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rivista n. 3/2011 (pdf) - Carmelitani Scalzi di Sicilia

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nendone moltoconsolata, per sembrarmi che il Signorestesse veramente con me» (R 26).Non si tratta, è vero <strong>di</strong> una grazia eucaristicama la stretta relazione con essa ètanto più evidente in quanto nello stessoracconto fattone dalla Santa, aquella visione segue poi una verae propria grazia eucaristica.«La domenica delle Palme,appena fatta la comunione, mitrovai in così grande sospensioneda non poter neppure inghiottirela Sacra Ostia. Tornata alquantoin me stessa, e avendola ancorain bocca, mi parve che la boccami si riempisse <strong>di</strong> sangue, e che<strong>di</strong> sangue mi sentissi bagnato ilvolto e tutta la persona: un san-liola»voglia. Per i mieivomiti mi è <strong>di</strong>grande incomodonon poter cenareun po’ prima.Tuttavia, facendomimoltaforza, mi posi ilpane davanti perincoraggiarne amangiarlo. Imme<strong>di</strong>atamentemi sipresentò il Signore,il quale, spezzatoil pane - cosìalmeno mi parve- me lo pose inbocca <strong>di</strong>cendomi:"Mangia, figliuola,e rassegnatimeglio che puoi!Mi <strong>di</strong>spiace vedertisoffrire, maper ora ti convienecosì". Mi <strong>di</strong>sparveogni pena, rima-gue caldo, come se nostro Signore l'avesseversato allora allora. Mentre ne assaporavola straor<strong>di</strong>naria dolcezza, il Signore mi<strong>di</strong>sse: "Figliola, voglio che il mio sangue tigiovi. Non temere che la mia misericor<strong>di</strong>ati manchi. Io l'ho versato fra acerbissimidolori, e tu lo go<strong>di</strong> fra inenarrabili delizie.Ve<strong>di</strong> dunque che ti pago bene il banchettoche oggi mi prepari".Disse così perché da più <strong>di</strong> trent'anni, ilgiorno delle Palme, quando potevo, mi accostavoalla comunione cercando <strong>di</strong> prepararmil'anima in modo da offrire ospitalitàal Signore, parendomi che gli ebrei fosserostati ben cattivi, quando, dopo averlo accoltocon tanto trionfo, lasciarono che andassea mangiare lontano.Facevo conto <strong>di</strong> trattenerlo con me, benchénon gli apprestassi che un alloggio assaimisero, come ora mi accorgo, e mi abbandonavoad alcune ingenue considerazioniche il Signore doveva gra<strong>di</strong>re. Questa è unadelle visioni che io ritengo più sicure, dallaquale ebbi molto vantaggio per la santa comunione».(R 26)Il testo è estremamente caratteristicodella necessità fondamentale <strong>di</strong> Teresa <strong>di</strong>sentirsi alla presenza del Signore. Per leila vita mistica costituisce una relazione dapersona a persona, una unione progressiva aCristo al fine <strong>di</strong> compiere in tutto la volontà<strong>di</strong> Dio.Anonimo spagnolo, Cristo nutre santa Teresa, sec. XVII, Avila, Museo de la Santa11

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