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Luiss-Generare-Classe-dirigente

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Altro tratto distintivo del sistema educativo inglese (e dei sistemi di giunzione per la<br />

transizione al lavoro) è la forte competitività e selettività, già a partire dall’accesso ai<br />

percorsi che portano a formare le “élite”. Si parte molto presto nella “corsa” verso le<br />

posizioni di vertice della società e dell’economia: sin dalle scuole primarie, iper-selettive,<br />

per poi mirare a frequentare la “giusta” high school, e garantirsi l’accesso i limitati<br />

posti nelle università di Oxford e Cambrige, le uniche in grado di generare davvero<br />

elite, insieme a poche altre nel Paese (sono in totale 5 le “top university”). Il livello<br />

di “stress” di genitori e studenti è molto elevato e la mobilità sociale - visti gli elevati<br />

costi del sistema - molto bassa (ma questo è un tema politico, prima che formativo).<br />

Il problema è rappresentato dagli studenti che non riescono ad accedere alle università<br />

di eccellenza, che hanno quindi difficoltà nella transizione al mondo del lavoro,<br />

similmente a quanto avviene in Italia, pur con dati relativi alla disoccupazione molto<br />

inferiori rispetto ai nostri (in virtù di un sistema che tradizionalmente valorizza anche<br />

la formazione e le professioni tecniche). Un laureato in storia a Oxford lo si può tranquillamente<br />

ritrovare dopo qualche anno come executive in una grande azienda o nel<br />

mondo della finanza, ma un laureato in storia in un’università qualunque rischia di<br />

naufragare nel precariato.<br />

Tra i punti di miglioramento segnalati, la necessità di contestualizzare maggiormente<br />

l’apprendimento, riscoprendo l’importanza della “vocazione profes sionale” dei ragazzi.<br />

In altri termini, bisogna rendere più “attraenti” i percorsi di formazione, anche quelli<br />

legati alle materie tecnico-scientifiche, come la matematica, rendendo evidenti ai ragazzi<br />

gli utilizzi pratici (nel mondo del lavoro) di quanto appreso. È poi urgente innovare<br />

le modalità d’insegnamento rendendole più vicine ai giovani e valorizzando i social<br />

network, quali modalità vicine al modo di comunicare (e apprendere) dei giovani.<br />

Sebbene l’Inghilterra ha nel proprio sistema di valutazione e certificazione delle competenze<br />

uno dei suoi punti di forza (con l’OFSTED), il problema della motivazione è<br />

presente in UK, specie per quanto riguarda le fasce di popolazione più svantaggiate.<br />

Per far fronte a queste difficoltà, si ricorre a specifici strumenti e progetti di informazione<br />

e orientamento (come il recente servizio governativo “Generation Talent”) rivolti<br />

ai giovani. Ma questo non basta, secondo gli esperti presenti al focus, è necessario,<br />

inoltre, incentivare l’auto imprenditorialità puntando sullo sviluppo delle soft skill nelle<br />

quali i giovani britannici sono particolarmente carenti e che pure sono fondamentali<br />

per l’ingresso nel mondo del lavoro.<br />

Transizione e relazionalità<br />

I sistemi di “giunzione” in UK funzionano, abbastanza. Le “internship” sicuramente più<br />

dell’apprendistato, ma dipende dall’at trattività dei diversi settori. Così mentre le costruzioni<br />

non attirano, i servizi e la finanza hanno molto appeal tra i giovani (anche per i<br />

salari mediamente più elevati).<br />

Le buone performance del sistema di transizione inglese sono state storicamente<br />

garantite dal naturale “sbocco” dei diplomati e laureati tecnici verso le aziende mecca-<br />

118 8° rapporto sulla classe <strong>dirigente</strong>/2014

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