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rivista n. 3/2011 (pdf) - Carmelitani Scalzi di Sicilia

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chiama alla presa <strong>di</strong> coscienza e alla risposta.Al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutto vi è una presenza amorevolee l'amore è, per sua stessa natura, creativo.Essa è un invito a con<strong>di</strong>videre la vitaperfetta <strong>di</strong> Dio, presente dentro <strong>di</strong> noi e comesan Paolo afferma: «Per essere santi e immacolatial suo cospetto». (Ef l, 4).Preghiera e presenzaÈ questa presenza che contrad<strong>di</strong>stingue lapreghiera <strong>di</strong> un cristiano e dà significato allapratica <strong>di</strong>: “Vivere nella presenza <strong>di</strong> Dio". Viverenella sua presenza non ha niente a chefare con il possedere una buona memoria ocon qualche specie <strong>di</strong> ginnastica mentale.E più una questione <strong>di</strong> consapevolezza e <strong>di</strong>attenzione. Essa proviene dalla presa <strong>di</strong> coscienzache Dio è vicino «più vicino a me delmio stesso io» come ha affermato sant' Agostino-e che per trovarlo devo solo guardaredentro il mio cuore. Pochi hanno compreso oespresso questa verità meglio <strong>di</strong> Frate Lorenzodella Risurrezione, Carmelitano del secoloXVII. Secondo lui, la pratica della presenza<strong>di</strong> Dio era una pratica <strong>di</strong> vita quanto una pratica<strong>di</strong> preghiera. «Ho rinunciato a tutti gliatti <strong>di</strong> devozione non obbligatori e alle preghierepreformate e mi sono concentrato invecesullo stare sempre alla sua presenza. Misono mantenuto in quella presenza attraversouna semplice assiduità ed un'amorevole consapevolezza<strong>di</strong> Dio. Quanto ai momenti <strong>di</strong>preghiera prestabiliti, essi sono solo una continuazione<strong>di</strong> questa pratica».Il primo principio della preghiera è cheDio è aperto ed accessibile. Egli mi conoscenon da lontano, ma dal <strong>di</strong> dentro. Preghierasignifica con<strong>di</strong>videre quella presenza. Essa èun incontro tra due presenze. In verità, unacorretta definizione <strong>di</strong> preghiera è "esserepresente alla Presenza". Nella preghiera nondobbiamo rendere Dio presente. Dobbiamosolo essere consapevoli che lui è lì, dentro ciòche santa Teresa chiama "il para<strong>di</strong>so dell'anima"o ciò a cui si riferisce Frate Lorenzocome "l'oratorio del cuore".Quando Gesù ha detto ai suoi <strong>di</strong>scepoli<strong>di</strong> «pregare sempre» (Lc 18, l) non stava chiedendol'impossibile.Poiché non stava parlando del recitarepreghiere in quanto tali, ma della preghieracome pratica <strong>di</strong> vita. Vivere da completocristiano significa vivere costantemente allapresenza <strong>di</strong> Dio ed è proprio questo un altromodo per <strong>di</strong>stinguere una preghiera dallavita stessa.Essa non è un dovere che si è costretti acompiere, ma un <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> nascita del cristiano.19

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