la quale reclamò un'esposizione prolungatadell'ostia sull'altare. A tale scopo si crearonogli ostensori derivati dai reliquiari, forniti <strong>di</strong>una lunetta <strong>di</strong> cristallo, in modo che i fedelipotessero vedere l'ostia. Ma questa enfasinel celebrare il Corpo <strong>di</strong> Cristo sfociò anchenello sviluppo <strong>di</strong> pratiche paraliturgiche, cioèmagiche, fonti <strong>di</strong> numerosi abusi e <strong>di</strong> asprecontestazioni da parte degli eretici. Va notato,inoltre, che questo fervore eucaristico non favorìun risveglio nella partecipazione all'Eucaristiame<strong>di</strong>ante la comunione: la festa delCorpus Domini fu essenzialmente una solennee pubblica manifestazione <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amorea Cristo realmente presente nell'Eucaristia, inrisposta agli eretici, in particolare Berengarioe Wyclif, i quali negavano tale presenza.Il culto eucaristico dopo ilconcilio <strong>di</strong> TrentoIl culto eucaristico consiste essenzialmentenell'adorazione <strong>di</strong> Cristo presente sotto lespecie del pane e del vino, rimaste dopo lacelebrazione eucaristica e conservate primariamenteper la comunione dei malati e secondariamenteper la comunione dei fedeliche non hanno potuto partecipare alla celebrazioneeucaristica e per l'adorazione pubblicae privata. Fino al secolo XVI il cultoeucaristico si sviluppò sempre più nella Chiesama, con l'avvento della Riforma, esso subìun attacco ra<strong>di</strong>cale. I Riformatori infatti nonsoltanto denunciarono gli eccessi e gli abusidel culto eucaristico, ma ne respinsero tuttele forme come idolatria, poiché affermavanoche la presenza <strong>di</strong> Cristo nell'Eucaristia nonpermane dopo la Messa, e quin<strong>di</strong> l'adorazionedell'ostia consacrata conservata nei tabernacolio portata in processione è una forma<strong>di</strong> idolatria. Il Concilio <strong>di</strong> Trento nella SessioneXIII (11 ottobre 1551) condannò comeeretiche le affermazioni, pur <strong>di</strong>versificate, deiRiformatori, definendo che nelle ostie consa-crate che si conservano e avanzano dopo lacomunione, rimane il vero corpo del Signore:ad esso è dovuto il culto <strong>di</strong> latria anche all'esternoe lo si deve venerare con feste particolari,lo si può portare solennemente in processionee lo si deve proporre all'adorazionedel popolo, anche pubblica. In tal modo, ilConcilio giustificava dogmaticamente il cultoeucaristico in tutte le sue espressioni tra<strong>di</strong>zionali:festa del Corpus Domini, processioni eadorazione eucaristica <strong>di</strong>nanzi al Sacramentoesposto o chiuso nel tabernacolo.Il culto eucaristico acquistò così una propriaidentità e autonomia, e quin<strong>di</strong> un maggiore<strong>di</strong>stacco dalla celebrazione eucaristica.Infatti proprio dopo il Concilio <strong>di</strong> Trento ilculto eucaristico al <strong>di</strong> fuori della Messa raggiungeil massimo splendore: le cerimonie ele feste solenni si concludono con la bene<strong>di</strong>zioneeucaristica; si <strong>di</strong>ffondono le Quarantore,cioè l'adorazione dell'Eucaristiaprolungata per 40 ore, in memoria delle 40ore che Gesù passò nel sepolcro. Col tempole Quarantore si sviluppano in tutta Italia e32Hubert e Jan van Eyck, Polittico dell'Agnello mistico (Adorazione dell'Agnello, part.), 1424-1432, Gand,Cattedrale <strong>di</strong> san Bavone
assumono un carattere espiatorio e riparatoreper i peccati commessi durante il carnevale.Si <strong>di</strong>ffonde la devozione della visita al SantissimoSacramento, che nel Settecento videin sant'Alfonso Maria de' Liguori colui chel'ha maggiormente promossa. Una nuova fiorituradel culto eucaristico si ebbe soprattuttoin Francia nel secolo XIX: nacquero opere <strong>di</strong>adorazione perpetua, notturne e con carattere<strong>di</strong> riparazione; sorsero numerose congregazionireligiose che avevano come fine l'adorazioneperpetua del Santissimo Sacramentopubblicamente esposto. Si può anzi notareche l'insieme delle congregazioni religiosefondate nel secolo XIX professavano un cultoparticolare dell'Eucaristia con l'adorazioneperpetua riparatrice e con esercizi <strong>di</strong> devozionedavanti al Signore esposto.La riforma post-conciliaredel culto eucaristicoQuesto millennio <strong>di</strong> culto eucaristico haindubbiamente concentrato la pietà cristianasul dogma della presenza reale <strong>di</strong> Cristonell'Eucaristia, e quin<strong>di</strong> sull'adorazione <strong>di</strong>Cristo: in tal modo la celebrazione eucaristicacome ripresentazione del mistero pasquale ecome partecipazione del banchetto eucaristicoè stata posta - per così <strong>di</strong>re - in secondopiano. Tant'è vero che proprio nei secoli in cuipiù intensa fu la devozione eucaristica, la partecipazionealla Messa si era ridotta in molticasi a un'assistenza muta, e la comunioneera <strong>di</strong>venuta rara. In altre parole, si era giuntial culto assoluto della presenza reale e dellaconseguente adorazione eucaristica a scapitodella totalità del mistero eucaristico; totalitàespressa, invece, dalla celebrazione dell'Eucaristia.Il culto eucaristico non dev'essere quin<strong>di</strong>visto come fatto a sé stante, ma come un suoelemento, e quin<strong>di</strong> deve essere posto all'interno<strong>di</strong> esso: è quello che ha compiuto la riformaliturgica voluta dal Concilio Vaticano II, apartire dalla Costituzione sulla Liturgia, approvatail 4 <strong>di</strong>cembre 1963. A questo proposito,si deve sfatare come falsa e contraria all'intenzionedella riforma l'opinione secondo laquale questa avrebbe tolto vali<strong>di</strong>tà al cultoeucaristico, denunciandone i limiti teologicie liturgici e gli eccessi pietistici e sentimentalisticiin cui esso è talvolta caduto lungo isecoli, facendo della presenza eucaristica unarealtà (una res) statica e quasi fisica e della pietàeucaristica un mezzo per riparare le offesee le negligenze dei cristiani o per consolareCristo, "<strong>di</strong>vin prigioniero" abbandonato neltabernacolo.La verità è che la riforma liturgica hacollocato il culto eucaristico nella sua giustaprospettiva e in tal modo lo ha rivalutato, riconoscendogliil posto essenziale che esso hae deve avere nella vita cristiana come mezzoin<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> santificazione e <strong>di</strong> crescitaspirituale. Quali sono, allora, il posto e ilsenso del culto eucaristico fuori della Messa?Il posto è all'interno della celebrazione eucaristica.Esso cioè non si colloca in parallelocon la Messa; non è autonomo e in<strong>di</strong>pendentedalla Messa, ma è relativo ad essa e, soprattutto,non si sostituisce ad essa. Infatti ha originedalla celebrazione eucaristica e ad essaconduce come al suo fine, che è la comunione.Il senso del culto eucaristico, poi, è quello <strong>di</strong>"estendere la grazia del sacrificio" eucaristicoe <strong>di</strong> portare alla comunione eucaristica, siasacramentale sia spirituale. In conclusione, ilmagistero della Chiesa in campo eucaristiconel dopo Concilio ha il merito <strong>di</strong> aver liberatoil culto eucaristico fuori della Messa dal suoisolamento e dalla sua assolutizzazione: essoinfatti lo ha inserito nel cuore della celebrazioneeucaristica, affermando che questa neè la fonte e il fine, poiché da essa deriva e adessa conduce e, inoltre, che il culto eucaristico"estende" nel tempo la grazia del sacrificioeucaristico, la cui durata è limitata al tempodella celebrazione.33