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Riccardo Ghiribelli - Corto Maltese pensa<br />
al suo amico-nemico Rasputin, 1978<br />
A ciò nell’ambito specifico delle tecniche<br />
della comunicazione visiva, si è<br />
aggiunto e rapidamente cresciuto e<br />
diffuso grazie al parallelo aumento<br />
della distanza culturale, un<br />
“sottobosco” ottusamente conservatore<br />
o semplicemente disinformato. Si<br />
stava aggiungendo, negli anni Ottanta,<br />
una critica militante sempre più<br />
Renzo Margonari - Rendez-vous a quattro, 1977<br />
alla ricerca di linguaggi spesso condizionati<br />
dalla volontà di dimostrarsi<br />
aggiornati secondo un dibattito sulla<br />
fruizione estetica complesso e testimone<br />
della difficoltà di “uscire” dal XX<br />
secolo che non capivano, limitandosi<br />
a citazioni capaci di esercitare sì il<br />
terrorismo ideologico ma dissolvendo<br />
in chiacchierologia temi e tesi particolarmente<br />
delicati e controversi. Nel<br />
processo di “bruttificazione” (e addirittura<br />
di avvelenamento) dell’Italia ha<br />
contato, e conta, l’analfabetismo di<br />
ritorno. <strong>La</strong> scelta del favorire il consumo<br />
di Firenze che si è sviluppata<br />
negli anni della “Milano da bere”, sta<br />
culminando in quella della centralità<br />
del sistema - moda e/o della svendita della<br />
fruizione dei luoghi della civiltà. I due fenomeni<br />
però si elidono a vicenda proprio<br />
per la specificità della comunicazione nella<br />
quale l’effimero svolge un ruolo decisivo,<br />
consumando e decostruendo “aura” e prestigio.<br />
Le oscillazioni del gusto sono state<br />
ribaltate nell’accelerazione dell’annichilimento<br />
della memoria. Dalla Biennale di<br />
Venezia a Kassel, peraltro, è evidente la<br />
catastrofe della cultura borghese, nell’orgia<br />
bulimica di oggetti, immagini e parole,<br />
all’insegna di un’autoreferenzialità di esistenze<br />
in gran parte fittizie che non permette<br />
di far emergere anche proposte di autentico<br />
rinnovamento e qualità estetica. Tutto<br />
è perduto Non è così, proprio perché questo<br />
impegno per recuperare l’attività di<br />
Bafomet, permette di continuare a lavorare<br />
per capire anni decisivi, mentre scomparivano<br />
gallerie e case editrici e qualche<br />
pseudo intellettuale modaiolo che, inserito<br />
in istituzioni e nella cronaca d’arte, scambiava<br />
il provincialismo delle retroguardie<br />
delle neoavanguardie come la creatività di<br />
“emergenti”.<br />
Cosi, dopo l’ormai classico “Firenze ricerca.<br />
Arti visive. Documenti dal dopoguerra<br />
ad oggi a cura dello Studio d’Arte il Moro”<br />
risalente all’assessorato alla Cultura di<br />
Giorgio Morales, quindi ormai di quasi<br />
trent’anni fa, un altro gruppo formatosi<br />
spontaneamente documenta della propria<br />
attività permettendo di cogliere la ricchezza<br />
di quegli anni e al tempo stesso la percezione<br />
del rischio incombente.<br />
Proprio la consapevolezza del ruolo della<br />
creatività e della responsabilità di Firenze<br />
ha indotto Mauro Cozzi e Gianni Oliveti a<br />
Franco Scuderi - Senza titolo, 1976<br />
Gianni Oliveti - Trappola indolore per un<br />
pellicano, 1974<br />
Angelo Vadalà - Strutture metalliche<br />
su una chiesa barocca,1977<br />
dare speranza a partire da un luogo<br />
come le “Giubbe Rosse”. Infatti operano<br />
e continuano a operare, anche<br />
“sottotraccia”, realtà attive e attente.<br />
Da via Toscanella all’Affratellamento,<br />
all’impegno di Antonio Natali perché<br />
l’eredità consegnataci non sia immeritata,<br />
ai giardini restituiti da Villa Bardini<br />
a Villa Peyron, alle iniziative stesse<br />
di alcuni Comuni della grande Firenze,<br />
i segni della ripresa ci possono<br />
essere, dipende, per renderli funzionali<br />
dall’esperienza maturata e non<br />
certo dalla faciloneria di un apprezzamento<br />
esclusivo di un giovanilismo<br />
che tanto sa del “largo ai giovani” di<br />
mussoliniana memoria”.<br />
Le foto delle opere sono tratte<br />
dal libro Bafomet allo specchio<br />
Bafomet<br />
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