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Luiss-Generare-Classe-dirigente

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I temi di discussione, le riflessioni e le critiche che trovano spazio nel quotidiano sono<br />

piuttosto diversificati, ma tutti ruotano intorno a due dei paradigmi centrali della nostra<br />

indagine: l’apprendimento e la valutazione. Come abbiamo visto nell’analisi degli altri<br />

casi nazionali, la stretta connessione tra apprendimento e strumenti di valutazione è<br />

una delle caratteristiche che accomuna il discorso pubblico nei diversi Paesi esaminati.<br />

Va sottolineato, tuttavia, che in nessun altro caso essa appare tanto forte non soltanto<br />

da rendere difficile isolare i due aspetti a livello analitico ma, addirittura, da impedire<br />

che altre possibili interpretazioni trovino voce ed emergano nel dibattito mediatico. In<br />

estrema sintesi, infatti, possiamo affermare che il frame che informa tutto il dibattito è:<br />

l’implementazione di nuovi strumenti di valutazione per gli studenti, gli insegnanti e le<br />

scuole come soluzione più efficace per migliorare i livelli di apprendimento, le performance<br />

degli studenti e quindi la qualità dell’educazione in Gran Bretagna.<br />

In effetti, la riforma dell’educazione era una dei temi portanti del programma del<br />

governo conservatore, ed è stato molto presente nei media già negli anni precedenti<br />

alla nostra ricognizione empirica. Tuttavia, diventa nuovamente oggetto di attenzione<br />

pubblica proprio nei mesi da noi esaminati perché, al pari di quanto accade in altri<br />

Paesi, la pubblicazione dei rapporto PISA imprime un nuovo impeto al dibattito. Nel<br />

caso specifico, il mancato miglioramento degli indicatori di performance degli studenti<br />

rispetto alla rilevazione del 2009 (simbolicamente riassunto nella formula stagnant<br />

performance), viene usata dai fautori della riforma per rafforzare l’esigenza di ridefinire<br />

gli strumenti di valutazione del sistema educativo. Infatti, due sono le conseguenze<br />

che i membri del governo traggono dai dati PISA: la prima è che la responsabilità va<br />

attribuita alle riforme labouriste, la seconda che il modello da seguire è quello asiatico.<br />

Quest’ultima è di particolare interesse, perché a differenza di quanto accade in Italia<br />

e in Francia, i Paesi europei non rappresentano il benchmark per il sistema inglese<br />

che invece guarda all’estremo oriente, provando a emularne non soltanto i modelli e<br />

i tempi educativi, ma persino gli strumenti stessi per testare gli studenti. A tale scopo,<br />

il governo importa 60 insegnanti cinesi da distribuire in sessanta scuole selezionate.<br />

Più in generale, come accade in altri ambiti di policy, l’uso di indicatori statistici nella<br />

comunicazione e nella retorica politica è solitamente funzionale a sostenere le preferenze<br />

di policy di chi li usa. Nel caso specifico, Harvey Goldstein, professore di statistica<br />

Sociale all’Università di Bristol, efficacemente sintetizza l’effetto PISA: “Ciò che è spesso<br />

denominato lo “shock PISA”, e il conseguente “panico PISA” ha riempito gli ultimi comunicati<br />

stampa e politici di tutti gli schieramenti in molti Paesi hanno usato le “evidenze”<br />

di variazioni verso l’alto o il basso nelle graduatorie per giustificare i cambiamenti che<br />

comunque volevano fare ai propri curricula o sistemi di valutazione” 63 .<br />

Passando a esaminare nel dettaglio i temi discussi in merito ad apprendimento e valutazione,<br />

le proposte che trovano uno spazio più ampio, riguardano la valutazione degli<br />

studenti e, in particolare, l’inasprimento degli esami per ottenere il General Certificate<br />

63. Richard Garner, Literacy and numeracy report: What the academics said, The Independent,<br />

Tuesday, 3 December 2013.<br />

parte prima › capitolo 3 › apprendimento, motivazione e “sistemi di giunzione”<br />

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