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Giorgio Rossi<br />
e le sue Muse<br />
Da domenica 8 dicembre<br />
a Palazzo Medici Riccardi<br />
"Volti del passato"<br />
per ricordare l'importante<br />
scultore toscano<br />
Donna supina con Cupido sulle spalle, 1920, bronzo, cm. h.57x31<br />
di Rossella Campana<br />
<strong>La</strong> nuova mostra dedicata a Giorgio<br />
Rossi, Volti dal passato. Gior-<br />
quando l’artista rivolge la sua attenzione al<br />
rinnegata nei suoi fondamenti, ma che<br />
gio Rossi e le sue Muse, che si variegato universo femminile si manifesta<br />
inaugura il 7 dicembre a Palazzo con note di peculiare efficacia espressiva.<br />
20 Giorgio Rossi<br />
Medici Riccardi, fortemente voluta dalla<br />
sua famiglia dopo quelle del 2009, 2010 e<br />
2011, ben rappresenta con la variegata produzione<br />
scultorea dell’artista, nato a San<br />
Piero a Sieve nel 1892, il fertile humus<br />
culturale della Toscana della prima metà del<br />
Novecento, in anni cioè in cui un giovane<br />
dotato della provincia, giunto nella città che<br />
aveva grandemente contribuito alla storia<br />
dell’arte italiana, poteva acquisire gli strumenti<br />
del mestiere e proporsi nell’agone<br />
con tutte le carte in regola per affrontare<br />
una carriera non necessariamente di successo<br />
mondano ma sicuramente di soddisfazione<br />
creativa.<br />
<strong>La</strong> scelta, in questa occasione, è stata di<br />
privilegiare come filo conduttore l’immagine<br />
della donna, con ciò evidenziando l’attenzione<br />
dell’artista per un tema non per lui<br />
univoco ma certamente negli anni prediletto.<br />
Ne sono la prova molteplici ritratti e nudi,<br />
solo parte dei quali viene qui presentata,<br />
modellati o scolpiti con sicura maestria,<br />
specchio di una sensibilità sempre vigile nei<br />
confronti del dato naturale acquisita da<br />
Rossi alla scuola di Antonio Bortone e mai<br />
Pur con accenti diversi a seconda del percorso<br />
di ricerca stilistica intrapreso, infatti,<br />
che dall’idealismo giovanile lo porta nel<br />
ventennio fra le due guerre a sperimentare<br />
le stilizzazioni del déco e quindi a scoprire<br />
l’umanità più complessa dell’arte etrusca, la<br />
donna gli suggerisce forme di volta in volta<br />
sinuose, forbite o fragili ma comunque eloquenti,<br />
e la sua immagine domina, fino quasi<br />
a identificarsi con lo stesso far arte dello<br />
scultore. Non per caso un autoritratto recentemente<br />
donato agli Uffizi ce lo mostra intento<br />
a plasmare una piccola testa muliebre,<br />
che appare al suo fianco come l’idolo di<br />
un’erma antica, al tempo stesso musa ispiratrice<br />
e nume tutelare.<br />
Nelle belle sale espositive di Palazzo Medici<br />
Riccardi, oltre a un altro, squisito, autoritratto<br />
giovanile in bronzo, potremo dunque<br />
ammirare corpi e volti teneri di bambine e<br />
affabili belle signore, ma anche enigmatiche<br />
maschere di pietra dura e impenetrabili<br />
gorgoni, a fianco di statue e statuine<br />
nelle quali l’artista s’impegna in eleganti<br />
soluzioni decorative, o, ancora, nella rappresentazione<br />
del corpo femminile come semplice<br />
tramite di bellezza, immagini tutte<br />
Autoritratto, collezione degli Uffizi, Galleria degli Autoritratti<br />
nel Corridoio Vasariano