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il quaderno conclusivo del progetto "Corridoio Esino" - Comune di Jesi

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46 <strong>Jesi</strong> Le forme <strong>del</strong> partenariato e la governance<br />

strutturale e logistico con la necessaria attenzione alla salvaguar<strong>di</strong>a<br />

ambientale e alla valorizzazione degli ingenti patrimoni locali.<br />

Il punto <strong>di</strong> partenza <strong>del</strong> ragionamento è che, per costruire una politica<br />

pubblica, occorrono almeno tre con<strong>di</strong>zioni:<br />

- che sia stato ben identificato <strong>il</strong> problema che la politica è chiamata<br />

a trattare;<br />

- che siano identificati i <strong>di</strong>spositivi e le procedure adeguati per p<strong>il</strong>otare<br />

<strong>il</strong> processo;<br />

- che almeno un attore se ne faccia promotore e sia interessato e<br />

tenere in tensione <strong>il</strong> suo processo <strong>di</strong> costruzione e gestione.<br />

Su queste tre con<strong>di</strong>zioni occorrerà lavorare per dare gambe al processo<br />

<strong>di</strong> partenariato avviato all’interno <strong>del</strong> Progetto Sistema.<br />

Il problema: la costruzione <strong>del</strong>la Città <strong>del</strong>l’Esino<br />

Il Patto siglato dai Sindaci alla fine <strong>di</strong> marzo contiene una definizione<br />

implicita <strong>del</strong> problema che <strong>il</strong> partenariato deve affrontare. Esso infatti<br />

riconosce la necessità <strong>del</strong>la cooperazione dal fatto che “i problemi <strong>di</strong><br />

governo <strong>del</strong> territorio che si pongono alle amministrazioni comunali<br />

sono interconnessi e le decisioni dei singoli comuni hanno spesso effetti<br />

e ricadute sui territori dei comuni contermini”.<br />

Si tratta, come si vede, <strong>di</strong> una definizione tutta spostata sugli aspetti<br />

“<strong>di</strong> processo” che però non <strong>di</strong>ce nulla sugli aspetti “<strong>di</strong> contenuto”, cioè<br />

su quali siano le criticità sostantive che la politica <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>la<br />

Vallesina dovrebbe affrontare.<br />

Non è questa la sede per entrare nel merito <strong>di</strong> una elencazione <strong>del</strong>le<br />

criticità da affrontare. Piuttosto è opportuno tentare una definizione <strong>del</strong><br />

problema <strong>di</strong> policy che sia r<strong>il</strong>evante sotto due aspetti: possa essere riconosciuto<br />

come pertinente dagli attori; sia innovativo, capace <strong>di</strong> ridefinire<br />

<strong>il</strong> modo consueto <strong>di</strong> guardare ai temi <strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppo territoriale.<br />

Potremmo allora <strong>di</strong>re che <strong>il</strong> problema principale <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo<br />

per l’ambito <strong>del</strong>l’Esino risiede in una serie <strong>di</strong> asimmetrie:<br />

- tra una logica <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo tutta basata sull’incremento degli spazi<br />

per logistica, infrastrutture e produzione, e la qualità (ma anche la<br />

frag<strong>il</strong>ità) dei quadri ambientali;<br />

- tra forti ra<strong>di</strong>camenti locali e identità <strong>di</strong> campan<strong>il</strong>e e un territorio fruito<br />

come se ormai fosse una città estesa: si risiede in un centro, si<br />

lavora in un altro, si fa lo shopping in un terzo, si pratica lo sport in<br />

un altro ancora, e la fidanzata/<strong>il</strong> fidanzato lo si ha chissà dove;<br />

- tra progetti <strong>di</strong> rafforzamento <strong>del</strong>le reti lunghe che cercano localmente<br />

i propri appoggi (si pensi al Progetto Quadr<strong>il</strong>atero) e progetti<br />

che invece sono fortemente ra<strong>di</strong>cati e che però possono trovare<br />

ulteriore sv<strong>il</strong>uppo me<strong>di</strong>ante connessioni con <strong>di</strong>mensioni sovralocali<br />

(si pensi ai programmi Leader e all’azione <strong>del</strong> Gal);<br />

- tra una iper-rappresentazione <strong>del</strong>le domande locali e localistiche<br />

(secondo un processo che non è certo tipico <strong>di</strong> questo territorio),<br />

che ormai sono confinate non più solo al <strong>Comune</strong>, ma ad<strong>di</strong>rittura<br />

al borgo, al quartiere, all’isolato, alla strada, al cort<strong>il</strong>e, e un’analoga<br />

iper-rappresentazione <strong>di</strong> prospettive <strong>il</strong> cui impatto territoriale<br />

non è <strong>del</strong> tutto esplicito (o funziona solo come richiamo retorico):<br />

dalla riorganizzazione dei <strong>di</strong>stretti, alla <strong>del</strong>ocalizzazione industriale,<br />

alla Vallesina come “porta verso i Balcani”.<br />

La questione è come riorientare queste asimmetrie, lavorando alla definizione<br />

<strong>di</strong> una ipotesi <strong>di</strong> lavoro che possa funzionare come “campo<br />

strategico” dove metterle positivamente in tensione.

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