzazione e di realizzazione con il mondo<br />
che la circonda e nell’ambiente che frequenta, sia nella vita quotidiana<br />
che nella sua arte, saggia per preziose, consolidate esperienze<br />
e matura consapevolezza della vita.<br />
Ester è un apprezzato personaggio a Firenze, gradevole amica di tutti<br />
gli artisti che contano da Roberta Degl’Innocenti a Lia Bronzi, da<br />
Anna Balsamo a Duccia Camiciotti, tanto per fare qualche esempio<br />
anche se l’elenco potrebbe essere molto più lungo.<br />
Le sue frequentazioni artistiche ci portano ai luoghi simbolo della<br />
cultura fiorentina, dalle già citate Camerata dei Poeti e Giubbe Rosse<br />
alle sale letterarie del Consiglio Regionale e del Comune, compreso<br />
lo storico Palagio di Parte Guelfa.<br />
Ma la sua fama ha travalicato i confini della Toscana e della sua<br />
Puglia, per estendersi in campo nazionale e coinvolgere moltissimi<br />
personaggi della cultura italiana che si sono interessati di lei a vario<br />
titolo nella critica delle sue opere o semplicemente in contatti di<br />
amicizia e stima. Da queste frequentazioni sono nati i suoi legami<br />
L’autrice con la poetessa e critico letterario Paola Lucarini a Palazzo Panciatichi a<br />
Firenze per la presentazione di “Come foglie in autunno” nell’ambito degli incontri<br />
dell’associazione culturale “Sguardo e Sogno”<br />
con molteplici associazioni nazionali, dal Porticciolo di <strong>La</strong> Spezia a<br />
Insieme per la Cultura (I.P.LA.C) di Abano, e internazionali in qualità<br />
di Accademica della Università della Svizzera Italiana, passando ovviamente<br />
per la realtà letteraria fiorentina. Un transito ideale da<br />
Nord a Sud e viceversa nel ricevere premi e stabilire contatti.<br />
Insomma, un vero personaggio umano e letterario che non passa<br />
inosservato nel panorama culturale nazionale, vuoi per la preziosità<br />
della sua arte, vuoi per l’empatia calda e dirompente che emana sin<br />
dal primo contatto e a cui non si può resistere.<br />
Una donna che viene, come ama dire, dalla Terronia intendendo con<br />
questo termine un Sud talora sottostimato ma che al contrario apporta<br />
valori ed elementi di arricchimento vitale ed una carica di simpatia<br />
ad iniziare dalla cadenza tipica della sua parlata meridionale.<br />
Ester Cecere è autrice di due pubblicazioni di poesia: la prima dal<br />
titolo Burrasche e Brezze edita dalle edizioni Gruppo Albatros-Il Filo<br />
di Roma e la seconda intitolata Come foglie in autunno delle Edizioni<br />
Tracce di Pescara con la prefazione della grande poetessa e critico<br />
letterario Ninnj di Stefano Busà.<br />
<strong>La</strong> sua poesia è testimonianza artistica della sua umanità, travaglio<br />
d’anima, coinvolgimento emotivo negli eventi della vita. Una lirica<br />
dal tono forte, talora lapidario sempre alla ricerca di luminosità e<br />
certezze, espressa sia nelle modalità dei dialoghi interiori che attraverso<br />
proiezioni esteriori, verifiche, nostalgie, stupori, smarrimenti.<br />
Prima di copertina della seconda silloge<br />
di Ester Cecere<br />
In questo contesto il mare è<br />
l’utero materno atto alla rigenerazione<br />
vitale. Una poesia<br />
che all’apparenza può apparire<br />
velata di pessimismo ma dove<br />
le ombre ed i chiaro scuri sono<br />
terra fertile per la rinascita.<br />
Ed in fondo il dolore, il mistero,<br />
lo sconforto sono travalicati attraverso<br />
l’amore, la meraviglia<br />
per la natura, la consapevolezza<br />
di un “Oltre” salvifico.<br />
Soprattutto l’amore è l’arma<br />
vincente della sua poetica, un<br />
abbandono fresco ed incantato<br />
alle purezze, alle gioie minute,<br />
agli stupori naturali, alla fede. Alcune sue poesie appaiono come<br />
inni alla vita. Sul piano lessicale e della stesura metrica la poesia<br />
di Ester ci appare come un distillato di visioni, sempre teso ad<br />
esaltare la singola parola, il suo contenuto, l’immagine, il senso<br />
ed il fine. Una poesia che si presenta talora inizialmente come una<br />
visione diretta, apparentemente lontana dagli eventi narrati da<br />
cui poi il verso discende velocemente, estremamente scarno, contenuto,<br />
ma prezioso ed incisivo nel significato. E ancora una volta<br />
poesia e poeta si saldano in una unica ricerca: quella della luce,<br />
della certezza che la vita è meraviglia e a cui bisogna partecipare<br />
con il cuore e con l’anima.<br />
Ed Ester approdata nella nostra meravigliosa città di Firenze continua<br />
a stupirci con la sua carica di umanità, il suo ottimismo, la<br />
sua solida e coinvolgente testimonianza poetica.<br />
Ed ogni volta dal Sud viene a noi ambasciatrice di colori e fragranze<br />
e nel Sud ritorna carica di esperienze ed emozioni, nuove amicizie<br />
e immagini sempre più belle del nostro territorio.<br />
<strong>La</strong> riaccompagno alla stazione di Santa Maria Novella. Da via Cavour<br />
a via Panzani ed ecco alla fine le pensiline della stazione, la<br />
folla dei treni, i binari che si perderanno nella notte dei campi.<br />
Ester ci lascia, elegante nel suo tailleur blu, in sintonia con il mare<br />
della sua Taranto che l’aspetta, affacciata sulle onde.<br />
Domani e poi ancora sarà altrove, forse a rilasciare interviste, a<br />
ritirare premi o a trovare altri amici sparsi ovunque.<br />
Il suo sorriso nel voltarsi, prima di partire, è la certezza che tornerà<br />
presto tra noi a Firenze.<br />
Ester Cecere ritira la targa per il I° posto al Premio Europa <strong>2013</strong> a Lugano<br />
Ester Cecere<br />
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