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La TOSCANA - Dicembre 2013

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Riccardo Ghiribelli - Corto Maltese pensa<br />

al suo amico-nemico Rasputin, 1978<br />

A ciò nell’ambito specifico delle tecniche<br />

della comunicazione visiva, si è<br />

aggiunto e rapidamente cresciuto e<br />

diffuso grazie al parallelo aumento<br />

della distanza culturale, un<br />

“sottobosco” ottusamente conservatore<br />

o semplicemente disinformato. Si<br />

stava aggiungendo, negli anni Ottanta,<br />

una critica militante sempre più<br />

Renzo Margonari - Rendez-vous a quattro, 1977<br />

alla ricerca di linguaggi spesso condizionati<br />

dalla volontà di dimostrarsi<br />

aggiornati secondo un dibattito sulla<br />

fruizione estetica complesso e testimone<br />

della difficoltà di “uscire” dal XX<br />

secolo che non capivano, limitandosi<br />

a citazioni capaci di esercitare sì il<br />

terrorismo ideologico ma dissolvendo<br />

in chiacchierologia temi e tesi particolarmente<br />

delicati e controversi. Nel<br />

processo di “bruttificazione” (e addirittura<br />

di avvelenamento) dell’Italia ha<br />

contato, e conta, l’analfabetismo di<br />

ritorno. <strong>La</strong> scelta del favorire il consumo<br />

di Firenze che si è sviluppata<br />

negli anni della “Milano da bere”, sta<br />

culminando in quella della centralità<br />

del sistema - moda e/o della svendita della<br />

fruizione dei luoghi della civiltà. I due fenomeni<br />

però si elidono a vicenda proprio<br />

per la specificità della comunicazione nella<br />

quale l’effimero svolge un ruolo decisivo,<br />

consumando e decostruendo “aura” e prestigio.<br />

Le oscillazioni del gusto sono state<br />

ribaltate nell’accelerazione dell’annichilimento<br />

della memoria. Dalla Biennale di<br />

Venezia a Kassel, peraltro, è evidente la<br />

catastrofe della cultura borghese, nell’orgia<br />

bulimica di oggetti, immagini e parole,<br />

all’insegna di un’autoreferenzialità di esistenze<br />

in gran parte fittizie che non permette<br />

di far emergere anche proposte di autentico<br />

rinnovamento e qualità estetica. Tutto<br />

è perduto Non è così, proprio perché questo<br />

impegno per recuperare l’attività di<br />

Bafomet, permette di continuare a lavorare<br />

per capire anni decisivi, mentre scomparivano<br />

gallerie e case editrici e qualche<br />

pseudo intellettuale modaiolo che, inserito<br />

in istituzioni e nella cronaca d’arte, scambiava<br />

il provincialismo delle retroguardie<br />

delle neoavanguardie come la creatività di<br />

“emergenti”.<br />

Cosi, dopo l’ormai classico “Firenze ricerca.<br />

Arti visive. Documenti dal dopoguerra<br />

ad oggi a cura dello Studio d’Arte il Moro”<br />

risalente all’assessorato alla Cultura di<br />

Giorgio Morales, quindi ormai di quasi<br />

trent’anni fa, un altro gruppo formatosi<br />

spontaneamente documenta della propria<br />

attività permettendo di cogliere la ricchezza<br />

di quegli anni e al tempo stesso la percezione<br />

del rischio incombente.<br />

Proprio la consapevolezza del ruolo della<br />

creatività e della responsabilità di Firenze<br />

ha indotto Mauro Cozzi e Gianni Oliveti a<br />

Franco Scuderi - Senza titolo, 1976<br />

Gianni Oliveti - Trappola indolore per un<br />

pellicano, 1974<br />

Angelo Vadalà - Strutture metalliche<br />

su una chiesa barocca,1977<br />

dare speranza a partire da un luogo<br />

come le “Giubbe Rosse”. Infatti operano<br />

e continuano a operare, anche<br />

“sottotraccia”, realtà attive e attente.<br />

Da via Toscanella all’Affratellamento,<br />

all’impegno di Antonio Natali perché<br />

l’eredità consegnataci non sia immeritata,<br />

ai giardini restituiti da Villa Bardini<br />

a Villa Peyron, alle iniziative stesse<br />

di alcuni Comuni della grande Firenze,<br />

i segni della ripresa ci possono<br />

essere, dipende, per renderli funzionali<br />

dall’esperienza maturata e non<br />

certo dalla faciloneria di un apprezzamento<br />

esclusivo di un giovanilismo<br />

che tanto sa del “largo ai giovani” di<br />

mussoliniana memoria”.<br />

Le foto delle opere sono tratte<br />

dal libro Bafomet allo specchio<br />

Bafomet<br />

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