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Luiss-Generare-Classe-dirigente

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invece a percorsi formativi più internazionali (Erasmus, percorsi bi-nazionali, studio<br />

all’estero) e i figli dei professionisti godono di una “rete di protezione” che li guida<br />

nella scelta della laurea (di solito, la stessa del padre);<br />

--<br />

maggiore trasparenza sulla qualità dei corsi di laurea e sulla loro capacità di condurre<br />

ad un buon impiego permetterebbe da una parte alle classi dirigenti di definire<br />

una vera strategia di formazione, che oggi sembra mancare e dall’altra di facilitare<br />

la competizione tra Atenei che premierebbe le Università migliori, grazie alle scelte<br />

che perseguirebbero gli studenti e le loro famiglie.<br />

Il risultato è che la scarsa trasparenza rende ancor più difficile anche per le classi<br />

dirigenti l’apprendimento “appropriato” mentre favorisce meccanismi surrettizi di tipo<br />

“familistico” con la conseguenza di generare disuguaglianze maggiori sul piano del<br />

merito e della mobilità sociale.<br />

Successivamente si è ragionato attorno alle motivazioni e alle attese dei giovani che<br />

devono inserirsi nella vita attiva, ma anche confrontarsi con le motivazioni e le attese<br />

delle imprese 7 .<br />

Emergono a tale proposito una serie di evidenti sfasature:<br />

--<br />

tra le competenze possedute effettivamente dai giovani laureati e quelle richieste<br />

dal management delle imprese;<br />

--<br />

tra le competenze tecnico-professionali che sono state acquisite e le competenze<br />

di tipo relazionale, che risultano essenziali per poter generare una vita aziendale<br />

proficua sia per i giovani sia per l’azienda ospitante;<br />

--<br />

ma anche tra competenze tecnico-professionali e competenze culturali di ordine<br />

più generale, particolarmente necessarie oggi per poter affrontare un passaggio alla<br />

vita attiva difficile e spesso ben diverso da quello atteso;<br />

--<br />

ed infine una divaricazione di tipo generazionale per ciò che concerne il valore<br />

attribuito al lavoro, la capacità di non pensare solo alla dimensione del presente<br />

ma anche a quella del proprio futuro a medio termine e l’investimento di energie<br />

personali per esplorare adeguatamente le proprie prospettive professionali.<br />

In sintesi è rilevabile, anche se indirettamente, la presenza di un non adeguata attenzione<br />

da parte del sistema educativo nei confronti delle motivazioni dei giovani come<br />

pure dell’apprendimento di quelle competenze che siano in grado di sostenere un<br />

inserimento denso di incognite come quello odierno.<br />

Ma i temi appena ricordati vengono ulteriormente affrontati in un’altra analisi dedicata<br />

sempre all’inserimento professionale, la quale mette in rilievo 8 :<br />

--<br />

da un lato, l’esistenza di una certa opacità del rapporto che intercorre tra la formazione<br />

e il lavoro, una sorta di terra di nessuno, specie in presenza di una crisi<br />

7. Cfr. capitolo 3/Parte seconda.<br />

8. Cfr. capitolo 4/Parte seconda.<br />

considerazioni introduttive e di sintesi<br />

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