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La TOSCANA - Dicembre 2013

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Giorgio Rossi<br />

e le sue Muse<br />

Da domenica 8 dicembre<br />

a Palazzo Medici Riccardi<br />

"Volti del passato"<br />

per ricordare l'importante<br />

scultore toscano<br />

Donna supina con Cupido sulle spalle, 1920, bronzo, cm. h.57x31<br />

di Rossella Campana<br />

<strong>La</strong> nuova mostra dedicata a Giorgio<br />

Rossi, Volti dal passato. Gior-<br />

quando l’artista rivolge la sua attenzione al<br />

rinnegata nei suoi fondamenti, ma che<br />

gio Rossi e le sue Muse, che si variegato universo femminile si manifesta<br />

inaugura il 7 dicembre a Palazzo con note di peculiare efficacia espressiva.<br />

20 Giorgio Rossi<br />

Medici Riccardi, fortemente voluta dalla<br />

sua famiglia dopo quelle del 2009, 2010 e<br />

2011, ben rappresenta con la variegata produzione<br />

scultorea dell’artista, nato a San<br />

Piero a Sieve nel 1892, il fertile humus<br />

culturale della Toscana della prima metà del<br />

Novecento, in anni cioè in cui un giovane<br />

dotato della provincia, giunto nella città che<br />

aveva grandemente contribuito alla storia<br />

dell’arte italiana, poteva acquisire gli strumenti<br />

del mestiere e proporsi nell’agone<br />

con tutte le carte in regola per affrontare<br />

una carriera non necessariamente di successo<br />

mondano ma sicuramente di soddisfazione<br />

creativa.<br />

<strong>La</strong> scelta, in questa occasione, è stata di<br />

privilegiare come filo conduttore l’immagine<br />

della donna, con ciò evidenziando l’attenzione<br />

dell’artista per un tema non per lui<br />

univoco ma certamente negli anni prediletto.<br />

Ne sono la prova molteplici ritratti e nudi,<br />

solo parte dei quali viene qui presentata,<br />

modellati o scolpiti con sicura maestria,<br />

specchio di una sensibilità sempre vigile nei<br />

confronti del dato naturale acquisita da<br />

Rossi alla scuola di Antonio Bortone e mai<br />

Pur con accenti diversi a seconda del percorso<br />

di ricerca stilistica intrapreso, infatti,<br />

che dall’idealismo giovanile lo porta nel<br />

ventennio fra le due guerre a sperimentare<br />

le stilizzazioni del déco e quindi a scoprire<br />

l’umanità più complessa dell’arte etrusca, la<br />

donna gli suggerisce forme di volta in volta<br />

sinuose, forbite o fragili ma comunque eloquenti,<br />

e la sua immagine domina, fino quasi<br />

a identificarsi con lo stesso far arte dello<br />

scultore. Non per caso un autoritratto recentemente<br />

donato agli Uffizi ce lo mostra intento<br />

a plasmare una piccola testa muliebre,<br />

che appare al suo fianco come l’idolo di<br />

un’erma antica, al tempo stesso musa ispiratrice<br />

e nume tutelare.<br />

Nelle belle sale espositive di Palazzo Medici<br />

Riccardi, oltre a un altro, squisito, autoritratto<br />

giovanile in bronzo, potremo dunque<br />

ammirare corpi e volti teneri di bambine e<br />

affabili belle signore, ma anche enigmatiche<br />

maschere di pietra dura e impenetrabili<br />

gorgoni, a fianco di statue e statuine<br />

nelle quali l’artista s’impegna in eleganti<br />

soluzioni decorative, o, ancora, nella rappresentazione<br />

del corpo femminile come semplice<br />

tramite di bellezza, immagini tutte<br />

Autoritratto, collezione degli Uffizi, Galleria degli Autoritratti<br />

nel Corridoio Vasariano

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