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La TOSCANA - Dicembre 2013

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Antonio<br />

Manzi<br />

In anteprima<br />

per i nostri lettori<br />

il suo Calendario<br />

d'Arte 2014<br />

di Barbara Santoro<br />

Sotto il termine calendario si nascondono molteplici significati.<br />

Innanzitutto la parola calendario deriva dal calendarium<br />

il registro romano delle tasse, che venivano riscosse<br />

nei primi giorni di ogni mese appunto alle calende. Il mese<br />

infatti era tradizionalmente diviso in calende, none e idi e per colmare<br />

la differenza con il mese lunare venivano aggiunti altri giorni.<br />

Tale sistema fu in uso a Roma fino alla monarchia di Numa Pompilio.<br />

Ma fu sotto Giulio Cesare (per questo Calendario Giuliano) che si<br />

definì l’anno diviso in 12 mesi e 365 giorni. Poi ogni quattro anni veniva<br />

aggiunto un giorno (il sesto prima delle calende di marzo) al<br />

mese di febbraio. Da qui nasce la parola bisestile.<br />

Nonostante varie riforme il Calendario Giuliano rimase in vigore dal<br />

46 a. C. fino al 1582 d. C., con la differenza che se prima gli anni veni-<br />

vano contati ab urbe condita (dalla fondazione di Roma avvenuta nel<br />

753 a.C.), dal 532 d.C. furono contati gli anni a partire da quello successivo<br />

alla nascita di Cristo: I° d.C.<br />

Durante tutto il medioevo in gran parte di Europa si contavano i giorni<br />

secondo un proprio sistema e solo Gregorio XIII pose fine a questa<br />

grande confusione con un calendario denominato Gregoriano dal suo<br />

fondatore. È questo ancora oggi il calendario in vigore nella maggior<br />

parte del mondo.<br />

<strong>La</strong> rappresentazione grafica del calendario è quella che tutti conosciamo:<br />

una rappresentazione in serie di numeri da consultare sul tavolo<br />

o da attaccare al muro per una rapida occhiata.<br />

Ma visto così il calendario è un po’ freddo, forse anche triste, perché<br />

evidenzia l’inarrestabile progredire del tempo.<br />

Ed allora ecco la necessità di abbellirlo con fotografie, disegni, pitture<br />

fino a farne talora vere e proprie opere d’arte.<br />

Alla fine degli anni Ottanta nacque la moda dei calendari; tutti creavano<br />

calendari chi per beneficenza, chi a scopo pubblicitario, come il<br />

famoso calendario Pirelli per far vedere le donne più belle, le indossatrici<br />

più pagate, le attrici più sexy.<br />

Ma il calendario della Polistampa è davvero uno strepitoso oggetto<br />

d’arte.<br />

Così ogni anno il secondo sabato di dicembre alla galleria dell’artista<br />

Pio Fedi rilevata molti anni fa da Mauro Pagliai si tiene il grande<br />

evento con un pubblico che arriva da ogni parte d’Italia per portarsi a<br />

casa questo famoso capolavoro di editoria.<br />

<strong>La</strong> casa editrice Polistampa con sede a Firenze in via Livorno 8/32 è<br />

oggi una fra le più grandi realtà editoriali italiane.<br />

Il suo catalogo è composto da oltre 3000 titoli, tra letteratura contemporanea,<br />

classica e moderna, preziosi libri d’arte, saggi universitari e<br />

accademici, epistolari, raccolte di poesia, romanzi storici, gialli, biografie<br />

e libri di cucina.<br />

<strong>La</strong> sede operativa è strutturata su una superficie di oltre 4000 mq<br />

suddivisi fra redazione, prestampa, tipografia, legatoria e magazzini.<br />

Il creativo editore Mauro Pagliai ebbe l’idea di realizzare un’opera,<br />

appunto in forma di calendario, dove potesse essere presentato il<br />

lavoro di un grande artista contemporaneo.<br />

8 Antonio Manzi

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