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Connessioni, olio su tela, cm. 80x80<br />
Ambarab+†..1, dittico, olio su tavola, cm. 35.2x30.1<br />
Dipinge un mondo che,<br />
pur continuando ad<br />
organizzarsi in<br />
apparenze realistiche,<br />
si stacca da ogni<br />
riferimento mimetico<br />
vano dalla letteratura infantile (Ambarabà<br />
ciccì coccò / tre civette sul comò, Abbracadabbra,<br />
Bla bla bla, C’era una volta), dai modi<br />
di dire (Povero diavolo) e dal frasario poetico<br />
o musicale (Amata mia, Molto agitato). Dichiarazioni<br />
a prima vista semplici e rassicuranti<br />
che al contrario rivelano la necessità di<br />
spingersi oltre l’ovvietà delle parole, come<br />
oltre l’ovvietà della rappresentazione pittorica,<br />
per arrivare all’essenza del reale.<br />
Amata mia 1, olio su tela, cm. 20x30<br />
Ambarab+†..2, dittico,<br />
olio su tavola, cm. 30.2x30.1<br />
è il principale motivo ispiratore<br />
- penso, ad esempio, al Dittico<br />
della discordia -, sia a quelle<br />
che, con tono più bonario, raccontano<br />
le piccole grandi contraddizioni<br />
dell’esistenza. Ed è<br />
proprio questo il punto: nutrire la<br />
visione artistica di uno spirito<br />
ludico che non manipoli né eluda<br />
la realtà, ma che, al contrario, la<br />
osservi più da vicino, nel profondo,<br />
come attraverso una lente<br />
d’ingrandimento capace di rendere<br />
visibili le segrete connessioni tra gli eventi. Ogni suo quadro è un progressivo<br />
avvicinamento, mai un approdo definitivo, ad una verità che si nasconde<br />
nella giustapposizione di elementi all’apparenza tra loro disarmonici;<br />
elementi che si dispongono sul piano come in un bassorilievo e che vincono<br />
la bidimensionalità della superficie suggerendo l’idea di uno spazio senza<br />
inizio e senza fine, esperibile all’infinito. Un paradosso visivo che svela la<br />
somiglianza e la parentela tra realtà esteriormente distanti e inconciliabili,<br />
mettendole in relazione l’una con l’altra per mezzo dell’immagine e della<br />
parola usata come chiave di accesso ad una dimensione fantastica. Una pittura<br />
intessuta di traslati, metonimie e intrecci semantici che spesso avvengono<br />
sul piano del linguaggio, come si evince dalla scelta dei titoli, che deri-<br />
Luigi Tamanini, TAM TAM,<br />
nasce a Trento, vive e lavora a Firenze.<br />
Dopo la laurea in Architettura, si dedica<br />
alla pittura frequentando nel capoluogo<br />
toscano l’atelier della pittrice Joke Frima e,<br />
dal 1983 al 1987, la scuola di Disegno e<br />
Pittura dal vero della maestra Nerina Simi.<br />
È socio del Gruppo Donatello. Nel 2001<br />
vince il Premio Fiorino d’Oro, nella sezione<br />
Grafica, e numerose sono le mostre<br />
personali e collettive a cui ha preso parte<br />
dagli anni Settanta ad oggi.<br />
Luigi Tamanini 51