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La TOSCANA - Dicembre 2013

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Connessioni, olio su tela, cm. 80x80<br />

Ambarab+†..1, dittico, olio su tavola, cm. 35.2x30.1<br />

Dipinge un mondo che,<br />

pur continuando ad<br />

organizzarsi in<br />

apparenze realistiche,<br />

si stacca da ogni<br />

riferimento mimetico<br />

vano dalla letteratura infantile (Ambarabà<br />

ciccì coccò / tre civette sul comò, Abbracadabbra,<br />

Bla bla bla, C’era una volta), dai modi<br />

di dire (Povero diavolo) e dal frasario poetico<br />

o musicale (Amata mia, Molto agitato). Dichiarazioni<br />

a prima vista semplici e rassicuranti<br />

che al contrario rivelano la necessità di<br />

spingersi oltre l’ovvietà delle parole, come<br />

oltre l’ovvietà della rappresentazione pittorica,<br />

per arrivare all’essenza del reale.<br />

Amata mia 1, olio su tela, cm. 20x30<br />

Ambarab+†..2, dittico,<br />

olio su tavola, cm. 30.2x30.1<br />

è il principale motivo ispiratore<br />

- penso, ad esempio, al Dittico<br />

della discordia -, sia a quelle<br />

che, con tono più bonario, raccontano<br />

le piccole grandi contraddizioni<br />

dell’esistenza. Ed è<br />

proprio questo il punto: nutrire la<br />

visione artistica di uno spirito<br />

ludico che non manipoli né eluda<br />

la realtà, ma che, al contrario, la<br />

osservi più da vicino, nel profondo,<br />

come attraverso una lente<br />

d’ingrandimento capace di rendere<br />

visibili le segrete connessioni tra gli eventi. Ogni suo quadro è un progressivo<br />

avvicinamento, mai un approdo definitivo, ad una verità che si nasconde<br />

nella giustapposizione di elementi all’apparenza tra loro disarmonici;<br />

elementi che si dispongono sul piano come in un bassorilievo e che vincono<br />

la bidimensionalità della superficie suggerendo l’idea di uno spazio senza<br />

inizio e senza fine, esperibile all’infinito. Un paradosso visivo che svela la<br />

somiglianza e la parentela tra realtà esteriormente distanti e inconciliabili,<br />

mettendole in relazione l’una con l’altra per mezzo dell’immagine e della<br />

parola usata come chiave di accesso ad una dimensione fantastica. Una pittura<br />

intessuta di traslati, metonimie e intrecci semantici che spesso avvengono<br />

sul piano del linguaggio, come si evince dalla scelta dei titoli, che deri-<br />

Luigi Tamanini, TAM TAM,<br />

nasce a Trento, vive e lavora a Firenze.<br />

Dopo la laurea in Architettura, si dedica<br />

alla pittura frequentando nel capoluogo<br />

toscano l’atelier della pittrice Joke Frima e,<br />

dal 1983 al 1987, la scuola di Disegno e<br />

Pittura dal vero della maestra Nerina Simi.<br />

È socio del Gruppo Donatello. Nel 2001<br />

vince il Premio Fiorino d’Oro, nella sezione<br />

Grafica, e numerose sono le mostre<br />

personali e collettive a cui ha preso parte<br />

dagli anni Settanta ad oggi.<br />

Luigi Tamanini 51

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