il quaderno conclusivo del progetto "Corridoio Esino" - Comune di Jesi
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<strong>Jesi</strong> <strong>Corridoio</strong> Esino<br />
in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e per un reale supporto <strong>del</strong> sistema infrastrutturale allo<br />
sv<strong>il</strong>uppo locale.<br />
Si è capito infine che solo mo<strong>di</strong>ficando <strong>il</strong> territorio attraverso buone<br />
pratiche attente al paesaggio, coniugando in modo sapiente competitività,<br />
coesione, sostenib<strong>il</strong>ità ambientale, mantenendo in poche parole<br />
l’immagine <strong>del</strong>la Vallesina come quella <strong>di</strong> un parco <strong>di</strong> attività, si potrà<br />
davvero realizzare le potenzialità <strong>di</strong> questo territorio che potrà così<br />
<strong>di</strong>ventare un’area <strong>di</strong> qualità, in grado <strong>di</strong> scambiare conoscenze e prodotti<br />
con l’intero territorio europeo.<br />
<strong>Jesi</strong> apr<strong>il</strong>e 2008<br />
Assessore allo<br />
Sv<strong>il</strong>uppo Sostenib<strong>il</strong>e e<br />
ai Progetti Speciali<br />
Daniele Olivi<br />
Il Sindaco<br />
Fabiano Belcecchi<br />
Oltre l’occasione creata dal Ministero <strong>del</strong>le Infrastrutture che con <strong>il</strong><br />
<strong>progetto</strong> Sistema ha indotto alcuni sistemi territoriali italiani, selezionati<br />
sulla base <strong>di</strong> ben precisi parametri, a riflettere sulla propria struttura<br />
spaziale e sul legame tra i propri assetti e le traiettorie auspicab<strong>il</strong>i<br />
<strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo, se osserviamo i <strong>di</strong>versi paesi europei possiamo notare<br />
che la costruzione <strong>di</strong> scenari strategici <strong>di</strong> scala territoriale sembra costituire<br />
un fenomeno <strong>di</strong> portata più vasta. L’Unione Europea che, con<br />
le sue varie articolazioni <strong>di</strong> governo, appare sempre più un soggetto<br />
r<strong>il</strong>evante nel campo <strong>del</strong>le politiche territoriali, sembra aver fornito un<br />
impulso decisivo in questa <strong>di</strong>rezione. Basti pensare, per richiamare<br />
solo alcuni passaggi, alle ipotesi <strong>di</strong> organizzazione <strong>del</strong> territorio comunitario<br />
quali lo Sdec, alla produzione <strong>di</strong> numerosi strati informativi<br />
nell’ambito <strong>del</strong> programma Espon, ut<strong>il</strong>i strumenti per la costruzione <strong>di</strong><br />
un nuovo atlante <strong>del</strong>lo spazio europeo, al finanziamento <strong>di</strong> numerosi<br />
progetti <strong>di</strong> cooperazione su temi <strong>di</strong> natura territoriale – anche in relazione<br />
all’allargamento ad Est – nell’ambito <strong>del</strong> programma Interreg,<br />
fino alla costruzione <strong>di</strong> un lessico e <strong>di</strong> un’agenda <strong>di</strong> temi comuni che<br />
ha avuto un’almeno provvisoria sistematizzazione in due documenti<br />
approvati nel corso <strong>del</strong>la presidenza tedesca <strong>del</strong> 2007: la Carta <strong>di</strong> Lipsia<br />
per le città sostenib<strong>il</strong>i e la Territorial Agenda of the European Union.<br />
Se <strong>il</strong> contributo italiano in questo processo non è stato dei più visib<strong>il</strong>i<br />
o, almeno, in qualche misura sottostimato da altri partner europei (un<br />
attento osservatore e interprete quale Andreas Falu<strong>di</strong>, per esempio, è<br />
portato a <strong>di</strong>stinguere da un lato ra<strong>di</strong>ci francesi, dall’altro matrici tedesche<br />
e olandesi nelle politiche territoriali messe <strong>di</strong> volta in volta in atto)<br />
la tra<strong>di</strong>zione culturale italiana, che vanta consistenti pratiche <strong>di</strong> analisi<br />
regionale e qualche tentativo originale <strong>di</strong> pianificazione, consentirebbe<br />
però <strong>di</strong> inserirsi con maggiore determinazione in questo processo,<br />
arricchendolo con un proprio contributo originale. Esistono infatti<br />
approcci e questioni, in parte già esplorati in Italia nel passato, che<br />
tornano ora con interesse al centro <strong>del</strong> <strong>di</strong>battito europeo: basti pensare,<br />
a titolo <strong>di</strong> esempio, alla lunga riflessione che ha avuto luogo in